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Il processo di emmetropizzazione - Università degli Studi Roma Tre

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A G G I O R N A M E N T O Contattologia, ottica ed optometria<br />

Fig. 3 Variazione nella refrazione nei primi mesi <strong>di</strong> vita in 7 bambini: è evidente<br />

come più il <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> refrazione alla prima valutazione è alto più la linea tra i due<br />

sta<strong>di</strong> refrattivi è ripida cioè l’<strong>emmetropizzazione</strong> procede rapidamente (Saunders<br />

e coll, 1995)<br />

<strong>Il</strong> <strong>processo</strong> <strong>di</strong> emmetro p i z z azione:<br />

fattori ambientali o<br />

g e n e t i c i ?<br />

La <strong>di</strong>stribuzione leptocurtotica<br />

dello stato refrattivo in soggetti<br />

adulti, e quin<strong>di</strong> la presenza<br />

massiccia <strong>di</strong> soggetti emmetropi<br />

o vicini all’emmetropia<br />

(notevolmente maggiori <strong>di</strong><br />

quanto ci si aspetterebbe se la<br />

<strong>di</strong>stribuzione fosse tipicamente<br />

normale come ad esempio per<br />

l’altezza o il peso), <strong>di</strong>mostrerebbe<br />

come tra gli elementi<br />

che compongono la refrazione,<br />

non c’è libera associazione, ma<br />

il tutto è guidato da un <strong>processo</strong><br />

che ha come preciso scopo<br />

quello <strong>di</strong> eliminare i <strong>di</strong>fetti<br />

refrattivi. Tale <strong>processo</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>emmetropizzazione</strong>, sebbene<br />

maggiormente evidente nell’infanzia,<br />

sembrerebbe assistere<br />

l’uomo per tutto l’arco della<br />

sua esistenza (Ooi e<br />

Grosvenor, 1995). Sul <strong>processo</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>emmetropizzazione</strong> è<br />

stato veramente scritto molto.<br />

Tutto questo interesse alla<br />

comprensione dei meccanismi<br />

sottostanti al fenomeno che<br />

spinge la ricerca, è certamente<br />

la scommessa <strong>di</strong> poter<br />

i n t e rvenire sul meccanismo<br />

stesso quando questo non funziona<br />

originando i <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong><br />

refrazione. Per il momento<br />

siamo ancora lontani da una<br />

tale possibilità, e ciò perché<br />

siamo nella fase delle ipotesi<br />

sul meccanismo che è a tutti gli<br />

e ffetti ancora sconosciuto.<br />

Molti però sono i risultati sugli<br />

e ffetti dei fattori ambientali ed<br />

ere<strong>di</strong>tari sul <strong>processo</strong>. Di seguito<br />

viene effettuata una breve<br />

revisione delle principali conclusioni.<br />

Prima <strong>di</strong> procedere però,<br />

è interessante riportare l’ipotesi<br />

<strong>di</strong> alcuni autori (Glickstein e<br />

Millodot, 1970; Millodot e<br />

O ’ L e a ry, 1978) che si muovono<br />

fuori dal <strong>di</strong>lemma natura vs cultura,<br />

sostenendo che il <strong>processo</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>emmetropizzazione</strong> non<br />

sarebbe altro che un grosso<br />

errore <strong>di</strong> valutazione. Gli esami<br />

refrattivi sul bambino si aff i d ano<br />

prevalentemente alla retinoscopia,<br />

che sfrutta il riflesso<br />

retinico. La luce riflessa sulla<br />

retina avviene però su <strong>di</strong> un<br />

piano <strong>di</strong>verso (più interno) <strong>di</strong><br />

quello dei recettori, questo nel<br />

bambino è maggiormente vero<br />

perché i due piani sono piuttosto<br />

<strong>di</strong>stanti. Risultato <strong>di</strong> quest’errore<br />

<strong>di</strong> misura sarebbe<br />

dunque una sovrastima dell’ipermetropia<br />

nel bambino.<br />

Seppure molto interessante,<br />

questa spiegazione ha <strong>di</strong>versi<br />

limiti, come quello <strong>di</strong> non considerare<br />

che un import a n t e<br />

aspetto del <strong>processo</strong> <strong>di</strong> <strong>emmetropizzazione</strong><br />

è la <strong>di</strong>minuzione<br />

della varianza generale che<br />

implica non solo una <strong>di</strong>minuzione<br />

dell’ipermetropia anche <strong>degli</strong><br />

altri <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> refrazione cioè<br />

miopia e astigmatismo.<br />

P.O.maggio 2003<br />

Fig. 4 Mo<strong>di</strong>ficazione della struttura ocula -<br />

re indotta dall’uso <strong>di</strong> lenti negative (Shaikh<br />

e coll, 1999)<br />

Fattori genetici<br />

Molti autori ritengono che lo<br />

stato refrattivo “finale” <strong>di</strong> un<br />

in<strong>di</strong>viduo, sia geneticamente<br />

predeterminato. Le argomentazioni<br />

più convincenti a questa<br />

tesi derivano dagli stu<strong>di</strong> sui<br />

gemelli:<br />

• I primi lavori <strong>di</strong> questo tipo<br />

sono da far risalire agli anni<br />

’20 ad autori tedeschi. Sia<br />

Clausen (1924), che Jablonsky<br />

(1926), mostrano un significativo<br />

alto grado <strong>di</strong> concordanza<br />

dello stato <strong>di</strong> refrazione tra<br />

gemelli monozigoti rispetto agli<br />

eterozigoti (citati in Borish,<br />

1970).<br />

• Waardenberg (1950), conferma<br />

tali risultati su <strong>di</strong> un<br />

campione molto grande: 300<br />

coppie <strong>di</strong> monozigoti e 225<br />

eterozigoti.<br />

• Wixon (1958), stima le correlazioni<br />

dello stato refrattivo<br />

tra gemelli omozigoti +0.99;<br />

eterozigoti +0.64; e fratellastri<br />

+0.54 (citato in Rosner e<br />

Rosner 1990).<br />

• Sorsby (1962), in uno stu<strong>di</strong>o<br />

su 78 monozigoti e 40 eterozigoti<br />

non solo trova gli stessi<br />

risultati <strong>degli</strong> altri autori <strong>di</strong> cui<br />

sopra, ma <strong>di</strong>mostra alta correlazione<br />

anche tra le singole<br />

strutture refrattive oculari dei<br />

membri della coppia <strong>di</strong> monozigoti<br />

(citato in Rosner e Rosner<br />

1990).<br />

• Conferme alla tendenza<br />

riportata sopra si ha da molti<br />

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