Diventare mamma a Savona intervista al professor ... - Auser Liguria

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20.05.2013 Views

L'editoriale LE ELEZIONI E NOI TOMASO MINUTO Ci risiamo. Eccoci ancora una volta in campagna elettorale, e come sempre con il rischio di essere frastornati da tante promesse che immancabilmente non vedremo mai realizzate. Ma perlomeno questa volta, scorrendo i nominativi delle varie liste elettorali, nessuno potrà più dire che il volontariato deve stare fuori dalla politica. Infatti tra i tanti candidati spiccano molti nomi di rilievo che fanno capo ad associazioni di volontariato o del terzo settore. Che il volontariato non potesse rimanere estraneo alla politica, è una tesi che noi abbiamo sempre sostenuto, ma che esponenti di primo piano del volontariato vadano a farne parte direttamente in prima persona, ci lascia un po’ perplessi. A prima vista sembrerebbe che avere nostri rappresentanti diretti nella stanza dei bottoni, potrebbe essere vantaggioso per dare/avere un contributo maggiore nel risolvere i problemi che da anni assillano le associazioni di volontariato. Ma conoscendo abbastanza bene il mondo della politica, non vorrei che una volta eletti, questi amici, cedendo alle logiche degli interessi dei partiti di appartenenza, si limitassero a premere solo i bottoni nelle varie votazioni in aula, dimenticandosi dei problemi reali del volontariato e della gente da esso assistita, vanificando in quel modo lo scopo del loro ingresso nella politica attiva. E’ una mia preoccupazione e vorrei fortemente che questo non si avverasse. Il motivo è semplice da spiegare: le associazioni di volontariato hanno estrema necessità di avere nuove leggi di tutela e di sostegno che le aiutino a svolgere il loro insostituibile compito a partire da una revisione in senso positivo della legge 266/91 ormai obsoleta. E per questo vorrei che i nuovi parlamentari si impegnassero a fondo in questa direzione senza dimenticarsi della loro provenienza e dei bisogni delle loro associazioni. Siamo solo agli inizi di una campagna elettorale che si pensava dovesse tenersi all'insegna di un certo “fair play”, ma dopo la ridiscesa in campo del “grande imbonitore” si presenta invece confusa, rissosa, senza esclusione di colpi. Un clima destinato a fare passare addirittura in terzo o quarto piano eventuali e auspicabili proposte concrete dei partiti per il superamento della crisi e il miglioramento delle condizioni di vita della stragrande maggioranza dei cittadini italiani. Ma noi, che siamo fuori dai giochi e dalla mischia, vorremmo sapere come la prossima classe dirigente intenda in modo chiaro e concreto, sciogliere e affrontare le incertezze del futuro riguardanti la sorte di milioni di lavoratori occupati, disoccupati, cassintegrati, esodati, giovani, famiglie e pensionati, lasciando da parte promesse utopistiche, destinate a tradursi in stangate lacrime e sangue. Ai neo eletti facciamo sapere che siamo disposti a non volere tutto e subito o la luna nel pozzo. Vogliamo solo proposte realistiche e realizzabili, ma soprattutto tanta, tantissima equità. Siamo stufi di dire e scrivere sulle nostre pagine che a pagare sono sempre gli stessi, sempre i più poveri, mentre i ricchi diventano sempre più ricchi. 2 La battaglia elettorale vista dall’Economist Sommario Editoriale - Minuto Pag. 2 Investire sul lavoro Cgil - Rossello Pag. 3 Intervista a Giacobbe - Piccardo Pag. 4-5 Verso le elezioni - Astengo Pag. 6-7 Monticello d’Argento - Parodi Pag. 7 Intervista al prof. Garzarelli - Sortino Pag. 8-9 Dimissioni protette Pag. 9 Festival Età Libera- Concorsi Pag. 9 Le sfide dell’Auser - Mangano Pag.10 Le donne e l’Auser - Scarrone Pag.11 La testimonianza - Calabria Pag. 12 Uomini e animali - Minuto Pag. 13 La telefonata - Piccardo Pag. 14 Il mio Sessantotto - Felice Rossello Pag. 15 Progetto europeo- Camposeragna Pag. 16 10 anni di turismo Auser - Moretti Pag.17-18 Anno europeo - Redazione Pag. 18 Tesseramento Auser - Girardi Pag. 19 Fornaci:come eravamo -Tissone Pag. 20 I luoghi del cuore Pag. 21 Pinacoteca -Tagliavini Pag. 22 Carnevale a Noli Moggio Pag. 23 Direttore Responsabile: Tomaso Minuto Coordinamento redazionale: Dominica Piccardo Comitato di redazione: Angelo Calabria, Maria Grazia Sortino, Claudio Tagliavini, Mario Tissone Hanno collaborato a questo numero Franco Astengo, Anna Camposeragna, Luciano Girardi, Michele Mangano, Ennio Moretti, Giuliano Moggio, Carmen Parodi, Felice Rossello, Francesco Rossello, Ileana Scarrone EDITORE AUSER PROVINCIALE SAVONA – ONLUS (Associazione per l’AUtogestione dei SERvizi e la solidarietà) Via Boito 9r - Savona tel. 019.838.982.26 e mail: ausersv@libero.it Distribuzione gratuita Autorizzazione Tribunale di Savona n.552/54

Verso le elezioni-l’intervento Il “Piano per il lavoro della Cgil” per rilanciare i consumi e far crescere il Paese “INVESTIRE SU LAVORO, WELFARE E REDDITO” Evitare di cadere nella trappola di una campagna elettorale surreale e in facili populismi. Occorre comprendere come trovare le risorse per dare maggiore risposta ai lavoratori e ai pensionati Il 25 e il 26 gennaio la Cgil ha presentato il suo Piano per il Lavoro. Un progetto ambizioso che si ispira a quello presentato da Di Vittorio nel 1949. Con questa iniziativa non vogliamo limitarci a ribadire per il nostro Paese la necessità di investire sul lavoro, ma vogliamo presentare una nostra idea di Paese e di Governo. Un’idea che si può riassumere molto semplicemente perché non è nient’altro che l’esatto contrario di ciò che il governo Berlusconi prima e il governo Monti poi hanno fatto in questi anni. Non inventiamo niente di nuovo, semplicemente sosteniamo che investire su lavoro, welfare e reddito, così come su beni comuni ed innovazione è la strada per rilanciare i consumi, far crescere il Pil e, di conseguenza, ridurre il debito pubblico. Dovrebbe essere normale parlare di questi temi in campagna elettorale, nel momento in cui si presentano i propri progetti per il Paese. In realtà stiamo assistendo ad una campagna surreale, nella quale i principali responsabili dello sfacelo del Paese, a partire da Berlusconi, invadono le televisioni promettendo di ridurre tasse che loro stessi hanno introdotto e di modificare leggi che loro stessi hanno approvato. Dall’altra parte, il ragionamento qualunquista e dozzinale che “tanto i politici sono tutti uguali, pensano a loro stessi e non risolvono nulla” (ahimé ho letto questi discorsi anche nelle pagine di questo giornale), pur trovando facile presa, non fanno altro che favorire la coalizione più populista (quella che ci ha governato per 10 anni) e non si interrogano su quali potrebbero essere le soluzioni di merito per far uscire il paese dalle secche. Io sosterrò chi mi chiede trasparenza e chi vuole abbattere i costi della politica, ma a patto che mi dica anche come farà ad utilizzare la leva fiscale per rilanciare i consumi, cioè dove si possono realisticamente trovare i soldi per ridurre le tasse a pensionati e lavoratori; non voterò chi mi dice “pensioni FRANCESCO ROSSELLO* 3 per tutti” ma non sarà in grado di spiegarmi come si può riformare nel tempo il welfare in maniera tale che le donne e coloro che svolgono lavori usuranti non siano costretti ad andare in pensione a 65 anni e al tempo stesso, come si costruisca un sistema che non costringa i giovani di oggi a vivere domani con una pensione da fame. Non mi voglio far fregare da chi parla alla mia pancia dicendo “no alla chiusura degli ospedali”, ma non sa spiegarmi come farà a garantire l’assistenza ad ammalati ed anziani, mantenendo i presidi ospedalieri ma garantendo al contempo una migliore assistenza domiciliare. Infine non mi farò abbindolare da chi sventola la bandiera dell’ambiente e prometterà un mondo migliore ma non saprà spiegarmi come fare ad rendere efficienti gli impianti inquinanti, dove trovare le risorse per investire nell’edilizia pubblica antisismica o per frenare il rischio di dissesto idrogeologico, così come per investire in ricerca. In altre parole non voterò chi mi sventolerà davanti il libro dei sogni e mi dirà quello che vorrebbe fare senza avere la consapevolezza di ciò che si può fare. Il piano per il lavoro della Cgil rappresenta la nostra idea di merito, che parte dalla realtà e cerca gradualmente di modificarla. E’ un piano che parte dall’analisi di dati sconfortanti, che ci dicono quanti danni abbiano fatto al Paese 10 anni di politiche liberiste. Ma pensionati e lavoratori non hanno bisogno di analisi, basta che guardino alle loro condizioni personali. Non sarà certo un mese di vane promesse e di invasione delle televisioni che potrà illudere queste persone. Piuttosto, questa “purga mediatica” non deve spingerci a credere che la politica sia solo quella roba lì. Così come esiste il piano per il lavoro della Cgil, esistono altre proposte interessanti che meritano di essere approfondite, sostenute e rispetto alle quali magari domani, chiedere conto. *Segretario generale della Camera del Lavoro

Verso le elezioni-l’intervento<br />

Il “Piano per il lavoro della Cgil” per rilanciare i consumi e far crescere il Paese<br />

“INVESTIRE SU LAVORO, WELFARE E REDDITO”<br />

Evitare di cadere nella trappola di una campagna elettor<strong>al</strong>e surre<strong>al</strong>e e in facili populismi.<br />

Occorre comprendere come trovare le risorse per dare maggiore risposta ai lavoratori e ai pensionati<br />

Il 25 e il 26 gennaio la Cgil ha presentato il suo Piano<br />

per il Lavoro. Un progetto ambizioso che si ispira a<br />

quello presentato da Di Vittorio nel 1949.<br />

Con questa iniziativa non vogliamo limitarci a ribadire<br />

per il nostro Paese la necessità di investire sul lavoro,<br />

ma vogliamo presentare una nostra idea di Paese e di<br />

Governo. Un’idea che si può riassumere molto<br />

semplicemente perché non è nient’<strong>al</strong>tro che l’esatto<br />

contrario di ciò che il governo Berlusconi prima e il<br />

governo Monti poi hanno fatto in questi anni.<br />

Non inventiamo niente di nuovo, semplicemente<br />

sosteniamo che investire su lavoro, welfare e reddito,<br />

così come su beni comuni ed innovazione è la strada<br />

per rilanciare i consumi, far crescere il Pil e, di<br />

conseguenza, ridurre il debito pubblico. Dovrebbe<br />

essere norm<strong>al</strong>e parlare di questi temi in campagna<br />

elettor<strong>al</strong>e, nel momento in cui si presentano i propri<br />

progetti per il Paese. In re<strong>al</strong>tà stiamo assistendo ad una<br />

campagna surre<strong>al</strong>e, nella qu<strong>al</strong>e i princip<strong>al</strong>i responsabili<br />

dello sfacelo del Paese, a partire da Berlusconi,<br />

invadono le televisioni promettendo di ridurre tasse che<br />

loro stessi hanno introdotto e di modificare leggi che<br />

loro stessi hanno approvato.<br />

D<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra parte, il ragionamento qu<strong>al</strong>unquista e<br />

dozzin<strong>al</strong>e che “tanto i politici sono tutti ugu<strong>al</strong>i, pensano<br />

a loro stessi e non risolvono nulla” (ahimé ho letto<br />

questi discorsi anche nelle pagine di questo giorn<strong>al</strong>e),<br />

pur trovando facile presa, non fanno <strong>al</strong>tro che favorire<br />

la co<strong>al</strong>izione più populista (quella che ci ha governato<br />

per 10 anni) e non si interrogano su qu<strong>al</strong>i potrebbero<br />

essere le soluzioni di merito per far uscire il paese d<strong>al</strong>le<br />

secche. Io sosterrò chi mi chiede trasparenza e chi<br />

vuole abbattere i costi della politica, ma a patto che mi<br />

dica anche come farà ad utilizzare la leva fisc<strong>al</strong>e per<br />

rilanciare i consumi, cioè dove si possono<br />

re<strong>al</strong>isticamente trovare i soldi per ridurre le tasse a<br />

pensionati e lavoratori; non voterò chi mi dice “pensioni<br />

FRANCESCO ROSSELLO*<br />

3<br />

per tutti” ma non sarà in grado di spiegarmi come si<br />

può riformare nel tempo il welfare in maniera t<strong>al</strong>e che le<br />

donne e coloro che svolgono lavori usuranti non siano<br />

costretti ad andare in pensione a 65 anni e <strong>al</strong> tempo<br />

stesso, come si costruisca un sistema che non<br />

costringa i giovani di oggi a vivere domani con una<br />

pensione da fame. Non mi voglio far fregare da chi<br />

parla <strong>al</strong>la mia pancia dicendo “no <strong>al</strong>la chiusura degli<br />

osped<strong>al</strong>i”, ma non sa spiegarmi come farà a garantire<br />

l’assistenza ad amm<strong>al</strong>ati ed anziani, mantenendo i<br />

presidi osped<strong>al</strong>ieri ma garantendo <strong>al</strong> contempo una<br />

migliore assistenza domiciliare. Infine non mi farò<br />

abbindolare da chi sventola la bandiera dell’ambiente e<br />

prometterà un mondo migliore ma non saprà spiegarmi<br />

come fare ad rendere efficienti gli impianti inquinanti,<br />

dove trovare le risorse per investire nell’edilizia<br />

pubblica antisismica o per frenare il rischio di dissesto<br />

idrogeologico, così come per investire in ricerca. In<br />

<strong>al</strong>tre parole non voterò chi mi sventolerà davanti il libro<br />

dei sogni e mi dirà quello che vorrebbe fare senza<br />

avere la consapevolezza di ciò che si può fare.<br />

Il piano per il lavoro della Cgil rappresenta la nostra<br />

idea di merito, che parte d<strong>al</strong>la re<strong>al</strong>tà e cerca<br />

gradu<strong>al</strong>mente di modificarla. E’ un piano che parte<br />

d<strong>al</strong>l’an<strong>al</strong>isi di dati sconfortanti, che ci dicono quanti<br />

danni abbiano fatto <strong>al</strong> Paese 10 anni di politiche<br />

liberiste. Ma pensionati e lavoratori non hanno bisogno<br />

di an<strong>al</strong>isi, basta che guardino <strong>al</strong>le loro condizioni<br />

person<strong>al</strong>i. Non sarà certo un mese di vane promesse e<br />

di invasione delle televisioni che potrà illudere queste<br />

persone. Piuttosto, questa “purga mediatica” non deve<br />

spingerci a credere che la politica sia solo quella roba<br />

lì. Così come esiste il piano per il lavoro della Cgil,<br />

esistono <strong>al</strong>tre proposte interessanti che meritano di<br />

essere approfondite, sostenute e rispetto <strong>al</strong>le qu<strong>al</strong>i<br />

magari domani, chiedere conto.<br />

*Segretario gener<strong>al</strong>e della Camera del Lavoro

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