Diventare mamma a Savona intervista al professor ... - Auser Liguria

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Tesseramento Far parte dell’Auser per aiutare gli anziani e per testimoniare solidarietà verso chi è solo UNA PICCOLA QUOTA CHE PUÒ FRUTTARE MOLTISSIMO L’intensa attività dei Centri di Savona, Celle, Albisola, Vado, Quiliano, Bergeggi, Noli, Finale e Pietra. Aderire all’associazione per partecipare alla vita della propria comunità attraverso il volontariato L’Auser di Savona è impegnato a promuovere il tesseramento all’associazione per il 2013 con l’obiettivo di consolidare, ampliare e migliorare servizi e attività sul territorio. Negli anni passati molti obiettivi sono stati raggiunti ma è necessario potenziare la risposta ai bisogni degli anziani anche a fronte di una crisi sociale e d economica sempre più incalzante. L’associazione si propone di sostenere le persone anziane o in difficoltà favorendo l'incontro e la creazione di relazioni e gestendo la compagnia telefonica, la domiciliarità leggera e il trasporto sociale, un progetto che al di là delle risposte a singole esigenze, in generale fa sentire gli anziani meno soli nelle piccole faccende di vita quotidiana accompagnandoli a visite e controlli medici. Ma non soltanto. Auser, impegnata nella promozione dell’invecchiamento attivo, si occupa attivamente di turismo, di socializzazione e di svago. Ma non dimentica gli anziani fragili: con la presenza nelle case di riposo si cerca di rendere partecipi alla vita sociale coloro che, per condizioni fisiche, non possono rimanere nelle proprie case. Dare voce a chi non ha voce non è solo uno slogan ma l’impegno quotidiano di tanti volontari Auser. L'iscrizione ad Auser che chiediamo a tutti, compresi i giovani e a chi non ha bisogno di noi nell’immediato, è un modo per testimoniare la propria volontà a contribuire a tutto questo dando vita a nuove relazioni sociali, tutelando i propri diritti e agendo in modo solidale. Grazie all’adesione al volontariato organizzato i cittadini hanno modo di testimoniare la propria volontà di partecipare al sostegno, nel caso di Auser, di un'associazione impegnata a favorire servizi utili per il territorio e per i cittadini anziani. Far parte del volontariato organizzato è uno dei tanti modi per partecipare alla vita della propria comunità e per sentirsi in qualche modo utili magari facendo il volontario; a questo proposito proponiamo, a chi avesse disponibilità di tempo e voglia di dedicarsi agli altri, di diventare non solo nostro socio ma anche volontario dedicando anche una sola ora del proprio tempo agli altri. La tessera Auser garantisce Oltre alla possibilità di usufruire dei servizi generali della Associazione, trovare amici, frequentare i centri e partecipare alle iniziative promosse dell’associazione provinciale e dalle reti distrettuali nell’ambito del progetto Anziani Età Libera si avrà diritto a: A) ingresso gratuito nella Pinacoteca di Savona B) sconto presso esercizi commerciali C) copertura assicurativa presso i centri e durante le attività associative. La quota associativa Auser, per l’intero anno, è di 12 euro. * Responsabile tesseramento LUCIANO GIRARDI* 19 . Platea Auser al convegno Arzillamente dell’ottobre 2012 I NUMERI 2012 DELL’AUSER SAVONA Soci: 1310 Volontari: 260 Interventi a domicilio: 2080 Monitoraggio telefonico:1188, Numero trasporti sociali: 1606 Numero presenze musei:presenza durante i fine settimana e per le mostre temporanee Numero presenze biblioteca:tutti i pomeriggi Dimissioni protette: sportello attivo per segnalazioni e interventi presso bancone Ospedale San Paolo Savona (mart.-giov. 10-12) Centri sociali: 9 a Savona, 1 Celle, 1 Albisola Superiore, 1 Vado, 1 Quiliano, 1 Bergeggi, 1 Noli, 1 Finale, 1 Pietra Ligure Turismo: movimentate 717 persone in 41 giornate di viaggio Progetto Autunno Arzillo: incontri di svago, attività motorie e Convegno “Arzillamente” coinvolte circa 200 persone Partecipazione ad eventi, corso di “Ben essere” coinvolte circa 100 persone Iniziative culturali: opera lirica, visite a mostre coinvolte circa 450 persone. Piedibus: 4 linee a Savona, 1 a Vado Ligure, 1 a Pietra Ligure e 1 linea ad Albisola Superiore Ambulatori: 4 a Savona, 3 a Quiliano, 1 a Vado Ligure, 1 a Bergeggi
Come eravamo Il quartiere nel ricordo di un fornacino doc: i gruppi di ragazzi tra la spiaggia e le “rapate” negli orti ALLE FORNACI TRA BOTTEGHE DEI VASAI E PROFUMO DI PANE A una certa età viene voglia di raccontare come eravamo. Circa 75 anni fa vivevo con la mia famiglia alle Fornaci, in via Tallone, la strada che poi si sarebbe chiamata via Donizetti. Così, per volere dell’allora sindaco Amilcare Lunardelli, (1956-57) eravamo diventati il quartiere dei musicisti. Noi ragazzi stavamo spesso per strada e formavamo un gruppo che viveva e giocava tra botteghe che si affacciavano sulla via. I negozi si distinguevano per i loro colori, per le attività che svolgevano per i profumi che riempivano le strade. Ricordo il profumo del pane appena sfornato e quello dei vasai che modellavano la creta con le mani, sulla ruota del tornio che facevano girare col piede. Tiravano su vasi, pentole e altre stoviglie con una abilità che non so ancora spiegare. Poi il tutto andava dentro al forno. C’erano tante di queste botteghe e da loro deriva il nome del quartiere: “Fornaci”. La gente che viveva nel quartiere frequentava le botteghe sottocasa e comperava facendo marcare sul quaderno dei debiti pagando solo il giorno in cui il capo famiglia prendeva la paga suddivisa in “quindicina”. Noi ragazzi crescevamo liberi gestendoci da soli: correvamo in spiaggia, che allora era libera, senza cemento o stabilimenti balneari. Gli unici frequentatori della spiaggia eravamo noi ragazzi e i pescatori quando tiravano le reti. Per tutto il resto del tempo era semideserta con poca gente anche durante l’estate. Non si usava andare a prendere il sole: era abbronzato chi lavorava all’aperto, magari nei campi e negli orti. Se ci allontanavamo da via Saredo, centro storico del quartiere, ci trovavamo subito in mezzo alla campagna, tra gli orti. Le poche case sparse allora bastavano non come oggi che ce ne sono a migliaia e molte sono vuote e sfitte. C’era ben poco cemento e poco asfalto. Ed era un bene perché l’acqua piovana poteva infiltrarsi nel terreno e arricchire le sorgenti o irrorare i campi coltivati. In estate noi ragazzi andavamo verso l’interno, verso la collina dove nessuno ci conosceva e facevamo le MARIO TISSONE 20 “rapate”, un modo nobile per dire che andavamo a saccheggiare gli alberi da frutto, un po' per gioco, un po' per fare merenda. I contadini si trovavano così con alberi spogliati quasi completamente. O quasi. Qualche contadino non gradiva e provava a spaventarci sparando con il fucile da caccia caricato a sale. Ci andavamo poche volte per non farci prendere ma l’occasione era ghiotta, riempivamo di frutta le magliette e facevamo scorpacciate incredibili. Questi miei ricordi, che alcuni condivideranno, sono un esempio di come si viveva una volta. Ma sono anche l’occasione per fare paragoni con il giorno d’oggi. Non vedo più gruppi di ragazzi crescere liberi e responsabili, confrontandosi tra loro, né ragazzi che vanno a bottega a imparare un mestiere o un’arte. Non esistono più i bottegai di un tempo, disposti a fare credito sulla parola, e a “segnare” sul quadernetto; non c’è più la solidarietà e il confronto di un tempo. Ma il confronto tra ieri e oggi è difficile. E’ cambiato il territorio, i rapporti sociali, il cemento, i gas di scarico, le asfaltature sono diventati elementi che ci hanno allontanato dalla natura e dai suoi ritmi. Discariche e inquinamenti vari ci costringono a sopravvivere in modo diverso e dannoso. Un modo che senz’altro pagheremo noi e soprattutto chi verrà dopo di noi. Oggi non basta più la denuncia. Dirlo soltanto non basta più.
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