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Diventare mamma a Savona intervista al professor ... - Auser Liguria

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La telefonata<br />

Volontaria <strong>Auser</strong> di Albisola testimone del vivere aiutando gli <strong>al</strong>tri e accettando di essere aiutati<br />

IL MESSAGGIO DELLA SIGNORA ESTER: “ LA VITA È UN’AVVENTURA”<br />

Empatia fa rima con solidarietà. La famiglia, la cultura e i progetti di una “giovane”<br />

di 86 anni, già insegnante di lettere e cantante lirica, con la passione per la filosofia<br />

Maria Giovanna è una<br />

esuberante ultraottantenne,<br />

frequenta il centro di Albisola<br />

dove abita e dove tutti la<br />

conoscono come “signora Ester”.<br />

Da lei, attraverso la volontaria<br />

Dora, ho ricevuto un biglietto con<br />

una breve prosa lirica e poche<br />

<strong>al</strong>tre informazioni tra cui il suo<br />

prezioso numero di telefono.<br />

Il titolo, “Il dono del silenzio” ,<br />

mi ha invitato <strong>al</strong>la lettura.<br />

“Silenzio: ti visito, e mi chiami<br />

<strong>al</strong>l’abisso di te sempre più<br />

profondo per riconoscermi in te<br />

vera a scoprire il “dove” tutto è<br />

ugu<strong>al</strong>e nel Principio, verso<br />

l’attuazione, e invano cerco l’inizio introvabile con lo<br />

sfrecciare verso il suo fine. Ma trovo <strong>al</strong>bori incontaminati<br />

nelle foreste dei pini e distese immense di prati mentre<br />

bambini corriamo verso la Casa” dove” siamo aspettati –<br />

Mamma, sei sempre sulla soglia a dirci l’Attesa e l’Addio,<br />

a dirci che non è vera la morte: c’è solo la luce – Si<br />

srotola il filo della vita, ripescato nel silenzio, immutabile<br />

nella volontà certa di essere, eppure processo che naviga<br />

nel nulla insondabile”.<br />

Leggere quelle poche righe, così intense, cariche di<br />

significati e di affetto, mi ha incuriosito. Così ho<br />

contattato la “signora Ester” per telefono. Mi sono<br />

presentata e d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro capo del telefono mi ha risposto<br />

una voce squillante e c<strong>al</strong>da <strong>al</strong> tempo stesso. Abbiamo<br />

cominciato a parlare e mi è venuta voglia di conoscerla,<br />

di chiederle tante cose della sua vita, dei suoi interessi,<br />

delle sue esperienze. Ed è stato come navigare su un<br />

fiume in piena.<br />

“Sono stata insegnante di lettere – esordisce – ho<br />

insegnato, prima nelle scuole medie inferiori poi nelle<br />

superiori e, nel 1972, ho conseguito la speci<strong>al</strong>izzazione<br />

in psicologia. Amo il silenzio, mi affascina il percorso<br />

mistico, la ricerca del se, la filosofia”. E snocciola la<br />

prima citazione del filosofo tedesco Martin Heidegger:<br />

”L’Essere si dona <strong>al</strong>l’uomo e l’uomo aperto ne è il<br />

custode”. Ora capisce meglio il mio scritto? La mia<br />

famiglia mi ha trasmesso v<strong>al</strong>ori importanti uno tra tutti<br />

la solidarietà tra le persone ed è per questo che mi<br />

sono avvicinata <strong>al</strong>la vostra associazione di volontariato.<br />

Ho fatto la volontaria per un certo periodo rispondendo<br />

<strong>al</strong> telefono, ma ora, qu<strong>al</strong>che volta, anch’io ho bisogno di<br />

aiuto perché vivo sola”.<br />

Le chiedo di parlarmi della sua famiglia. “Mio padre era<br />

laureato, mia madre aveva frequentato il conservatorio,<br />

anche i miei zii erano persone istruite, colte. Posso dire<br />

di essere stata fortunata a nascere in una famiglia così.<br />

Un mio zio ha fatto la Resistenza, un <strong>al</strong>tro era medico a<br />

Nomadelfia, lei sa cos’è vero? Con questi parenti può<br />

DOMINICA PICCARDO<br />

14<br />

capire perché io sia così<br />

vicina <strong>al</strong>l’idea di solidarietà e<br />

di dono. Per me amare e<br />

donare nella gratuità è una<br />

grande gioia”.<br />

“Credo ci sia un grande<br />

bisogno di solidarietà, sono<br />

contenta che anche i miei<br />

tre figli, tutti laureati,<br />

seguano questi dettami. Io<br />

vivo sola. Loro sono lontani,<br />

abitano in <strong>al</strong>tre città ma ci<br />

sentiamo per telefono<br />

spesso e sono più tranquilli<br />

sapendo che mi appoggio,<br />

in caso di bisogno, <strong>al</strong>l’<strong>Auser</strong>.<br />

A volte ho bisogno di aiuto<br />

ma riesco ancora ad essere di sostegno ad <strong>al</strong>tri.<br />

Nonostante l’età, poiché sono speci<strong>al</strong>izzata in<br />

psicologia e iscritta <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>bo, seguo <strong>al</strong>cune persone che<br />

hanno bisogno di supporto. Anzi, sa cosa le dico?, ho<br />

un sogno nel cassetto: se fossi milionaria, mi<br />

piacerebbe fondare un centro e occuparmi<br />

empaticamente delle persone magari scodellando<br />

minestrone o con il matterello in mano per fare con loro<br />

la pasta. Si parte da cose semplici che si possono fare<br />

insieme ma la cosa più importante rimane l’empatia e la<br />

capacità di ascolto. L’empatia è tutto, sta anche <strong>al</strong>la<br />

base di tutte le religioni. Purtroppo non sappiamo più<br />

ascoltare e abbiamo paura di stare soli, abbiamo paura<br />

del silenzio. Io non ho paura a stare sola e neppure del<br />

silenzio. Solo nel silenzio si può ascoltare”. Sta<br />

leggendo un libro di filosofia e me lo consiglia. Mi<br />

chiede notizie di una volontaria di nome Laura, forse<br />

ricoverata. La “signora Ester” è spigliata, curiosa,<br />

loquace, esuberante. Ha una bella voce, un eloquio<br />

facile, accattivante. Mi fa piacere dirglielo.<br />

“Sono una convinta sostenitrice della musicoterapia e<br />

vorrei incontrare qu<strong>al</strong>cuno che creda, come me, nella<br />

sua efficacia e che la applichi. Ma sono anche stata una<br />

cantante lirica, vuole che le canti qu<strong>al</strong>che brano?<br />

Conosce qu<strong>al</strong>che opera?”. La prima a venirmi in mente<br />

è “Carmen”. “Non è adatta per la mia voce ma le canto<br />

volentieri l’Ave Maria di Gounod, la conosce?”<br />

Le dico che l’ho già ascoltata e che mi pare un bel<br />

modo per s<strong>al</strong>utarci. Detto fatto. La “signora Ester” la<br />

intona con voce limpida e armoniosa dopo essersi<br />

brevemente schiarita la gola. Quasi mi commuove.<br />

Prima di lasciarci vuole sapere qu<strong>al</strong>cosa anche di me,<br />

della mia vita, del mio lavoro. Le racconto solo che mi<br />

sono occupata per tanto tempo di psichiatria. “Per<br />

questo forse c’è empatia tra noi”.<br />

Poi si tace per un attimo e mi s<strong>al</strong>uta con una frase<br />

lapidaria: “Sa, la vita è un’avventura”.

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