Diventare mamma a Savona intervista al professor ... - Auser Liguria

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Volonteurope Novembre 2012-marzo 2013 SAVONA-LONDRA: PRONTO A RIPARTIRE CON IL CESAVO IL PROGETTO EUROPEO DEL VOLONTARIATO SENZA FRONTIERE Dopo la bella esperienza dei 6 volontari d'Oltremanica a Savona, dal 3 al 24 marzo sei savonesi saranno ospiti sulle rive del Tamigi dell’associazione britannica Rsvp Ada, Angelo, Bruno, Gabriella, Graziella e Margherita sono i nostri volontari che andranno a Londra dal 3 al 24 marzo prossimi per attuare la seconda fase del progetto europeo all’interno del programma di apprendimento permanente Grundtvig - Senior Volunteering project. Daisy, Irene, Lucy, Pasquale, Milton e Tony sono invece i volontari inglesi che abbiamo ospitato a Savona dal 4 al 25 novembre 2012. E’ il secondo progetto presentato dal Cesavo in collaborazione con Auser, Arci, Acli ed Anteas finanziato con i fondi europei messi a disposizione per lo sviluppo dell'educazione degli adulti, attraverso percorsi formativi “alternativi” quali esperienze di volontariato in altri paesi europei. Lanciato nel 2000, Grundtvig si propone di offrire agli adulti opportunità per migliorare le loro conoscenze e competenze, facilitare il loro sviluppo personale. In particolare il programma contribuisce a affrontare i problemi connessi con l'invecchiamento della popolazione in Europa. Il Cesavo, come soggetto finalizzato a sostenere e qualificare le organizzazioni di volontariato, favorendone lo sviluppo, la crescita, la capacità di iniziativa, aderisce dal 2005 alla rete europea Volonteurope, grazie alla quale è stato possibile iniziare un percorso di formazione costante e progressivo con le associazioni savonesi che ha permesso nel 2010 di ottenere il finanziamento di un primo progetto elaborato in partnership con l’associazione britannica Rsvp (Retired and senior volunteer programme) anch’essa aderente a Volonteurope. Il buon esito dell’esperienza del 2010 e l’entusiasmo delle associazioni e dei volontari a rinnovare l’esperienza ha portato alla presentazione di un nuovo progetto, approvato e finanziato dall’Unione europea lo scorso anno. Progetto che, nonostante le molte difficoltà incontrate a causa di una ristrutturazione di risorse complessive, sia del Cesavo sia del partner britannico, ha concluso la sua prima fase consistente nell’ospitalità di 6 volontari provenienti dal Regno Unito che lo scorso novembre hanno condiviso la loro esperienza e partecipato attivamente alla attività di volontariato delle associazioni coinvolte nel progetto. Il lavoro preparatorio e di gestione delle attività è stato coordinato dal Cesavo insieme ai volontari di Auser, ANNA CAMPOSERAGNA* 16 Anteas, Arci e Acli. Insieme abbiamo fatto davvero di tutto: dalla predisposizione degli appartamenti degli ospiti, all’organizzazione di attività di volontariato specifiche adatte alle esigenze degli ospiti. Una bella esperienza che ha consentito di scoprire in ognuno di noi, flessibilità e capacità organizzative che l'hanno reso molto più intensa e anche piacevole di quanto avessimo mai pensato. In particolare per due ragioni: una riguardante la dimensione del progetto, l’altra la sua qualità. Infatti, alle associazioni formalmente coinvolte se ne sono aggiunte molte altre: Aias, Aism, Gli amici della Ceramica, Aida, la Bottega della Solidarietà, Cid, Assonautica e, oltre ad esse, le scuole savonesi Mazzini, Colombo, Mameli, Pertini, la facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Genova, allargando di fatto la partecipazione al progetto a tantissime persone e a soggetti diversi. E per quanto riguarda la qualità, tutti i nostri volontari che andranno a Londra hanno stretto un bel legame con i colleghi inglesi che hanno accolto nelle rispettive associazioni in modo tale che quest’esperienza non disattendesse le aspettative maturate nei mesi precedenti da entrambe le parti. E così dal lunedì al venerdì e qualche volta anche nel week end il lavoro si è susseguito dal primo mattino fino a sera. L’Auser, come associazione più simile a quella londinese, ha ospitato i volontari in sede, nell’ambulatorio dei Vado Ligure, nei centri della Marina, Celle, Bergeggi, nella casa di riposo di Noli e del Santuario, oltre che messo a disposizione le attività del Piedibus e in Pinacoteca e tanti volontari. Oltre alle pratiche di volontariato si sono condivise esperienze umane e di vita quotidiana che hanno dato tanto a tutti, lasciandoci più consapevoli del nostro impegno e del valore di quello che facciamo . Sono state tre settimane che resteranno impresse nella nostra memoria con un sorriso, come quello, scanzonato di Pasquale che non c’è più, ma che per tutti noi rappresenta l’immagine di questa bella avventura che si sta compiendo. * Direttore Cesavo Savona
Verso il Congresso nazionale LE SFIDE DELL'AUSER PER UN NUOVO WELFARE Impegno per combattere le disuguaglianze, politica per lo sviluppo sociale, rete di sussidiarietà sul territorio complementare ma non sostituiva dell'intervento pubblico, dialogo con il sindacato L’Auser si prepara al suo prossimo congresso nazionale: “Un progetto sociale per tutte le età, i diversi colori della solidarietà”. Nell'assise, che si svolgerà il 20, 21 e 22 marzo 2013 al Palacongressi di Riccione, sono in vista tante novità politiche e organizzative. Il Paese sta cambiando e ciò rende inevitabile anche un mutamento dell’associazione che deve sapersi adeguare alla nuova situazione sociale del Paese. Dobbiamo fare i conti con i soggetti deboli sempre più colpiti dalla crisi economica. Aumentano le disuguaglianze: da un lato, il 10 per cento delle famiglie italiane detiene quasi la metà della ricchezza nazionale; dall’altro, due milioni e 300mila anziani vivono in condizioni di povertà assoluta, tendenza in continua crescita. Sono venute meno le sicurezze del secolo scorso, che ponevano al centro tre pilastri: istruzione, lavoro, previdenza. E' indispensabile un cambiamento di rotta, investendo moltissimo per sconfiggere le disparità e ridefinire un’idea di società dove, oltre allo sviluppo economico e produttivo, sia assicurato anche lo sviluppo sociale. Un problema, ormai, non più solo nazionale. Coinvolge l’Europa, il cui modello sociale è tuttora di esempio per tutto il resto del mondo. Oltre all’unità politica ed economica, l’Ue deve puntare a rilanciare un modello sociale inclusivo ed equo, dando maggiore attenzione ai temi della povertà, disabilità, sanità, alle barriere. Tutto ciò richiede un rinnovamento del welfare. Un rinnovamento che non sia solo di tipo assistenzialistico, ma anche produttivo; va rilanciata l’economia sociale, sia in termini di prestazioni sociosanitarie e assistenziali integrate sia in termini di possibilità occupazionali per i giovani. Insomma, il welfare, se inteso in termini innovativi, può diventare concretamente un volano di crescita e sviluppo per il paese e per l’intera Europa. In tale scenario, MICHELE MANGANO* l’Auser lancia un progetto sociale specifico articolato su tre assi fondamentali: politiche e azioni sociali generali, politiche e azioni sociali specifiche e politiche organizzative. Da questo punto di vista, vi sono alcune sfide da affrontare. La prima è quella dell’invecchiamento attivo, tema fondamentale per noi, perché può diventare una grande opportunità per la società, una fase della vita che va vissuta nella sua interezza in un’ottica di progettualità, che si deve legare a un forte rapporto intergenerazionale. Altro punto strategico, il ruolo delle associazioni sul territorio, con la creazione di una rete di sussidiarietà capace di dare possibilità in termini complementari e integrativi all’intervento pubblico, senza sostituirsi ad esso, e che sostanzialmente agisca in modo costruttivo per dare risposte qualitative e quantitative adeguate ai bisogni della popolazione. Vogliamo essere un’associazione rivolta in prevalenza agli anziani, ma nel contempo aperta ad adulti, giovani e immigrati per fare accoglienza e integrazione e far vivere armonicamente nel territorio e nella comunità il nostro impegno sociale e culturale. Puntiamo a un volontariato del fare, ma anche del dire, nella direzione dell’intervento concreto, ma anche della denuncia e della proposta, cercando di superare i divari che esistono nel paese, fra nord, centro e sud. Nel Mezzogiorno, in particolare, vi è un disagio sociale crescente, legato alla disoccupazione giovanile, alla povertà, agli anziani indigenti, e in questo l’Auser deve diventare protagonista, assieme agli altri soggetti sociali, di un progetto che cerchi di superare tali difficoltà. Altro aspetto importante, la forte alleanza con i centri di servizio per il volontariato, nati e cresciuti per sostenere lo sviluppo di questo tipo di lavoro. Nel contempo, è basilare anche il rapporto con Cgil e Spi. 10 Abbiamo compiti e ruoli diversi, ma vorremmo offrire al sindacato la nostra esperienza per realizzare una piattaforma più aperta e condivisa, al fine di migliorare e rendere più efficace ed efficiente la contrattazione territoriale e la negoziazione sociale. Dentro al nostro progetto abbiamo individuato delle macro-aree d’intervento. La prima è quella legata al benessere, salute e comunità, e dentro questo filone ci sono Il Filo d’Argento, l’Abitare, il Turismo sociale. Poi c’è l’area dell’apprendimento permanente per tutte le età; segue quella del volontariato civico per la valorizzazione del beni comuni. In questo ambito, c’è tutta la rete organizzativa dell’Auser, dove è molto importante il ruolo svolto dalle donne, che sono la maggioranza, ma che ai livelli apicali non sono ancora pienamente rappresentative. In tal senso, scontiamo un limite e dei ritardi che vanno recuperati, adeguando i tempi di conciliazione. Informazione, comunicazione e formazione sono infine, tre parole strategiche per la nostra politica organizzativa, perché non tutti sanno cos’è l’Auser, anche all’interno del mondo sindacale. E va dunque realizzata una comunicazione capace di fare conoscere le nostre tantissime buone pratiche, così com’è importante la formazione: la nostra complessa organizzazione deve darsi strumenti per realizzare progetti di infrastrutturazione sociale in grado di attingere ai fondi europei, ma anche a quelli regionali e territoriali. Infine, puntiamo a rafforzare la nostra presenza nelle grandi periferie delle aree metropolitane, dove siamo carenti e dove invece esistono grandi contraddizioni e grandi bisogni. In quel contesto, vorremmo rilanciare il nostro intervento per stare più vicino e portare il nostro aiuto concreto alle persone totalmente emarginate ed escluse. *Presidente nazionale Auser
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