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Julius Evola: l'altra faccia della modernità - FedOA - Università degli ...

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studi biologistici, che porta l’autore ad uno sviluppo atipico del tema,<br />

per adeguare le risposte alla contingenza dei tempi.<br />

<strong>Evola</strong> non si interessò al razzismo sulla scia dell’esaltazione<br />

antisemita sfociata nelle leggi fasciste promulgate nel 1938, il suo<br />

interesse è di gran lunga precedente a questa data, e comincia là dove<br />

avvengono i primi contatti con il mondo “tradizionale”. Differenza e<br />

specificità divengono qui gli elementi qualificanti sia i singoli che le<br />

comunità.<br />

“Qualità”: questo è certo un sinonimo di “razza” nel pensiero evoliano<br />

nel quale l’uguaglianza esiste solo in una dimensione indifferenziata,<br />

amorfa. La “forma” diviene un elemento attivo, rappresenta<br />

l’opposizione del κόσµος al caos dell’indistinto, diviene l’essenza<br />

dinamica ed individuante di questa dottrina <strong>della</strong> razza. Una struttura<br />

fortemente organica e verticale è il fondamento metafisico di questa<br />

visione aristocratica.<br />

Seguendo gli insegnamenti tradizionali, l’uomo vero, integrale, è<br />

individuato, lontano dalle concezioni cristiane ed umaniste, in una<br />

struttura unitaria e gerarchica, che ne tiene insieme l’aspetto<br />

biologico, psichico e spirituale. L’uomo non si qualifica in quanto<br />

individuo, nel senso moderno, ma come persona egli è detentore e<br />

portatore di rapporti organici all’interno di una comunità.<br />

Siamo lontani dal concetto illuminista del borghese “cittadino del<br />

mondo”, ma anche dalla concezione <strong>della</strong> cultura quale elemento<br />

cerebrale. Le valenze etico-spirituali sono qualcosa di innato, e<br />

delineano una concezione razzistica antirazionalistica ed<br />

antindividualistica.<br />

“Materialismo zoologico” ed egualitarismo si muovono, per <strong>Evola</strong>,<br />

sullo stesso piano meramente esteriore dell’esistenza. Così, fin dai<br />

primi interventi su La Difesa <strong>della</strong> razza, si oppose alle ignobili<br />

vedute dei razzisti intransigenti, delineando una visione attiva e di<br />

forte responsabilità personale in una prospettiva razziale:<br />

“L’eredità razziale può…paragonarsi a un patrimonio raccolto dagli<br />

avi e trasmesso alla discendenza. Non vi è determinismo, perché alla<br />

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