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Julius Evola: l'altra faccia della modernità - FedOA - Università degli ...

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speranza, come legame con uno dei mondi possibili che seguiranno la<br />

distruzione; si connota ora con i tratti dell’univocità, sostituendo la<br />

certezza realistica alla tensione radicata alla speranza.<br />

Il “rosso porpora” qui non è equivocabile: simbolo di regalità non può<br />

che presagire la prossima rinascita <strong>della</strong> forma incarnata dal principe<br />

Sanmyra: la potenza dell’Imperium.<br />

Σύµβολον ritorna qui al suo significato originario, come oggetto atto a<br />

denotare il legame di ospitalità tra famiglia e famiglia. In questo senso<br />

<strong>Evola</strong> interpreta il simbolo come riconoscimento, costruendo un ponte<br />

tra passato e futuro. Il futuro diventa “ospitale” nei confronti di coloro<br />

che posseggono la forza formatrice per dargli vita. Attraverso il quid<br />

del riconoscimento, ovvero i fondamenti tradizionali che solo alcuni<br />

uomini hanno presenti in sé, si possono creare strutture per un nuovo<br />

Stato gerarchico. Il simbolo perde qui il carattere di funzione per<br />

trasformarsi in evento. E da questo evento, dal symbolon come mano<br />

che afferra il mondo e mondo che si fa afferrabile, la storia si ri-<br />

orienta. Questa prospettiva, riconducendo il senso del legame ad un<br />

ambito familiare, si lega indissolubilmente al concetto di gens.<br />

“Ora finalmente fui libero da ogni dubbio: vi erano ancora tra di noi<br />

uomoni nobili, e nel loro cuore viveva sempre la conoscenza<br />

dell’ordine e di valori di cui la loro nobiltà era conferma. E poiché gli<br />

alti esempi ci muovono all’imitazione io giurai, di fronte a quel capo<br />

mozzo, che in futuro, in qualsiasi istante, avrei preferito morire in<br />

solitudine tra uomini liberi piuttosto che trionfare in mezzo a un<br />

branco di servi” 147 .<br />

Ecco che le strutture delle analisi condotte da <strong>Evola</strong> emergono con<br />

chiarezza: crolla un mondo destinato al fallimento; le nuove elites<br />

fonderanno un nuovo ordine tradizionale. Al fondo di questa visione<br />

affiora il concetto di stirpe, di razza dominatrice che cambierà le sorti<br />

del mondo, facendolo proprio con un atto di potenza.<br />

147 Ibid., p. 95.<br />

95

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