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Julius Evola: l'altra faccia della modernità - FedOA - Università degli ...

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invisibile e un non tangibile quale sovramondo, principio e vita<br />

vera”. 140<br />

Così risuonano le prime parole di Rivolta contro il mondo moderno,<br />

nel tentativo di spiegare quella che tradizionalmente viene definita<br />

“dottrina delle due nature”. Il mondo che si contrappone alla frenesia<br />

del movimento incessante, al divenire, è il mondo dell’essere, <strong>della</strong><br />

stabilità. L’approccio evoliano, marcatamente metafisico, è parallelo<br />

alle riflessioni jüngeriane 141 che oppongono i paesaggi informi e<br />

tenebrosi delle paludi, dominio dell’Oberförster, all’universo ricco di<br />

luce, delimitato dalle scogliere di marmo, <strong>della</strong> Marina. Quest’ultimo<br />

rappresenta un principio di stabilità nella totale disgregazione che<br />

investe gli uomini: è il mondo dell’essere che si oppone al divenire; è<br />

un principio metafisico che si incarna nella storia.<br />

La ricerca di un microcosmo scrutabile, certo, è il punto di partenza<br />

per lo studio del macrocosmo nel quale, le strutture più piccole,<br />

dovrebbero ripetersi ampliandosi. La storia dovrebbe così<br />

rappresentare l’universo dell’incerto, dell’informe, di ciò che è<br />

lontanamente approssimato. Tanto Jünger, quanto <strong>Evola</strong>, vorrebbero<br />

fuggire, abbandonare la storia, per approdare a lidi più tranquilli. Sulle<br />

scogliere di marmo rappresenta, nel percorso dell’anti-Remarque 142 ,<br />

una svolta decisiva dall’atteggiamento guerriero votato all’attivismo,<br />

fissato nei tratti <strong>della</strong> maschera metallica dell’Operaio, al<br />

ripiegamento intimistico, quasi rassegnato, di un cultore di humanae<br />

litterae, passivamente asservito ad un destino incontrovertibile.<br />

“Vedemmo il frutto di molti anni di lavoro cadere preda <strong>degli</strong><br />

elementi, e assieme alla casa anche la nostra opera fu distrutta. Ma<br />

non ci è lecito su di questa terra il pretendere alla perfezione, e quegli<br />

140 <strong>Julius</strong> <strong>Evola</strong>, Rivolta contro il mondo moderno, cit. p. 43.<br />

141 In Jünger l’opposizione fra mondo del divenire storico e perfettibilità immobile<br />

del metafisico diviene evidente nei romanzi Eumeswil ed Heliopolis.<br />

142 La definizione è di <strong>Julius</strong> <strong>Evola</strong>, in L’Operaio nel pensiero di Ernst Jünger,ed.<br />

Mediterranee, Roma 1998.<br />

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