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Julius Evola: l'altra faccia della modernità - FedOA - Università degli ...

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“ogni urto fra forze avverse, per quanto possa essere condotto alla<br />

cieca, somiglia a un colpo di scalpello che scavi in modo sempre più<br />

incisivo, da una massa indeterminata, l’uno o l’altro dei lineamenti di<br />

quest’epoca, già formati in anticipo”. 111<br />

Se, dunque, solo successivamente emerge la forma dell’operaio come<br />

consapevolezza del proprio compito nella storia, l’individuo<br />

differenziato evoliano ha sempre chiaramente presente il proprio<br />

destino di traghettatore di valori attraverso la storia: “L’essere<br />

personale non è sé stesso ma ha sé stesso” 112<br />

E’ opportuno sottolineare come la dimensione filosofica di <strong>Evola</strong><br />

ritorni prepotentemente alla luce in questo testo del 1961. Nonostante<br />

la critica abbia dibattuto per anni sulle posizioni più o meno ortodosse<br />

dell’autore di fronte alle dottrine tradizionali, risulta evidente che un<br />

vero e proprio superamento dell’Io Assoluto non sia mai stato<br />

compiuto definitivamente. L’aspetto dell’opera evoliana in cui si<br />

evidenzia la centralità individuale, fondata su un atto di assoluta<br />

libertà, è il risvolto o piuttosto il ritorno a posizioni <strong>della</strong> prima<br />

produzione, quella giovanile, in cui ancora non era stato compiuto il<br />

salto nell’universo <strong>della</strong> Tradizione. Il mondo tradizionale risulta<br />

essere una costruzione artificiale, uno spazio accogliente nel quale il<br />

nudo Io si rifugia, dopo avere escluso il suicidio come ultima istanza,<br />

una volta giunto alla scoperta <strong>della</strong> propria potenza e <strong>della</strong> totale<br />

assurdità del mondo. Ma questo luogo, è bene tenerlo presente, è<br />

qualcosa che si radica dentro l’uomo, come un albero le cui radici<br />

rimangano nascoste, ma sono il fondamento di ciò che appare in<br />

superficie.<br />

E’ così che <strong>Evola</strong> ritrova nell’Operaio, con uno stile di impegno totale<br />

e impersonale, la tendenza alla realizzazione di una persona assoluta,<br />

attraverso la formula del “realismo eroico”. Ma<br />

111 Ernst Jünger, L’Operaio, Dominio e Forma, cit., p. 56.<br />

112 <strong>Julius</strong> <strong>Evola</strong>, Cavalcare la tigre, cit., p. 109.<br />

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