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Julius Evola: l'altra faccia della modernità - FedOA - Università degli ...

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dell’uomo e dell’ordine nuovo, chiede un maggiore impegno sul piano<br />

esistenziale.<br />

Il recupero di alcune parti de L’Operaio segna, appunto, questo<br />

rinnovato sforzo da parte di <strong>Julius</strong> <strong>Evola</strong>, intento negli stessi anni a<br />

scrivere Cavalcare la tigre, apparso quasi contemporaneamente<br />

(1961), e improntato dalla stessa inclinazione esistenziale: resistere di<br />

fronte al crollo. Proprio il 1945 può essere considerato lo spartiacque<br />

fra le vite di Jünger e di <strong>Evola</strong>: a fine guerra il primo continuerà la sua<br />

attività di romanziere, letterato, osservatore scientifico “esterno”; il<br />

secondo affonderà la sua azione in un mondo che non ha più appigli in<br />

campo politico ma si restringe all’azione personale, esistenziale, che<br />

oppone l’uomo ad un mondo di rovine.<br />

Si potrebbe credere ad una confusione temporale di Jünger e supporre<br />

che i due incontri siano avvenuti sì in Germania, ma prima del 1945,<br />

quando <strong>Evola</strong> intratteneva rapporti con figure importanti <strong>della</strong> cultura<br />

tedesca, e numerosi erano i viaggi che lo portavano oltralpe.<br />

Rimarrebbe il dubbio sul perché non vengano menzionati questi<br />

incontri nella lettera del ’53. La divergenza nelle scelte politiche,<br />

culminata nella svolta del’45, spiegherebbe il mancato assenso<br />

jüngeriano per la traduzione del Der Arbeiter da parte di <strong>Evola</strong>. Non<br />

c’è risposta per la pressoché totale assenza delle lettere di “una lunga<br />

corrispondenza” 105 delle quali Jünger ci mette a conoscenza. Si<br />

potrebbero addurre nuove supposizioni, ma solo nuove ricerche<br />

potrebbero riempire questo vuoto nel rapporto fra due dei maggiori<br />

interpreti dell’atmosfera culturale europea del ‘900.<br />

Possiamo dire, dunque, che il primo contatto sia legato alla lettera<br />

inviata dallo stesso <strong>Julius</strong> <strong>Evola</strong> ad Ernst Jünger nel 1953. I due testi,<br />

L’Operaio e Cavalcare la tigre, sono influenzati dalla medesima<br />

inclinazione esistenziale, ed evidenti sono le assonanze fra l’uomo<br />

differenziato e la via <strong>della</strong> salamandra, benché le due vie d’uscita dal<br />

declino del mondo contemporaneo, siano inclini all’ottimismo l’una,<br />

al pessimismo l’altra. Recuperando la maggiore opera jüngeriana,<br />

pubblicata nel 1932, e riproponendone alcuni brani scelti, a distanza di<br />

105 Intervista ad Ernst Jünger, Il Secolo d’Italia,1 Novembre, 1986.<br />

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