Julius Evola: l'altra faccia della modernità - FedOA - Università degli ...
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ed immaginifici rappresentanti: Ernst Jünger ed Oswald Spengler. Ho<br />
ricostruito l’interesse evoliano per questa atmosfera, rintracciando<br />
nella Prima guerra mondiale un vero e proprio spartiacque spirituale<br />
del ventesimo secolo, che ha aperto la strada a nuovi soggetti politici.<br />
Dal confronto, fatto di adesioni ma anche di ripulse, con Jünger e<br />
Spengler, si evidenziano problemi importanti per la ricostruzione non<br />
solo del pensiero di <strong>Evola</strong>, ma dell’ intero panorama culturale europeo<br />
<strong>della</strong> prima metà del ‘900.<br />
Il terzo e conclusivo capitolo, è dedicato ad uno dei problemi più<br />
delicati e controversi dell’opera evoliana: la questione <strong>della</strong> razza.<br />
L’aspetto centrale <strong>della</strong> mia ricostruzione, mira a definire il cosiddetto<br />
concetto “spirituale” di razza. Ciò non significa sottacere le<br />
dimensioni del βίος, e nemmeno l’atteggiamento fortemente<br />
antisemitico di <strong>Evola</strong>. Ho cercato di sottolineare, piuttosto, che il<br />
legame gerarchico fra spirito e corpo è talmente vincolante, da non<br />
consentire la scissione fra razza del corpo e razza dello spirito. <strong>Evola</strong><br />
ha una concezione organica dell’uomo, che non consente di<br />
considerare in modo nettamente separato spirito, anima e corpo; il suo<br />
è dunque un super-razzismo, in grado di fondere pericolosamente<br />
studi di biologia, intuizioni psicologiche e ricerche di antropologia<br />
culturale. Un razzismo, quello evoliano, diverso, almeno nei suoi<br />
presupposti, tanto dall’ anti-giudaismo radicato in ambienti cattolici,<br />
quanto dall’anti-sionismo socialista e comunista, rinforzato<br />
dall’illusione di complotti internazionali ebraici, che mirano alla<br />
distruzione <strong>della</strong> vecchia Europa.<br />
Auspicabilmente, la ricerca compiuta, al di là dei suoi aspetti specifici,<br />
si propone di mettere in rilievo la centralità che anche <strong>Evola</strong> ebbe nel<br />
pensare la crisi del ‘900. L’insoddisfazione per le teorie positivistiche<br />
e progressistiche del XIX secolo, il naufragio dell’umanitarismo<br />
nell’oceano di fuoco delle armi, hanno dato vita a nuove filosofie,<br />
nuovi atteggiamenti di fronte al mondo, che hanno fatto volgere lo<br />
sguardo ad una nuova utopia: l’utopia <strong>della</strong> stabilità.<br />
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