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Julius Evola: l'altra faccia della modernità - FedOA - Università degli ...

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di ogni sorta, registrare, nuovamente, il tentativo evoliano di<br />

ricostruzione <strong>della</strong> realtà dopo panorami di macerie. Come per<br />

l’esperienza artistica esistono due fasi ben distinte e separate:<br />

distruggere e rifondare.<br />

La stessa mitologia, in <strong>Evola</strong>, si trasforma in una gabbia epistemica,<br />

vincolata ad un’ideologia tipica di un pensiero marcatamente<br />

modernistico. Il carattere mitico dei referenti ideali dell’età dell’Oro,<br />

mostra costantemente un volto ambiguo: un Giano bifronte che volge<br />

lo sguardo a mondi antichi a lande moderne contemporaneamente.<br />

Questa originale rivisitazione <strong>della</strong> tradizione si allontana<br />

dall’immagine a noi più nota dell’uomo antico vincolato alla comunità<br />

da rapporti definiti e inserito in un mondo e una natura dagli aspetti<br />

sacrali, che scandiscono il ritmo stesso <strong>della</strong> vita dell’uomo. Per<br />

<strong>Evola</strong>, al contrario, essere nella tradizione significa liberarsi dai<br />

vincoli dell’andamento cosmico, dal ritmo del destino, significa<br />

destarsi dal sonno e creare liberamente.<br />

“Quando non si abbia in vista ciò che personalmente e<br />

pragmaticamente una data credenza può valere pel singolo, ma si<br />

abbia in vista un movimento, seguire una via autonoma<br />

abbandonando la Chiesa al suo destino, data la sua attuale incapacità<br />

di dare un crisma ufficiale ad una vera grande Destra tradizionale e<br />

supertradizionale, è la norma che a nostro parere si impone” 61 .<br />

Non è sconcertante, qui, il riferimento al cattolicesimo, peraltro<br />

apertamente criticato in numerose opere ed articoli, piuttosto<br />

sorprende l’atteggiamento che <strong>Evola</strong> esorta ad avere nei confronti<br />

delle tradizioni entrate in una fase di decadenza. Comunemente le<br />

dottrine tradizionali chiedono, all’uomo che si trovi a vivere un ciclo<br />

oscuro, di rimanere fedele al mos maiorum, di non spezzare il patto<br />

originario che lo lega a quanto ancora resta di valido e spiritualmente<br />

operativo nella tradizione d’appartenenza. Seguendo l’esempio dei<br />

padri, occorre mantenersi fedeli al cuore vivente <strong>della</strong> tradizione dei<br />

61 <strong>Julius</strong> <strong>Evola</strong>, Gli uomini e le rovine, Volpe Editore, Roma 1972, cit. pp. 165-166.<br />

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