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Julius Evola: l'altra faccia della modernità - FedOA - Università degli ...

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carica esplosiva, carica di un pathos che non inorridisce di fronte alla<br />

figura del nulla emergente dalle rovine <strong>della</strong> tradizione.<br />

Spezzato ogni legame col passato, la realtà assume nuove forme,<br />

svincolandosi da modelli che ambiscono ad un posto nella grande<br />

Storia. E’ indubbio che <strong>Evola</strong> abbia contribuito, nella fase giovanile<br />

<strong>della</strong> propria produzione, a questo spirito di rivolta, avvicinandosi al<br />

movimento futuristico. Ma egli è andato oltre. Non si è appagato del<br />

nichilismo, ha voluto, come altri spiriti sensibili <strong>della</strong> sua generazione,<br />

dargli connotati attivi per far tornare fecondo il terreno storico. E’ in<br />

questo contesto che matura la figura titanica dell’Individuo Assoluto,<br />

soddisfatta del proprio ruolo da dio, e artefice del proprio mondo. Ma<br />

l’orizzonte scompare senza saldi punti di riferimento e così <strong>Evola</strong>, con<br />

la sua smania da “superatore”, costruisce il castello artificioso <strong>della</strong><br />

tradizione, lido sicuro nel quale rifugiarsi quando l’esistenza sembra<br />

perdere completamente di senso.<br />

Il sistema filosofico evoliano ha i caratteri di una vera e propria<br />

ideologia; il suo non è un innocuo tentativo di interpretare il mondo<br />

bensì una risoluta azione di trasformazione rivoluzionaria <strong>della</strong> realtà.<br />

Già a partire dal periodo di vita intellettuale da lui stesso definito<br />

filosofico, la filosofia non è altro che uno<br />

“strumento per l’espressione di idee attinenti al pensiero magico” 57<br />

laddove, come abbiamo visto, magico non significa che pratico.<br />

Bisogna sottolineare con forza che la prospettiva evoliana si allontana<br />

irrimediabilmente dal pensiero <strong>degli</strong> idealisti per i quali, in fondo, un<br />

“idealismo magico” non sarebbe stato certo concepibile.<br />

“I filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo; si tratta<br />

di trasformarlo”,<br />

57 <strong>Julius</strong> <strong>Evola</strong>, L’Individuo e il divenire del mondo, Carmagnola, 1976, pp. 55-56,<br />

cit. nota 63.<br />

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