Julius Evola: l'altra faccia della modernità - FedOA - Università degli ...
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erectus una forma regredita e degenerata dell’uomo, anziché questo<br />
una specie evoluta di quello.<br />
“D’altra parte, è molto significativo il fatto che le popolazioni<br />
sussistenti ove ancora vigerebbe il presunto stato originario<br />
primitivistico e barbaro, poco confortano l’ipotesi evoluzionistica.<br />
Sono ceppi che, invece di evolversi, tendo ad estinguersi col che<br />
dimostrano di esser appunto residui degeneresceti di cicli, le cui<br />
possibilità vitali erano esaurite, ovvero elementi eterogenei, tronchi<br />
lasciati indietro dalla corrente centrale dell’umanità” 205 .<br />
Questa considerazione potrebbe essere supportata dal dato stesso che<br />
gruppi presenti in Africa, Amazzonia, Oceania, in cui è ravvisabile la<br />
presunta tipologia pimitivistica, tendano naturalmente ad estinguersi<br />
piuttosto che a svilupparsi in senso progressivo. Per<br />
l’antievoluzionismo evoliano, la dottrina progressistica sarebbe<br />
inadatta a fornire risposte anche alla caduta di livello di alcuni popoli<br />
che, seppur eredi di grandi civiltà, sono inesorabilmente scomparsi dal<br />
panorama storico. Così a sfavore del determinismo darwiniano depone<br />
il sorgere improvviso di personalità d’eccezione in comunità già<br />
avviate alla decadenza, di cui la storia è ricca di esempi.<br />
Per quanto concerne la presunta evoluzione alla quale l’uomo sarebbe<br />
votato, <strong>Evola</strong> aggiunge:<br />
“lo stesso può dirsi per molti popoli selvaggi ancora viventi: essi non<br />
si evolvono, essi si estinguono. Il loro civilizzarsi non è una<br />
evoluzione, ma quasi sempre una brusca mutazione che colpisce le<br />
loro possibilità vitali. Infatti, per la possibilità di evolvere o di<br />
decadere, esistono dati limiti. Vi sono specie che conservano le loro<br />
caratteristiche anche in condizioni relativamente diverse a quelle a<br />
loro naturali; altre, invece, in tal caso si estinguono; oppure<br />
subentrano mescolanze con altri elementi, nelle quali, in fondo, non si<br />
ha assimilazione nè vera evoluzione. Per il risultato di queste<br />
205 Ibid., p. 221.<br />
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