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Julius Evola: l'altra faccia della modernità - FedOA - Università degli ...

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La visione progressistica del mondo vuole presentare l’intera storia<br />

come un susseguirsi di conquiste, andate a spezzare gli anelli <strong>della</strong><br />

lunga catena che tenne imprigionata l’umanità nei meandri<br />

dell’ignoranza e <strong>della</strong> superstizione, ma questo è un errore<br />

fondamentale; il consolidarsi dell’errore di più generazioni disabituate<br />

a pensare oltre i nominalismi e non più attente a valutare quanto non<br />

sia soggetto a sperimentazioni, cambiamenti, revisioni. L’idea del<br />

progresso presuppone un’adesione fideistica a tesi riassumibili nei<br />

seguenti termini: sin dai suoi inizi l’uomo si è evoluto in campo<br />

biologico, scientifico, morale e sociale.<br />

“Gli evoluzionisti credono di tenersi positivamente ai fatti. Essi non<br />

dubitano che i fatti, in se stessi, sono muti; che stessi fatti, interpretati<br />

variamente, danno testimonianza per le tesi più varie”. 198<br />

<strong>Evola</strong>, attingendo pienamente da un ampio dibattito che, a cavallo fra<br />

‘800 e ‘900, influenzò buona parte <strong>della</strong> cultura europea 199 , sviluppa<br />

numerose critiche che intrecciano problemi filosofici, sociologici e,<br />

non ultimo, biologici, inserendosi nella folta schiera di<br />

antievoluzionisti ed antidarwiniani vicini alla teoria delle mutazioni<br />

del botanico olandese Hugo de Vries 200 .<br />

E’ interessante notare come argomentazioni contrarie alle teorie di<br />

Darwin vengano articolata già in Rivolta contro il mondo moderno,<br />

testimoniando l’interesse, in primo luogo culturale ed antropologico,<br />

198 Ibid., p.222<br />

199 Per un inquadramento delle teorie biologiche fra Ottocento e Novecento cfr. F.<br />

Mon<strong>della</strong>, La biologia alla fine dell’Ottocento, in Storia del pensiero filosofico e<br />

scientifico, vol.V.; A. Orsucci, Dalla biologia cellulare alle scienze dello spirito.<br />

Aspetti del dibattito sull’individualità nell’Ottocento tedesco, Bologna, Il Mulino,<br />

1992.<br />

200 Hugo de Vries (Haarlem, Paesi Bassi, 1848-Lunteren, 1935) fu l’ideatore <strong>della</strong><br />

Teoria delle mutazioni o mutazionismo, secondo la quale ogni organismo presenta,<br />

nel corso <strong>della</strong> propria storia, una serie di variazioni improvvise e del tutto<br />

ereditarie. La sua teoria, in conflitto col darwinismo, pose il primato<br />

dell’indipendenza <strong>della</strong> variabilità <strong>della</strong> specie dalle influenze ambientali.<br />

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