Julius Evola: l'altra faccia della modernità - FedOA - Università degli ...
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onnipotente: senza speranza migliore, alla fine, di quella di un<br />
redentore che produrrà dall’esterno il riscatto” 186 .<br />
Questo passo è denso di riferimenti che chiariscono alcuni aspetti<br />
fondamentali del rapporto uomo-sacro: in primo luogo l’Albero<br />
rappresenta, simbolicamente, la vita nella pienezza del suo significato<br />
pre-cristiano, una vita in cui ogni aspetto è pienamente valorizzato,<br />
dove uomo e dio non sono ancora scissi; in secondo luogo l’uomo, nel<br />
tentativo di recuperare la vera vita, viene sedotto dalla donna e dunque<br />
perde il suo aspetto di virilità attiva, di eroe guerriero, diventando<br />
succubo <strong>della</strong> donna e <strong>degli</strong> aspetti tellurici dello spirito; in terzo<br />
luogo egli diviene un peccatore, un uomo oramai scisso e dilaniato da<br />
sofferente maledizione, che lo allontana irrimediabilmente da dio.<br />
Il primo cambiamento che incombe sul popolo ebraico dalla caduta di<br />
Abramo, concerne il passaggio da una dimensione attiva <strong>della</strong> vita ad<br />
una passiva. L’uomo non è più legato al divino, ha perso la possibilità<br />
di essere pari ad un dio; la sua condizione si scinde irrimediabilmente<br />
dalla sacralità che solo ai guerrieri spettava, ed è relegato nel fango<br />
<strong>della</strong> terra, riverente nei confronti dell’Onnipotente, implorante<br />
affinchè gli venga concessa la redenzione. Qui ogni possibilità di<br />
scelta viene annullata e l’uomo non vive più in senso attivo.<br />
L’uomo, che è potenza, come può accettare una condizione limitata e<br />
subordinata come questa che emerge dallo spirito ebraico? Dopo il<br />
dissolvimento nichilistico compiutosi nell’adesione al dadaismo, il<br />
percorso intellettuale di <strong>Evola</strong> è incessantemente teso alla<br />
ricostruzione di un uomo stabile, ab-soluto, centro di se stesso ed<br />
autosufficiente, incurante del mondo esterno e di tutti gli appoggi che,<br />
all’inizio del secolo, erano crollati fragorosamente: come può, egli,<br />
ammettere che sia un dio a disporre <strong>della</strong> vita? Come può, questo dio,<br />
umiliare l’uomo e, a piacimento, redimerlo?<br />
In questo modo l’uomo assume dei connotati sub-umani, si allontana<br />
dal suo ideale caratteristico che dovrebbe essere quello regale, quello<br />
guerriero dell’affermazione trasfigurante, e si avvicina al religioso<br />
186 <strong>Julius</strong> <strong>Evola</strong>, Rivolta contro il mondo moderno, cit.p. 282<br />
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