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Julius Evola: l'altra faccia della modernità - FedOA - Università degli ...

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satyâ significa vero, e la designazione latina “del re o dio dell’età<br />

aurea Saturno”. 168<br />

Questa prima età dell’essere è anche l’età dei Viventi, in cui la vita è<br />

simile a quella <strong>degli</strong> dei; simboli di solarità, polarità, altezza e stabilità<br />

vengono racchiusi nel simbolismo <strong>della</strong> “terraferma”, dell’ “isola”, del<br />

monte, <strong>della</strong> “terra di mezzo”, una sorta di luoghi eterni dove la morte<br />

non può intervenire poiché il principio solare vi irradia<br />

permanentemente luce. E’ interessante notare come <strong>Evola</strong>, esaltatore<br />

di una vera e propria ontologia metafisica e critico delle teorie<br />

biologico-sociali che vedono nell’ambiente una fonte di influenza per<br />

la formazione dell’uomo, delinei una opposizione Nord-Sud non solo<br />

seguendo aurei principi tradizionalistici, bensì riferendosi a<br />

caratteristiche materiali con giudizi fortemente valutativi. Non si può<br />

indagare l’occulta relazione esistente fra le realtà delle condizioni<br />

esterne ed il destino che obbedisce ad un significato profondo, dice<br />

<strong>Evola</strong>, ma ci è dato di rintracciare i fattori ambientali e climatici che<br />

chiariscono, per analogia, i motivi dell’avvenuta differenziazione.<br />

“Specie nel periodo del lungo inverno glaciale, era naturale che nelle<br />

Razze del Nord l’esperienza del Sole, <strong>della</strong> luce e dello stesso fuoco<br />

agisse in un senso di spiritualità liberatrice, però che nature urano-<br />

solari, olimpiche di fiamma celeste venissero in primo piano nel<br />

simbolismo sacrale di queste razze più che non in altre. Inoltre la<br />

rigidità del clima, la sterilità del suolo, la necessità <strong>della</strong> caccia,<br />

infine la necessità di emigrare, di attraversare mari e continenti<br />

sconosciuti, dovette naturalmente plasmare coloro che interiormente<br />

conservavano questa esperienza spirituale del Sole, del cielo luminoso<br />

e del fuoco in tempre di guerrieri, di conquistatori, di navigatori,<br />

tanto da propiziare quella sintesi fra spiritualità e virilità, di cui si<br />

conservarono tracce caratteristiche nelle razze indoeuropee”. 169<br />

168 Ibid cit. p. 226<br />

169 Ibid cit. p. 250<br />

118

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