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Julius Evola: l'altra faccia della modernità - FedOA - Università degli ...

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questioni giuridiche. Tutto ciò è chiaro agli occhi di <strong>Evola</strong> che<br />

riconosce, fra i primi motivi di un sentimento razzista in Italia, dei<br />

“motivi intrinseci abbastanza legittimi a determinare quella svolta.<br />

Anzitutto in seguito alla creazione dell’impero africano e ai<br />

corrispondenti nuovi contatti coi popoli di colore si imponeva un<br />

rafforzamento del sentimento di distanza e <strong>della</strong> coscienza <strong>della</strong><br />

propria razza in senso generico, per prevenire pericolose promiscuità<br />

e tutelare un necessario prestigio”. 155<br />

Ma non è sul piano politico-sociale che <strong>Evola</strong> fonda la propria visione<br />

razzistica, criticando, già molto prima dell’ epilogo del 1945, proprio<br />

quegli aspetti marcatamente materialistici e biologistici del razzismo,<br />

dei quali Italia e Germania si erano criminosamente fatte portavoce.<br />

Le prime pubblicazioni sulla questione <strong>della</strong> razza vedono la luce nel<br />

1932, su una rivista che nulla condivide delle livide polemiche di<br />

stampo darwinistico portate avanti con pressappochismo e con una<br />

violenza spicciola e virulenta. La Nobiltà <strong>della</strong> Stirpe, diretta da<br />

Stefano Mario Cutelli, ospita gli articoli dello scomodo autore di<br />

Imperialismo Pagano, rintracciando in questi un’assonanza con i<br />

propri intenti culturali, lontano da divulgazioni a carattere<br />

esclusivamente e volgarmente razziale; le analisi <strong>della</strong> razza dovevano<br />

servire alla valorizzazione dell’unica custode di valori ereditari<br />

psicobiologici <strong>della</strong> società moderna: la famiglia. Una “piccola<br />

stirpe”, designata quale portatrice <strong>della</strong> testimonianza peculiare<br />

qualitativa di una razza come carattere distintivo di un gruppo di<br />

uomini, in un mondo votato alla massificazione ed alla avanzata<br />

incessante del collettivismo.<br />

La nobile famiglia italiana, tanto cara a Cutelli, deve ergersi dallo<br />

stato privato allo stato pubblico, diventando<br />

155 Ibid,. cit., p. 149..<br />

108

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