Cimarra-Petrosellii libro canepina - Comune di Canepina
Cimarra-Petrosellii libro canepina - Comune di Canepina Cimarra-Petrosellii libro canepina - Comune di Canepina
L’ipotesi che le annotazioni manoscritte debbano attribuirsi al Giacomelli stesso trova conferma nel fatto che solo un linguista esperto di trascrizione fonetica poteva senza difficoltà adoperare determinati segni diacritici per indicare la qualità della vocale tonica o altri particolari suoni consonantici. Sebbene il ductus della scrittura dimostri che gli interventi siano da attribuirsi in massima parte ad una stessa persona, pur tuttavia non è difficile riconoscere anche l’intervento sporadico di una seconda mano. Criteri di edizione del testo. Per garantire la fruibilità dell’edizione a vari livelli e uniformare i criteri di presentazione, siamo intervenuti sul testo originale con una serie di operazioni: riordino alfabetico, eliminazione degli errori ortografici, trascrizione fonetica, accentazione, qualifica grammaticale, organizzazione e definizione dei lemmi, aggiunta dei riscontri areali, brevi commenti. In dettaglio: 1. Grafia. I compilatori hanno adottato una grafia “normale”, propria della LNaz., ma utilizzandola in maniera non del tutto coerente. Non vengono evidenziati i casi di raddoppiamento sintattico o di altri fenomeni fonetici all’interno di sintagmi. I lemmi sono scritti con iniziale maiuscola. Un apostrofo iniziale indicante aferesi compare per: ‘a, ‘na, ‘ngamà, ‘nzio; un apostrofo finale apposto negli inf. tronchi (tranne appométta, còcia, métta, reghièa, ingiglia (quest’ultimo privo di accento). In e’, con l’apostrofo si vuole distinguere la prep. “di” dalla cong. “e”. La qualità vocalica delle toniche è in alcuni casi segnata con accento grafico, acuto o grave: béa, didoléllo, capitòncolo, còcia, capròniche, dèce, ecc.; ma nella maggioranza dei casi non viene indicata (per es. in accipresso, acciprete, adore, ecc.). La pronuncia della vocale palatale e si deve intendere chiusa in numerosi lemmi: appometta, arvoleto, bresco, bresello, caniella, chiuelli, costareccio, ende, eto, ecc.; mentre sarà aperta in: anistrello, bardella, barozza, biende, cabocerro, cartello, cembanello, ecc. Analogamente la velare o è chiusa in: adore, bearone, bicóne, biónzo, carvone, catorcione, depenadoo, ecc.; aperta in alcuni casi: bidocchio, cascamorto, chiovo, ciancotto, cifolotti, coroglio, ecc. Per quanto concerne la pronuncia delle consonanti, la grafia normale non consente di distinguere la sonorità dell’affricata dentale (per es. in ammeźźato), mentre spesso per le sorde, dopo il lemma, viene inserita tra parentesi l’avvertenza: “pr.(onuncia] ts”. In vari casi la pronuncia resta incerta, per es. nel caso di bbionzo, bbozzo, ed altre parole. Non si segnala, con il grafema z (usato nel caso di lanzagnòlo), l’affricazione della sibilante s che avviene dopo liquida (l, r) o nasale (n), per cui nel testo leggiamo: piérsica. 113
Non viene indicata con il grafema [bb] la pronuncia intensa della occlusiva bilabiale in posizione iniziale (come per banatóo); né risulta dalla grafia jocchì la reale pronuncia intensa della fricativa palatale sonora all’iniziale e in posizione intervocalica (biajólo, dejuno). 2. Accentazione. L’accento è segnato sulle sgg. parole tronche: caricompé, borzacchè, dobidò, fò, ecc. Compare, ma non sempre, su parole sdrucciole: amàndeli, biricòcolo, bégono, béttala, bìfara, birìcocolo, bòccheli, cacatrémulo, capitòncolo, càvala, ceprìgnolo, còmmido, corvàttola, fucétala, làppola, ecc. L’accento, non sempre indispensabile, è segnato anche su: sàvia, guìa, àa, abbidúccio (ma angaruccio), cecàa; superfluo su: sedìmi e sulla serie addào, gambonào, gazzolào, gellào. Manca l’accento grafico in: arvoro, agnolo, assaia, assia, bicio, bucero, capifoglielo, cepiccia, chicchera, ecc. 3. Scelta dei lemmi. Non sembra che la raccolta sia stata svolta in maniera sistematica, né seguendo uno schema o una griglia di argomenti. La maggioranza dei lemmi è costituita da sostantivi e verbi, cui fanno seguito gli aggettivi (23). In netta minoranza compaiono: antroponimi (25), articoli (2), avverbi (24), congiunzioni (1), interiezioni (2), ipocoristici (2), loc.avv. (10), numerali (1), part.pass. (2), preposizioni (5), pronomi (5), toponimi (1). Rare le varianti apposte accanto alla voce ad esponente: annaìa / annìa, assìa / assaìa, bbucèro / bbucióso, mòcco / vòcco, òmmino / jjòmmino, òglie / òje, perosello / pelosello. 4. Qualifica grammaticale. Nel testo originale manca ogni indicazione di categoria grammaticale, genere e numero. Soltanto al lemma morre è fatta seguire l’annotazione del genere, ponendo l’articolo tra parentesi: (la). In due casi soltanto si specifica: siè! – sedere (verbo); ‘a – la (articolo). Uniche annotazioni morfologiche: isto (part. pass.) e vinghio (pl. vinghia). In pochi casi vengono presentati sinonimi, per es. sotto: bbabbano, bbabbalóne; caccià ffòra, gomità; matricina, guìa; mórre, morrale; pesasasso, pesafèrro; scioana, sciucinda; scoppolarèlle, spaccarèlle. Accanto a pòro compaiono gli alterati porétto e porettéllo; inoltre: cémbano e cembanèllo; dìdolo e didoléllo; guitto e guittaccióne. Sotto alcuni nomi di parentela sono aggiunte le forme con i possessivi enclitici: gliènerimo, guinàtimo, marìtimo, móglima, sòrima. Raramente si produce qualche esempio dell’uso o si arricchisce il lemma di fraseologia: a ppicco, fane caricompé, fa ddì ta na ggiuinòtta, glì a ffurestiéro, magnà n gréppa, quell’jjómmino, na che, n g’è qquèlle, sordato co a pénna, tunquèlle mi mà, che ddio ce ne delìbberi!, fico streali, madònna da condizzióne, pe qquèlle affatto affine, stà all’annutta de, àglio cacciato fòra, glì a rreghjèa, sun gapo. 114
- Page 62 and 63: tica sintattica: n gristiano [VAL],
- Page 64 and 65: giuno” [SA]; carejjà, dejjuno, p
- Page 66 and 67: paragonare a quelli di centri vicin
- Page 68 and 69: si ppàcio!, “quanto sei pazzo!
- Page 70 and 71: poter riuscire a circoscrivere zone
- Page 72 and 73: sulta da: sartóre, oltre dai citat
- Page 74 and 75: Tuttavia, nel quadro generale è po
- Page 76 and 77: [BOM, CNP, VAL], usata anche in fun
- Page 78 and 79: egistro arcaico con iniziale in fri
- Page 80 and 81: In un gran numero di località, inf
- Page 82 and 83: 8) Mattesini 1985. Per la fascia al
- Page 84 and 85: ne: jjesséra e ll’altière “l
- Page 86 and 87: 43) A Marta i pescatori dicono rié
- Page 88 and 89: [MF]; ragusta “aragosta” [T]; l
- Page 90 and 91: cummunióne, cuncimà, cunijjo “c
- Page 92 and 93: [VT]; bbiriquòcolo “albicocco”
- Page 94 and 95: opalatale sonora di tipo toscano. A
- Page 96 and 97: fogli intercalari viene tra l’alt
- Page 98 and 99: 140) Cfr. a Blera l’idronimo rioc
- Page 100 and 101: cia, sàicio, saidà “saldare”,
- Page 102 and 103: di), scialacà “spiccare il primo
- Page 104 and 105: ta), sternardo “stendardo” [F];
- Page 106 and 107: “trave”, vèrmo, vétrico “ve
- Page 108 and 109: compensi”, siddiòle “se Dio vu
- Page 110 and 111: AVVERTENZA La copia dei materiali l
- Page 114 and 115: Viene inserito un solo proverbio: s
- Page 116 and 117: discrezione di articolo (àbbise) e
- Page 118 and 119: zellotti 16), cfr. allegare M&U 19
- Page 120 and 121: arrimmiscidasse, v.intr.pron., riav
- Page 122 and 123: éttala, s.f., osteria {CLA id.} ||
- Page 124 and 125: cacatrèmulo, s.m., mortaretto || C
- Page 126 and 127: carcagno, s.m., calcagno, tallone {
- Page 128 and 129: chjòvo, s.m., chiodo || chjòo BT,
- Page 130 and 131: BL, VT || coròjo S (F&C 54), corò
- Page 132 and 133: 67, lagna Moretti 213; diasira Brus
- Page 134 and 135: fornacèlla, s.f., debbio {CLA quas
- Page 136 and 137: gane, s.m., arnese per tirare i cer
- Page 138 and 139: 113, Moretti 271; cfr. gavòcciolo
- Page 140 and 141: intonnato, agg., contuso {CLA sò t
- Page 142 and 143: 91), M&U 273 || linzólu Bruschi 19
- Page 144 and 145: marvacìa, s.f., qualità d’uva,
- Page 146 and 147: muccì, v.intr., andarsene {CLA pri
- Page 148 and 149: schi 263, B&N-E 84, ómo Silvestrin
- Page 150 and 151: pelà, v.tr., pelare || v.intr. sco
- Page 152 and 153: porettéllo, agg. e s.m., (dim.), p
- Page 154 and 155: quèlle, pron.indef., niente: n g
- Page 156 and 157: alocco fatto col guscio di noce Gin
- Page 158 and 159: scoppolarèlle, agg.f.pl., spaccar
- Page 160 and 161: sorfarïólo, s.m., recipiente [?]
Non viene in<strong>di</strong>cata con il grafema [bb] la pronuncia intensa della<br />
occlusiva bilabiale in posizione iniziale (come per banatóo); né risulta<br />
dalla grafia jocchì la reale pronuncia intensa della fricativa palatale<br />
sonora all’iniziale e in posizione intervocalica (biajólo, dejuno).<br />
2. Accentazione. L’accento è segnato sulle sgg. parole tronche: caricompé,<br />
borzacchè, dobidò, fò, ecc. Compare, ma non sempre, su parole<br />
sdrucciole: amàndeli, biricòcolo, bégono, béttala, bìfara, birìcocolo,<br />
bòccheli, cacatrémulo, capitòncolo, càvala, ceprìgnolo, còmmido, corvàttola,<br />
fucétala, làppola, ecc.<br />
L’accento, non sempre in<strong>di</strong>spensabile, è segnato anche su: sàvia,<br />
guìa, àa, abbidúccio (ma angaruccio), cecàa; superfluo su: sedìmi e<br />
sulla serie addào, gambonào, gazzolào, gellào. Manca l’accento grafico<br />
in: arvoro, agnolo, assaia, assia, bicio, bucero, capifoglielo, cepiccia,<br />
chicchera, ecc.<br />
3. Scelta dei lemmi. Non sembra che la raccolta sia stata svolta in<br />
maniera sistematica, né seguendo uno schema o una griglia <strong>di</strong> argomenti.<br />
La maggioranza dei lemmi è costituita da sostantivi e verbi, cui fanno<br />
seguito gli aggettivi (23). In netta minoranza compaiono: antroponimi<br />
(25), articoli (2), avverbi (24), congiunzioni (1), interiezioni (2),<br />
ipocoristici (2), loc.avv. (10), numerali (1), part.pass. (2), preposizioni<br />
(5), pronomi (5), toponimi (1).<br />
Rare le varianti apposte accanto alla voce ad esponente: annaìa /<br />
annìa, assìa / assaìa, bbucèro / bbucióso, mòcco / vòcco, òmmino /<br />
jjòmmino, òglie / òje, perosello / pelosello.<br />
4. Qualifica grammaticale. Nel testo originale manca ogni in<strong>di</strong>cazione<br />
<strong>di</strong> categoria grammaticale, genere e numero. Soltanto al lemma<br />
morre è fatta seguire l’annotazione del genere, ponendo l’articolo tra<br />
parentesi: (la). In due casi soltanto si specifica: siè! – sedere (verbo); ‘a<br />
– la (articolo). Uniche annotazioni morfologiche: isto (part. pass.) e<br />
vinghio (pl. vinghia).<br />
In pochi casi vengono presentati sinonimi, per es. sotto: bbabbano,<br />
bbabbalóne; caccià ffòra, gomità; matricina, guìa; mórre, morrale;<br />
pesasasso, pesafèrro; scioana, sciucinda; scoppolarèlle, spaccarèlle.<br />
Accanto a pòro compaiono gli alterati porétto e porettéllo; inoltre:<br />
cémbano e cembanèllo; dìdolo e <strong>di</strong>doléllo; guitto e guittaccióne.<br />
Sotto alcuni nomi <strong>di</strong> parentela sono aggiunte le forme con i possessivi<br />
enclitici: gliènerimo, guinàtimo, marìtimo, móglima, sòrima.<br />
Raramente si produce qualche esempio dell’uso o si arricchisce il<br />
lemma <strong>di</strong> fraseologia: a ppicco, fane caricompé, fa ddì ta na ggiuinòtta,<br />
glì a ffurestiéro, magnà n gréppa, quell’jjómmino, na che, n g’è qquèlle,<br />
sordato co a pénna, tunquèlle mi mà, che d<strong>di</strong>o ce ne delìbberi!, fico<br />
streali, madònna da con<strong>di</strong>zzióne, pe qquèlle affatto affine, stà<br />
all’annutta de, àglio cacciato fòra, glì a rreghjèa, sun gapo.<br />
114