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che aveva mai visto, potessero o no essere una manifestazione gassosa di<br />
forza elettrostatica. Sicuramente c’erano abbondanti esempi sperimentali in cui<br />
un qualcosa di puramente gassoso, così diverso da qualsiasi cosa di elettrico,<br />
stava cominciando a rendersi chiaramente manifesto. Il modo in cui l’onda<br />
d’urto (shockwave) radiante si spostava sugli avvolgimenti di filo sotto forma di<br />
flussi laminari bianchi tremolanti, portò a una nuova rivoluzione di pensiero. Gli<br />
impulsi di voltaggio attraversavano la superficie del secondario come un<br />
impulso di gas sotto una compressione che aumenta. Sino a quando non<br />
raggiungevano l’estremità libera della bobina, questi impulsi gassosi<br />
scorrevano sulla superficie del rame piuttosto che attraverso di essa. Tesla si<br />
riferiva a questo fenomeno specifico come all’“effetto pelle”. In questo effetto<br />
la scarica assomigliava molto alla maniera in cui i gas si muovono sopra le<br />
superfici. Per di più, ogniqualvolta una punta metallica veniva collegata al<br />
terminale superiore di uno dei suoi trasformatori, il vapore diventava più<br />
direzionale. Si comportava proprio come un flusso d’acqua in un tubo. Quando<br />
il flusso bianco tremolante era indirizzato verso piastre di metallo distanti,<br />
produceva cariche di elettroni. Questa produzione di carica poteva essere<br />
misurata come amperaggio, “corrente”, sul luogo di ricezione. Durante il<br />
transito, tuttavia, tale amperaggio non esisteva. L’amperaggio appariva solo<br />
quando veniva intercettato. Eric Dollard ha dichiarato che lo spazio che<br />
circonda i Trasformatori a Impulso di Tesla si agita così tanto con questi flussi<br />
che “la corrente di intercettazione” può raggiungere svariate centinaia o<br />
addirittura migliaia di ampere. Ma di cosa era composto questo flusso<br />
misterioso? Tesla combatté con il dubbio che questi fenomeni di scarica<br />
potessero essere elettricità ordinaria che si comportava in modi straordinari.<br />
Ma l’elettricità aveva davvero una natura scorrevole, mite e tremula?.<br />
L’elettricità con cui egli aveva familiarità era scioccante, rovente, scottante,<br />
mortale, penetrante, pungente, tutti attributi irritanti. Ma questo fenomeno di<br />
scarica era freddo o caldo al tocco, mite e delicato. Non avrebbe potuto<br />
uccidere.<br />
Perfino il modo in cui l’impulso esplodeva, sotto forma di scariche bianche<br />
brillanti di voltaggio enormemente trasformato, sembrava il modo in cui si<br />
comportano i gas quando vengono rilasciati dai loro recipienti sotto pressione.<br />
Queste riflessioni meditative convinsero Tesla che questo effetto non era di<br />
natura puramente elettrica. Esaminando attentamente le fiamme bianche,<br />
Tesla capì perché non c’era “corrente elettrica” misurabile sulla corona di<br />
queste bobine attivate. I normali portatori di cariche pesanti, gli elettroni, non<br />
potevano viaggiare rapidamente come l’impulso radiante stesso. Fermati nel<br />
lattice metallico della bobina, gli elettroni diventano immobili. Attraverso la<br />
bobina non si muoveva assolutamente nessuna corrente di elettroni. L’impulso<br />
radiante, che si muoveva sulla superficie della bobina, non era <strong>qui</strong>ndi di natura<br />
elettrica.<br />
Inoltre, Tesla scoprì uno stupefacente fenomeno, che tolse ogni dubbio<br />
riguardante la vera natura dei portatori energetici all’opera nel suo apparato.<br />
Tesla realizzò una sbarra di trasporto fatta di rame molto pesante a forma di U,<br />
connettendo entrambe le gambe direttamente al suo primario disgregatore.<br />
Lungo le gambe di questa barra di trasporto a forma di U furono messe diverse<br />
lampade a incandescenza. L’arrangiamento era un cortocircuito molto<br />
evidente. Le lampade si illuminarono con una fredda luce bianca brillante,<br />
mentre erano messe in cortocircuito dal pesante derivatore di rame. Non<br />
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