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straordinaria potenza che a scintille elettriche, Tesla fu assorbito<br />
completamente da questo nuovo studio. Questi impulsi elettrici producevano<br />
effetti normalmente associati solo ai fulmini. Gli effetti esplosivi gli ricordavano<br />
eventi simili osservati con generatori di corrente continua ad alto voltaggio.<br />
Esperienza familiare fra operai ed ingegneri, la semplice chiusura di un<br />
interruttore di una dinamo ad alto voltaggio spesso causava una dolorosa<br />
scossa, il presunto risultato di una carica statica residua.<br />
Questa rischiosa condizione si verificava solo con l’applicazione improvvisa<br />
di corrente continua ad alto voltaggio.<br />
Questa corona di carica statica mortale si trovava proprio attorno ai<br />
conduttori altamente elettrificati, e spesso cercava percorsi di terra, inclusi gli<br />
operai e gli operatori al quadro di comando. Nei cavi lunghi, questo effetto di<br />
carica istantanea produceva una barriera di punte bluastre che puntavano<br />
direttamente dalla linea verso lo spazio circostante. La condizione rischiosa<br />
compariva brevemente proprio nell’istante della chiusura dell’interruttore. La<br />
corona bluastra scintillante scompariva pochi millisecondi dopo, insieme alla<br />
vita di qualche sfortunato a cui capitava di essere così “colpito”. Dopo che il<br />
breve effetto era passato, i sistemi funzionavano come progettato. Tali<br />
fenomeni scomparivano a mano a mano che le cariche saturavano lentamente<br />
le linee e gli impianti. Dopo questa breve sovratensione transitoria, le correnti<br />
fluivano tran<strong>qui</strong>llamente ed uniformemente come progettato.<br />
L’effetto era un fastidio nei piccoli impianti. Ma nei grandi impianti elettrici<br />
regionali, dove i voltaggi erano eccessivi, si rivelava mortale. Gli uomini<br />
venivano uccisi dall’effetto, che diffondeva la sua corona elettrostatica mortale<br />
di scintille lungo tutti i componenti del sistema. Sebbene i generatori<br />
ammontavano a poche migliaia di volts, queste misteriose sovratensioni<br />
transitorie rappresentavano centinaia di migliaia, addirittura milioni di volts. Il<br />
problema venne eliminato con l’uso di interruttori a relé altamente isolati e<br />
pesantemente collegati a terra. Precedenti studi di ingegneria consideravano<br />
solo quelle caratteristiche degli impianti di potenza che avevano la fornitura e il<br />
consumo di energia in uno stato stabile. Sembrava però che i grandi impianti<br />
richiedessero considerazioni progettuali sia in operazione normale sia in stato<br />
di sovratensione transitoria. Sistemare la pericolosa “supercarica” iniziale era<br />
una nuova caratteristica. Questo studio di ingegneria divenne l’obiettivo<br />
primario delle compagnie di energia elettrica per anni a seguire, e dispositivi di<br />
sicurezza e protezione dalle sovratensioni transitorie divennero l’oggetto di un<br />
gran numero di brevetti e testi.<br />
Tesla sapeva che lo strano effetto della supercarica era osservato solamente<br />
proprio nell’istante in cui le dinamo venivano collegate alle linee elettriche,<br />
proprio come nelle scariche esplosive dei suoi condensatori. Sebbene i due casi<br />
fossero completamente differenti, producevano entrambi gli stessi identici<br />
effetti. La sovratensione transitoria istantanea fornita dalle dinamo appariva<br />
brevemente super-concentrata su linee lunghe. Tesla calcolò che questa<br />
concentrazione elettrostatica era di diversi ordini di grandezza maggiore di<br />
qualunque voltaggio la dinamo avesse potuto fornire. La reale fornitura era in<br />
qualche modo amplificata o trasformata. Ma come?<br />
Il consenso generale tra gli ingegneri era che si trattava di un effetto<br />
elettrostatico “fermato” (chocking). Molti conclusero che fosse un azione di<br />
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