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<strong>14</strong> ottobre 2011 alle ore 21.49<br />
Vasco La Salvia<br />
Nel corso delle ultime campagne <strong>di</strong> scavo gli in<strong>di</strong>catori della produzione siderurgica sono<br />
<strong>di</strong>ventati sempre più numerosi e strutturati. Direi che per il periodo altome<strong>di</strong>evale,<br />
particolarmente quando si pensi al periodo in esame (VII/VIII secolo), siamo <strong>di</strong> fronte ad una<br />
<strong>di</strong>mensione economica ‘inusuale’ e <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni notevoli. Nel corso delle precedenti<br />
campagne, infatti, sono venute alla luce <strong>di</strong>versi luoghi <strong>di</strong> arrostimento e <strong>di</strong> riduzione del<br />
minerale. Inoltre, è ormai chiaro che lo sfruttamento delle locali risorse minerarie fosse<br />
praticato su base intensiva.<br />
Le zone interessate dalla produzione del ferro sono ben organizzate ed ancora piuttosto<br />
riconoscibili nonostante le ‘rasature’ operate nei secoli successivi dalle <strong>di</strong>verse<br />
ristrutturazioni del ‘castello.’ Le tracce sono tanto ‘tenaci,’ frutto quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una lavorazione<br />
intensa e continuativa, da passare oltre la prova del tempo e mantenere un elevato grado <strong>di</strong><br />
leggibilità.<br />
Ancora, l’organizzazione della produzione siderurgica, la sua riproducibilità dal punto <strong>di</strong><br />
vista tecnico/esecutivo, mi pare, ben si accor<strong>di</strong> con il panorama economico generale che si<br />
va delineando per l’inse<strong>di</strong>amento a cavallo dei secoli VII/VIII.<br />
Durante l’attuale campagna il rinvenimento <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse scorie miste a frammenti <strong>di</strong> pareti <strong>di</strong><br />
fornace, in stratigrafie del tutto congruenti con le fasi altome<strong>di</strong>evali <strong>di</strong> vita<br />
dell’inse<strong>di</strong>amento, lasciano chiaramente intendere che la vocazione siderurgica <strong>di</strong><br />
Miranduolo rappresentasse in epoca longobarda una delle voci principali della sua vita<br />
economica. Si presenta in questo caso la possibilità <strong>di</strong> ricostruire nella sua integrità il ciclo<br />
produttivo del ferro, dalla miniera al prodotto finito, per un’epoca e per una zona, che non<br />
pare più possibile definire come periferica. Inoltre, credo si possa attribuire proprio a<br />
quest’epoca la nascita della tra<strong>di</strong>zione mineraria dell’area. Allo stabilizzarsi <strong>di</strong> questa<br />
tra<strong>di</strong>zione non penso possa <strong>di</strong>rsi estraneo il contributo dell’esperienza metallotecnica<br />
‘importata’ dai Longobar<strong>di</strong> (o comunque vi piaccia chiamarli …).<br />
In conclusione, fra VII e VIII secolo presso Miranduolo la produzione del ferro aveva <strong>di</strong>versi<br />
punti focali, tanto sul versante sud della collina (area 10 e 3, arrostimento e riduzione del<br />
ferro) tanto su quello nord (area 1 e <strong>14</strong>) presso il quale si trova una delle miniere e su quello<br />
est (area 12) sempre con evidenti tracce <strong>di</strong> estrazione mineraria a cielo aperto.