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leggi il resto dell'articolo - Same Deutz Fahr's

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SILVER 115 - 130<br />

L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE.<br />

Nuovi motori Serie 1000, EURO II 6<br />

c<strong>il</strong>indri Turbo, 6000 cm 3, con regolatore<br />

elettronico e nuovo sistema di iniezione<br />

ad alta pressione.<br />

Cambio Agroshift 6 rapporti (72AV+<br />

72RM), inversore idraulico sottocarico a<br />

gestione elettronica, sollevatore elettronico<br />

con radar e distributori aus<strong>il</strong>iari a 8 vie.<br />

SAME SILVER: la potenza si rinnova,<br />

con nuovi motori a basso impatto<br />

ambientale e nuovo inversore idraulico<br />

per la massima ag<strong>il</strong>ità e polivalenza.<br />

Nasce così una nuova generazione di<br />

trattori estremamente versat<strong>il</strong>i, pronti<br />

a sfidare le lavorazioni più impegnative,<br />

in campo aperto come in azienda.<br />

SAME DEUTZ FAHR ITALIA S.P.A.<br />

Viale F. Cassani, 15 - 24047 Treviglio (BG) - F<strong>il</strong>o Diretto 800917575<br />

LUBRIFICAZIONE SPECIALIZZATA PER SAME<br />

www.same-tractors.com<br />

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SUPPLEMENTO ALLA RIVISTA “MACCHINE TRATTORI” N°23/03<br />

65 PAGINE<br />

INTERAMENTE<br />

DEDICATE<br />

ALLA PASSIONE<br />

TTEESTTI E FOOTOO DDII WIILLLLIAM DOOZZZAA


SAME FRANCESCO CASSANI<br />

Sempre SUL PODIO<br />

<strong>Same</strong> festeggia<br />

quest’anno i suoi 75 anni<br />

di attività nel settore.<br />

Ai trattori deve tutto, ma<br />

ha anche dato parecchio<br />

75 anni. Per un essere umano è<br />

un’età avanzata che si festeggia<br />

sempre con gioia mista a un f<strong>il</strong>o<br />

di malinconia. Gioia per un traguardo<br />

che non è da tutti, malinconia<br />

perché si sa benissimo che la parola<br />

“avvenire” guarda sempre più al futuro<br />

prossimo e sempre meno a quello anteriore.<br />

Non è così per le aziende. Per loro,<br />

le organizzazioni industriali, <strong>il</strong> tempo<br />

che passa è sinonimo di esperienza e<br />

capacità e <strong>il</strong> futuro non ha limiti. Ben fa<br />

quindi <strong>Same</strong> a festeggiare questo traguardo,<br />

raggiunto non tanto in termini<br />

anagrafici quanto di attività. L’azienda<br />

fu in effetti creata dai fratelli Francesco<br />

ed Eugenio Cassani nel 1942, 60 anni<br />

fa, ma già nel 1927 Francesco aveva<br />

concepito <strong>il</strong> suo primo trattore, quel<br />

“Cassani” che vide poi la luce nel 1929<br />

e che fu anche <strong>il</strong> primo trattore con<br />

motore diesel italiano. Quella macchina,<br />

di fatto, non rappresenta quindi solo<br />

<strong>il</strong> via ufficiale di un’attività, ma è anche<br />

la capostipite di una lunga serie di<br />

mezzi che, a loro modo e in varia misura,<br />

divennero pietre m<strong>il</strong>iari per lo svi-<br />

luppo della meccanizzazione<br />

agricola. Valga<br />

per tutti l’esempio del<br />

Celebre “Dt”, sigla che oggi<br />

è sinonimo di doppi razione, ma<br />

chenel 1953 era <strong>il</strong> nome del primo<br />

trattore moderno a trazione integrale,<br />

un primato che <strong>Same</strong> rivendica con orgoglio<br />

anche nel proprio logo, la Tigre<br />

con quattro occhi. Fra <strong>il</strong> 1927 e <strong>il</strong> 1952<br />

Cassani non restò poi con le mani in<br />

mano. Già nel 1948 aveva infatti esibito<br />

<strong>il</strong> suo genio realizzando una motofalciatrice<br />

a tre ruote equipaggiata con un<br />

motore da otto cavalli di potenza che,<br />

come recitava la pubblicità<br />

dell'epoca, consentiva<br />

di sfalciare un'ettaro di<br />

prato in sole due ore<br />

Caratteristrica della macchina la<br />

possib<strong>il</strong>ità di collegare al motore con<br />

una semplice pu<strong>leggi</strong>a una vasta gamma<br />

di attrezzature, cosa che trasformava la<br />

macchina in una vera centrale di potenza.<br />

L’evoluzione naturale della motofalciatrice<br />

fu poi <strong>il</strong> “trattorino universale”,<br />

sempre a tre ruote, dotato di prese di<br />

forza laterale e posteriore e, novità, di<br />

sellino reversib<strong>il</strong>e per permettere all’operatore<br />

di controllare <strong>il</strong> lavoro a vista<br />

senza doversi voltare. Quarant’anni dopo<br />

<strong>Same</strong> uscirà con <strong>il</strong> primo vero trattore<br />

a guida reversib<strong>il</strong>e di serie che sarà<br />

considerato una novità a livello mondiale<br />

ma che in realtà era solo la rivisitazione<br />

in chiave moderna di un’idea<br />

nata molto tempo prima. Nel 1958 arriva<br />

poi <strong>il</strong> celebre <strong>Same</strong> 240, soprannominato<br />

“trattore intelligente” in quanto<br />

equipaggiato di serie con <strong>il</strong> dispositivo<br />

“Sac”, acronimo di “Stazione<br />

Automatica di Controllo” che, a sua vol-<br />

ta, altri non era se non un sistema di<br />

controllo dello sforzo esercitato controllando<br />

i bracci inferiori del sollevatore.Oggi<br />

<strong>il</strong> dispositivo può far sorridere,<br />

ma all’epoca era davvero innovativo,<br />

una peculiarità che Cassani rincorse per<br />

tutta la vita, anche a costo di anticipare<br />

troppo i tempi come successe con <strong>il</strong><br />

“<strong>Same</strong>car” un via di mezzo fra <strong>il</strong> camioncino<br />

e <strong>il</strong> trattore mosso da un diesel<br />

4/8 c<strong>il</strong>indri. Si muoveva a 40 all’ora<br />

(un record per i tempi) ed era dotato di<br />

una bella cabina biposto, troppo bella<br />

per essere capita dall’utenza dell’epoca.<br />

Gli operatorica-<br />

pirono invece benissimo i vantaggi dei<br />

cambi completamente sincronizzati in<br />

luogo di quelli sincronizzati solo parzialmente,<br />

l'adozione delle frizioni<br />

idrauliche per l’azionamento della presa<br />

di potenza e l’iniezione dei motori<br />

avanzata mediante pompe singole, soluzione<br />

costruttiva che ancora oggi non<br />

tutti i costruttori possono vantare e che<br />

compete in termini di prestazioni con<br />

gli attuali impianti common ra<strong>il</strong>. Tanti<br />

esempi ma solo tali, nel senso che <strong>Same</strong><br />

parecchie volte ha vantato soluzioni tecniche<br />

avveniristiche, contenuti che pochissimi<br />

altri potevano condividere e<br />

mai fini a se stessi. Tutte le novità in-<br />

VENT’ ANNI DI SUCCESSI<br />

Inizi Anni 80. Nasce l’Explorer, una macchina<br />

innovativa, con tutti i gruppi meccanici<br />

di nuovo progetto, dal motore,<br />

compatto e affidab<strong>il</strong>e, al sistema di<br />

iniezione, a pompe singole immerse<br />

nel monoblocco e comandate direttamente<br />

dall’albero a camme sino<br />

alla trasmissione, a lubrificazione<br />

forzata con ingranaggi a dentatura<br />

elicoidale, per durare tutta la<br />

vita del trattore anche nelle più<br />

severe condizioni di uso. Fu <strong>il</strong> primo<br />

trattore italiano in grado di fa-<br />

MT77<br />

trodtte da <strong>Same</strong> hanno sempre guardato<br />

a obiettivi concreti e tangib<strong>il</strong>i, al miglioramento<br />

delle prestazioni, alla sicurezza<br />

e al comfort in primis, target cui<br />

guarda anche l’ultima novità avanzata<br />

dalla casa, un altro primato che si aggiunge<br />

al glorioso palmares: la cabina<br />

di guida autolivellante. In questo caso<br />

c’è un’idea di fondo che non è nuova,<br />

nel senso che i dispositivi atti a stab<strong>il</strong>izzare<br />

orizziontalmente una macchina<br />

quando lavora in pendio sono largamente<br />

usati sulle raccoglitrici e in campo<br />

forestale, ma è la prima volta che un<br />

costruttore applica la stessa soluzione<br />

tecnica a un trattore.<br />

re i 40 all’ora. Capostipite a livello di frenatura integrale,<br />

primo in assoluto rispetto alla Concorrenza.<br />

Quattro freni sulle quattro ruote, come nelle automob<strong>il</strong>i,<br />

anzi meglio visto che tutti sono a dischi in bagno<br />

d’olio e quindi resistenti. Innovative anche la cabina<br />

e la disposizione dei comandi. La prima garantiva<br />

una visib<strong>il</strong>ità elevata grazie a superfici vetrate che nessun<br />

altro proponeva, i secondi erano distribuiti in consolle<br />

sulla base di concetti ergonomici che rendono gli<br />

Explorer competitivi ancora oggi. Non a caso<br />

l’Explorer 80 è leader della sua classe.Vent’ anni di età<br />

sulle spalle ne fanno uno dei modelli più collaudati e<br />

affidab<strong>il</strong>i dell’attuale panorama trattoristico.


SAME 4 R/10<br />

Meglio di un diesel!<br />

Francesco Cassani aveva praticamente<br />

sposato Rudolf<br />

Diesel. Già alla fine degli Anni<br />

Venti aveva infatti progettato e<br />

realizzato un paio di trattori mossi da<br />

motori Diesel, macchine che all’epoca<br />

rappresentarono un vero e proprio<br />

azzardo tecnico tanto era lontano dalla<br />

mentalità degli agricoltori nostrani<br />

quel tipo di propulsore. Non contento,<br />

progettò anche un motore per autocarri,<br />

uno per motoscafi e perfino uno<br />

per aerei, sempre diesel. E non si limitò<br />

ai soli gruppi termici cimentandosi<br />

anche con le pompe di alimentazione,<br />

<strong>il</strong> cuore del motore, impianti che lo<br />

portarono a fondare la “Spica” e a dare<br />

parecchio f<strong>il</strong>o da torcere alla grande<br />

Bosch. Intuizioni luminose, che però<br />

ebbero un cammino contrastato, al<br />

punto che quando Francesco, assieme<br />

al fratello Eugenio, si misero in proprio<br />

e fondarono la <strong>Same</strong>, nel<br />

1942, i loro primi motori<br />

furono a petrolio.<br />

Ovviamente tale<br />

risultava anche <strong>il</strong><br />

combustib<strong>il</strong>e usato<br />

dai primi trattori,<br />

pubblicizzati con<br />

uno slogan che<br />

non lasciava<br />

dubbi circa l’orientamentotecnico<br />

dell’azienda<br />

visto che parlava di<br />

“motori speciali a<br />

petrolio che per le<br />

loro caratteristiche, potenza<br />

e possib<strong>il</strong>ità di impiego,<br />

sono da preferirsi ai Diesel”.<br />

In realtà i Cassani erano primi a non<br />

Nel titolo, in sintesi,<br />

lo slogan con cui<br />

Francesco Cassani<br />

riuscì a vendere i suoi<br />

primi trattori. Erano<br />

mossi da un motore<br />

a petrolio e furono<br />

le macchine che posero<br />

le basi dell’attuale<br />

Gruppo Industriale<br />

credere troppo nel petrolio, ma allora<br />

era quello <strong>il</strong> combustib<strong>il</strong>e dominante e<br />

come tale andava abbracciato. Il motore<br />

che Cassani aveva progettato era<br />

inoltre valido, un solido monoc<strong>il</strong>indrico<br />

di 600 centimetri cubi (90<br />

m<strong>il</strong>limetri di alesaggoio per 96 di<br />

corsa) che rendeva dieci cavali tondi a<br />

due m<strong>il</strong>a 500 giri, una unità infaticab<strong>il</strong>e<br />

e indistruttib<strong>il</strong>e che costituirà la<br />

prima pietra sulla quale in seguito sarà<br />

costruito quel Gruppo che oggi si colloca<br />

al quarto posto tra i costruttori di<br />

trattori di tutto <strong>il</strong> mondo. Con questo<br />

motore Cassani corredò <strong>il</strong> suo primo<br />

trattorino, un tre ruote con guida<br />

reversib<strong>il</strong>e che vide la luce nel 1948.<br />

Due anni dopo nacque l’”4R/10” proposto<br />

in queste pagine, un mezzo<br />

restaurato da Davide Signori di Lonato,<br />

in provincia di Brescia, lungo<br />

poco più di due metri e<br />

largo meno di uno che<br />

veniva indicato dalla<br />

Casa come “particolarmente<br />

adatto<br />

per vigneti e<br />

frutteti”. Il motore<br />

era raffreddato<br />

ad aria e<br />

veniva controllato<br />

da un regolatore<br />

meccanico<br />

centrifugo. Le<br />

velocità erano quattro<br />

in avanti e tre in<br />

retro, le velocità spaziavano<br />

da due ch<strong>il</strong>ometri<br />

all’ora a dieci e <strong>il</strong> peso di 700<br />

ch<strong>il</strong>i era ben distribuito grazie anche<br />

Il restauro di un <strong>Same</strong> sia in versione a<br />

petrolio sia diesel, non presenta mai particolari<br />

difficoltà. Quasi sempre la solidità<br />

di base delle macchine permette infatti <strong>il</strong><br />

loro ripristino senza che si debbano<br />

affrontare interventi troppo pesanti e<br />

alla presenza di un cofano di ghisa che<br />

fungeva da zavorra ed evitava impennamenti.<br />

Nel 1951 <strong>il</strong> trattore fu venduto<br />

al prezzo di 740 m<strong>il</strong>a lire e venne<br />

immatricolato in 57 esemplari, volume<br />

molto elevato per l’epoca e giustificato<br />

dal fatto che la macchina non<br />

A parte qualche raro entusiasta, i <strong>Same</strong> “a<br />

petrolio” non sono tra i trattori più richiesti<br />

dai collezionisti italiani, tutti tesi alla<br />

spasmodica ricerca dei testacalda. Anche i<br />

rari esemplari che ogni tanto appaiono alle<br />

varie manifestazioni vengono osservati con<br />

scarsa attenzione e quasi sconosciuti risultano<br />

poi nelle prove d’aratura. Un peccato,<br />

perché i <strong>Same</strong> in realtà sono macchine<br />

robuste ed essenziali, sicuramente più fac<strong>il</strong>i<br />

da gestire in termini di conservazione che<br />

non i Fiat, i Fordson o i Ferguson. La loro<br />

storia è inoltre ben <strong>il</strong>lustrata in un volume<br />

rievocativo pubblicato dalla Stessa Casa, un<br />

supporto storico per i collezionisti che<br />

COSTI PIÙ CHE ACCETTABILI<br />

comunque nel caso questi fossero necessari<br />

la concezione costruttiva della macchine,<br />

progettate in funzione esclusivamente<br />

agricola, consente di affrontare<br />

qualsiasi imprevisto senza spese eccessive.<br />

La valutazione corrente del <strong>Same</strong> “4R/10,<br />

aveva praticamente concorrenti.<br />

Nessun costruttore italiano era infatti<br />

presente nella classe dei “dieci cavalli”,<br />

ritenuta troppo bassa e terreno<br />

esclusivo del “Bal<strong>il</strong>la” di<br />

Motomeccanica, trattore che per motivi<br />

“politici” era però venduto con <strong>il</strong><br />

IN ITALIA POTREBBE ANDARE MEGLIO<br />

sarebbe perfetto se desse anche spazio all’identificazione<br />

dei modelli, capitolo che<br />

invece è del tutto assente. Ne deriva una<br />

certa difficoltà per <strong>il</strong> collezionista nel connotare<br />

la propria macchina e probab<strong>il</strong>mente<br />

anche questa è una delle cause di un disinteresse<br />

che rischia di diventare irreversib<strong>il</strong>e.<br />

Tutto ciò, però, solo in Italia. In<br />

Francia e in Germania i primi trattori della<br />

Casa di Treviglio sono infatti seguiti con<br />

maggior attenzione, in particolare le<br />

versioni a quattro ruote motrici, e non è<br />

raro vedere gli appassionati teutonici che<br />

alle fiere padane staccano assegni per noi<br />

impensab<strong>il</strong>i pur di portarsi a casa l’agognato<br />

MT79<br />

per un modello marciante e completo, si<br />

aggira sui due m<strong>il</strong>a due m<strong>il</strong>a e 500 euro,<br />

quotazione non elevata se si considera che<br />

si è alle prese con una macchina di oltre<br />

cinquanta anni fa e che venne costruita a<br />

suo tempo in meno di 200 esemplari.<br />

nome di “B50” o “B52”. Nel medesimo<br />

periodo invece si buttarono su<br />

questo segmento i costruttori tedeschi,<br />

per molti dei quali la fascia dei dieci,<br />

quindici cavalli rappresentò <strong>il</strong> trampolino<br />

di lancio per affermarsi stab<strong>il</strong>mente<br />

sul mercato.<br />

trattore. La speranza ovviamente è che<br />

anche da noi la situazione cambi, anche perché<br />

i <strong>Same</strong> “a petrolio” sono macchine di<br />

sicuro interesse storico, sono fac<strong>il</strong>mente<br />

reperib<strong>il</strong>i presso i commercianti di materiale<br />

usato e qualcuno è addirittura ancora<br />

in uso presso le aziende agricole quale<br />

mezzo aus<strong>il</strong>iario per attività occasionali. In<br />

prospettiva è quindi prevedib<strong>il</strong>e una rivalutazione<br />

del marchio a livello collezionistico,<br />

soprattutto se la Casa saprà spingere<br />

in tale direzione affiancando all’attuale<br />

Centro storico anche un servizio di consulenza<br />

per i collezionisti e, perché no?, un<br />

registro storico dei suoi trattori.


SAME DA 12<br />

IL CAPOSTIPITE<br />

M<strong>il</strong>le ch<strong>il</strong>i di energia. Sempre pronti per lavorare. La macchina<br />

cui same deve parte del suo successo<br />

“La voce di Bergamo".<br />

Sabato, 15 febbraio<br />

1928. La cronaca<br />

apre con la<br />

notizia che <strong>il</strong> "concittadino<br />

Francesco<br />

Cassani di appena<br />

ventuno anni è riuscito<br />

a costruire <strong>il</strong> primo trattore<br />

al Mondo con motore diesel".<br />

Questo è <strong>il</strong> primo documento<br />

relativo al trattore Cassani, la macchina<br />

che Francesco aveva concepito nel<br />

1927. Tale collocazione temporale consente<br />

75 ANNI FA LE RADICI<br />

oggi a <strong>Same</strong> di festeggiare i 75 anni di attività<br />

nel settore. La rivista "Economia Nazionale"<br />

cita ancora <strong>il</strong> Cassani nel 1929 fra gli espositori<br />

alla fiera di M<strong>il</strong>ano quale unico diesel di<br />

tutta l’esposizione e scrive che “<strong>il</strong> motore<br />

era un bic<strong>il</strong>indrico verticale a due tempi erogante<br />

trenta cavalli a 500 giri, potenza realizzata<br />

grazie a una c<strong>il</strong>indrata di oltre dodici litri<br />

e inviata alle ruote tramite un cambio a<br />

tre marce”. Il peso era di 1.900 ch<strong>il</strong>i e <strong>il</strong> prezzo<br />

di 28 m<strong>il</strong>a lire. Nel novembre del ‘31 la rivista<br />

informa infine che le officine Barbieri di<br />

Castelmaggiore (a Bologna) "su brevetto<br />

Cassani hanno costruito una trattrice agri-<br />

cola con motore diesel a regime lento…” e<br />

aggiunge che “ …<strong>il</strong> Cassani ebbe a sperimentare<br />

l'applicazione dei suoi diesel su uno<br />

châssis Ford esposto a M<strong>il</strong>ano del 1929". Il<br />

trattore era quindi in produzione, anche se<br />

presso un costruttore diverso da quello che<br />

ne aveva realizzato <strong>il</strong> prototipo. Francesco<br />

Cassani e <strong>il</strong> fratello Eugenio sognavano comunque<br />

di arrivare a una loro produzione di<br />

serie, sogno che però svanì nel 1932 assieme<br />

alle Officine Barbieri. Che fallirono. I fratelli<br />

si rifecero comunque nel 1942 l’anno in cui<br />

a Stalingrado e ad El Alamein si combatterono<br />

le battaglie che portarono alla fine della<br />

Bisogna essere in due. Uno all'alzivalvola<br />

e all'acceleratore e<br />

l'altro, che rischia grosso, alla<br />

manovella... Per fortuna <strong>il</strong><br />

trattore parte sempre e una volta avviato<br />

non si ferma mai". Così una rivista del<br />

1953 descriveva la procedura di avviamento<br />

del “Da 12”, sicuramente <strong>il</strong> trattore<br />

di maggior successo costruito da<br />

<strong>Same</strong> e, all’epoca, <strong>il</strong> più avanzato del<br />

mercato. Il suo progetto era talmente<br />

innovativo che venti anni dopo <strong>il</strong> lancio,<br />

nel 1973, <strong>il</strong> 62 per cento dei proprietari<br />

continuava ancora a usarlo, nonostante<br />

qualche particolare tecnico secondario<br />

e la linea un po’ retrò ne denunciassero<br />

l’età. Alla base di questo exploit<br />

c’era sicuramente <strong>il</strong> motore, un infaticab<strong>il</strong>e<br />

diesel monoc<strong>il</strong>indrico di 1.140<br />

“cc” eroganti dodici cavalli e mezzo.<br />

L'iniezione era diretta, gestita da una<br />

pompa Bosch, e la camera di combustione<br />

ricavata nel cielo del pistone era<br />

già del tipo ad alta turbolenza.<br />

Guerra e che vide<br />

Fausto Coppi conquistare <strong>il</strong> record dell’ora.<br />

Fondarono infatti la <strong>Same</strong> e si misero a costruire<br />

piccoli motori a scoppio. Passarono<br />

poi alle motopompe antincendio e quindi ai<br />

Raffreddato ad aria, respirava mediante<br />

due valvole poste in testa e vantava anche<br />

un regolatore centrifugo e un sistema<br />

di lubrificazione automatici. La<br />

macchina, dal canto suo, rispondeva a<br />

questi plus con dei freni a tamburo indipendenti<br />

sulle ruote posteriori e con<br />

una pu<strong>leggi</strong>a che fungeva da “pto” rendendo<br />

disponib<strong>il</strong>i due velocità di rotazione:<br />

747 giri a destra e 460 a sinistra.<br />

Lo sterzo era a vite senza fine e, volendo,<br />

era anche dispon<strong>il</strong>e l’avviamento<br />

elettrico, una chicca che pochi altri<br />

trattori potevano esibire. Compatte le<br />

dimensioni, due metri e dieci la lunghezza<br />

e un metro circa la larghezza,<br />

che si abbinavano a un passo di un solo<br />

metro e 26 permettendo al Da 12 di<br />

voltare in un fazzoletto di terra. Per<br />

frutteti e vigneti la Casa proponeva inoltre<br />

la versione “stretta”, larga solo 900<br />

centimetri e alta un metro e venti. Le<br />

quattro marce della trasmissione consentivano<br />

velocità osc<strong>il</strong>lanti tra i 3,4 e<br />

i 18,5 all’ora e le impressioni di guida<br />

erano a dir poco entusiasmanti.<br />

Il peso limitato (solo m<strong>il</strong>le ch<strong>il</strong>i),<br />

lo sterzo diretto e <strong>il</strong> motore<br />

pronto alla manetta<br />

piccoli gruppi<br />

elettrogeni.<br />

L’agricolo<br />

però era dietro<br />

l’angolo e<br />

nel volgere di<br />

pochi mesi nacqueun'autofalciatriceequipaggiata<br />

con un motore<br />

a petrolio da otto cavalli<br />

che poteva essere staccato dal telaio e impiegato<br />

come generatore di potenza. Nel ‘48<br />

arrivò <strong>il</strong> precursore dei trattori <strong>Same</strong>, un<br />

"trattorino universale" di nome e di fatto.<br />

Mosso da un monoc<strong>il</strong>indro a benzina da dieci<br />

cavalli, aveva due ruote motrici, una sola<br />

MT81<br />

rendevano <strong>il</strong> mezzo molto più dinamico<br />

dei suoi concorrenti, <strong>il</strong> <strong>Deutz</strong>-Fahr 612<br />

e lo Steyr 80. Fu costruito dal 1953 al<br />

1956 e con 779 esemplari immatricolati<br />

in Italia contribuì a far decollare<br />

l’Azienda che nel 1953 era <strong>il</strong> quarto costruttore<br />

del mercato dopo Fiat, Om e<br />

Landini, ma in breve divenne <strong>il</strong> secondo<br />

e, oggi, <strong>il</strong> primo.<br />

ruota sterzante, la carreggiata variab<strong>il</strong>e e la<br />

guida reversib<strong>il</strong>e, doti che ne enfatizzavano la<br />

versat<strong>il</strong>ità. La macchina, accolta con entusiasmo<br />

dal mercato, permise a <strong>Same</strong> di lanciarsi<br />

nel settore dei trattori “veri” con due<br />

quattro ruote da dieci e venti cavalli. A loro<br />

seguirono altri quattro trattori, equipaggiati<br />

con motori mono e pluric<strong>il</strong>indrici le cui potenze<br />

variavano fra i dodici e i 55 cavalli. Fu <strong>il</strong><br />

successo, obiettivo cui concorse anche la decisione<br />

di offrire di serie la trazione sulle<br />

quattro ruote. Il successo fu tale da permettere<br />

all’Azienda l’acquisto di Lamborghini nel<br />

‘72, di Hurlimann nel ’77 e di <strong>Deutz</strong>-Fahr nel<br />

‘96. Oggi <strong>Same</strong> è una multinazionale e si colloca<br />

al quarto posto nella graduatoria mondiale<br />

dei costruttori di trattori.


SAME DA 25 DT<br />

Salto di QUALITA’<br />

Nacque esattamente cinquant’anni<br />

fa, nel dicembre<br />

del 1953, e fu progettato per<br />

permettere a <strong>Same</strong>, azienda<br />

che allora aveva solo una decina di anni di<br />

vita, di inserirsi fra i grandi costruttori del<br />

momento, quelli che si spartivano la fetta<br />

più importante del mercato. <strong>Same</strong>, allora,<br />

era già <strong>il</strong> quinto produttore di trattori<br />

Una macchina che ha fatto la storia<br />

delle meccanizzazione agricola.<br />

Si lega infatti all’esordio nel settore<br />

della doppia trazione<br />

Il <strong>Same</strong> Da 25 Dt nacque dalla versione a due ruote motrici. Una balestra<br />

fissava l’assale anteriore azionato da un sistema di trasmissione<br />

meccanico ad inserimento manuale. Il dispositivo funzionava perfettamente<br />

e introdusse <strong>il</strong> concetto di doppia trazione in campo agricolo.<br />

Il motore, originale <strong>Same</strong> e raffreddato ad aria, era invece un quattro<br />

tempi bic<strong>il</strong>indrico diesel di due m<strong>il</strong>a e 280 centimetri cubi a iniezione<br />

diretta. Poteva erogare 25 cavalli a m<strong>il</strong>le e 700 giri e per l’epoca era eccezionalmente<br />

solido. Disponeva di un regolatore di tipo meccanico e<br />

poteva essere usato quale elemento strutturale della macchina. Subito<br />

d’Italia, ma tale posizione si legava a un<br />

volume di vendite di sole 311 macchine<br />

contro le sette m<strong>il</strong>a globalmente assorbite<br />

dal mercato nazionale. Il primo dei piccoli<br />

quindi, posizione che a Francesco<br />

Cassani non stava assolutamente bene e<br />

voleva abbandonare al più p<strong>resto</strong>. Da qui la<br />

necessità di esibire qualche cosa di davvero<br />

inedito, una serie di macchine che non<br />

PENSATO PER LE AZIENDE ITALIANE<br />

avessero rivali a livello di contenuti tecnici,<br />

in grado di impattare sull’attenzione<br />

dell’utenza costringendola a guardare verso<br />

la produzione di Treviglio. Non fu un<br />

caso quindi se Francesco Cassani dedicò al<br />

progetto della nuova serie “Da” tutte le sue<br />

energie e le sue risorse finanziarie, cosa<br />

sottolineata anche allo sparuto gruppo di<br />

concessionari che, nel dicembre del 1953,<br />

a valle dell’unità era quindi staffato <strong>il</strong> cambio, un quattro marce avanti<br />

con un range di ut<strong>il</strong>izzo che andava da poco più di quattro a 24 ch<strong>il</strong>ometri<br />

all’ora e altre tre ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i in retro. La macchina, nel suo complesso,<br />

era lunga poco più di due metri e mezzo, era larga un metro e<br />

sessanta e pesava in ordine di marcia di m<strong>il</strong>le e 800 ch<strong>il</strong>ogrammi,massa<br />

che la rendeva particolarmente adatta per far fronte alle esigenze<br />

delle realtà agricole del tempo. Da segnalare che già allora era equipaggiab<strong>il</strong>e<br />

con <strong>il</strong> sollevatore idraulico e che le ispezioni e le manutenzioni<br />

erano fac<strong>il</strong>itate dal cofano anteriore integrale ribaltab<strong>il</strong>e.<br />

Fu un vero e proprio best seller. Secondo le statistiche dell’”Uma”,<br />

acronimo di “Utenti Macchine Agricole”, <strong>il</strong> <strong>Same</strong> Da 25 Dt restò in effetti<br />

in produzione dal 1954 sino al 1959 e venne costruito e venduto<br />

in oltre 700 esemplari dei quali, più della metà (ben 432) erano ancora<br />

attivi nel 1983, a più di trent’anni dalla realizzazione del primo<br />

esemplare. Questa estrema longevità, la dice lunga sull’affidab<strong>il</strong>ità e<br />

sulla qualità del prodotto, due doti che hanno consentito a centinaia<br />

di macchine di rendersi ancora oggi disponib<strong>il</strong>i sul mercato del collezionismo<br />

o, in alcuni casi, anche in azienda, per espletare attività colla-<br />

CHI CE L’HA SE LO TIENE<br />

MT83<br />

furono invitati alla presentazione del primo<br />

“Da”, <strong>il</strong> “25 Dt”, e che non potevano<br />

sapere di essere testimoni di un evento<br />

“m<strong>il</strong>iare” per lo sv<strong>il</strong>uppo della meccanizzazione<br />

agricola. Due le prerogative che,<br />

nel panorama trattoristico dell’epoca, rendevano<br />

unico <strong>il</strong> “Da 25 Dt” e che avrebbero<br />

costretto tutti gli altri costruttori a rincorrere<br />

la casa bergamasca: <strong>il</strong> motore e <strong>il</strong><br />

sistema di trazione. Il primo era ovviamente<br />

un diesel, un quattro tempi a iniezione<br />

diretta che si caratterizzava per un<br />

rapporto alesaggio/corsa “quasi” quadro,<br />

110 m<strong>il</strong>limetri su 120, nel momento in<br />

cui tutti i costruttori di motori più blasonati<br />

proponevano rapporti di tipo lungo. I<br />

motori con corsa da 120 m<strong>il</strong>limetri di<br />

<strong>Deutz</strong>, per esempio, si abbinavano a canne<br />

da 90 m<strong>il</strong>limetri di diametro, mentre le<br />

unità di pari impostazione di Mwm arrivano<br />

a 95 m<strong>il</strong>limetri. Il motore <strong>Same</strong> era<br />

quindi decisamente innovativo e lo stesso<br />

valeva per <strong>il</strong> sistema di trazione che, per<br />

la prima volta in grande serie, era di tipo<br />

integrale. Ne derivava una macchina compatta<br />

ed equ<strong>il</strong>ibrata che sembrava fatta apposta<br />

per lavorare con la massima disinvoltura<br />

nelle aziende agricole italiane, ancora<br />

oggi di dimensioni medie inferiori<br />

alla media europea e allora caratterizzate<br />

da dimensioni davvero l<strong>il</strong>lipuziane. Il successo<br />

della serie “Da”, poi allargata anche<br />

alle potenze di 38 e 55 cavalli grazie alla<br />

modularità del motore e completata in<br />

basso da un trazione semplice da 12 cavalli,<br />

fu enorme, al punto che già nel 1954,<br />

nel primo anno di produzione, se ne vendettero<br />

più di 300 unità. I Da spinsero<br />

inoltre anche le vendite delle altre macchine<br />

della Tigre la cui produzione globale<br />

passò dai 300 trattori del 1952 e dai 685<br />

del 1953 ai m<strong>il</strong>le e 400 del 1954. Il tutto<br />

senza cedere sui prezzi visto che nel 1954<br />

<strong>il</strong> Da 25 Dt costava infatti ben 400 m<strong>il</strong>a lire<br />

in più della versione a trazione semplice,<br />

un m<strong>il</strong>ione e 900 m<strong>il</strong>a lire. Oggi, mezzo<br />

secolo dopo, sono ancora parecchi i Da<br />

25 Dt funzionanti e tale risulta anche l’esemplare<br />

che troneggia nel museo storico<br />

<strong>Same</strong>, quello fotografato in queste pagine<br />

e lo stesso che servì da modello per l’affresco<br />

che Cassani fece dipingere nella sala<br />

riunioni della sua azienda per celebrare<br />

quella che sicuramente fu una delle sue<br />

intuizioni più fortunate.<br />

terali e di emergenza. Non sono rari in effetti i casi di 25 Dt riposti<br />

sotto i colonnati aziendali per far fronte ad attività straordinarie o per<br />

fungere da “back-up” nel momento in cui l’aziendale “ufficiale” entrasse<br />

in panne. Ciò significa che non è fac<strong>il</strong>e convincere un agricoltore a<br />

separarsi da questa macchina, a meno che non si mettano sul tavolo<br />

cifre considerevoli, osc<strong>il</strong>lanti fra i due m<strong>il</strong>a e 500 e i tre m<strong>il</strong>a euro.Va<br />

da sé che la macchina in questione deve essere in ordine, completa e<br />

funzionante in ogni sua parte e che non deve richiedere interventi diversi<br />

da una buona e accurata manutenzione.

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