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PINAY : Complotto contro la Chiesa<br />
CAPITOLO IV<br />
I FINANZIERI DEL COMUNISMO<br />
L'ebraismo internazionale punta chiaramente al socialismo comunista di Marx, già instaurato<br />
in Russia dagli ebrei, attraverso l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e da questa in tutte le<br />
nazioni satelliti. Il comunismo è quindi il traguardo immediato delle sue aspirazioni di dominio in tutto<br />
il mondo e di potere incontrastato su tutti i popoli della terra. Gli ebrei non hanno mai nascosto di<br />
avere questa intenzione. E sin dall'inizio della loro storia hanno mirato congiuntamente a questo fine.<br />
Il risultato della comunistizzazione totale del mondo è auspicata da tutti gli ebrei, con<br />
unanimità piena e assoluta, come la loro meta. A nessuno è quindi consentito farsi delle illusioni in<br />
proposito. Non è consentito farsi delle illusioni soprattutto su quanto riguarda il sentimento di quel<br />
gran numero di ebrei ricchi, o ricchissimi, che oggi dominano incontrastatamente la finanza mondiale.<br />
Non sono pochi, infatti, i non ebrei che, male informati o deliberatamente ingannati da una subdola<br />
stampa e dai moderni mezzi di propaganda e di informazione, credono che sia impossibile che i<br />
miliardari ebrei possano nutrire sentimenti comunisti. Poiche, si afferma, il comunismo li priverebbe<br />
della ricchezza.<br />
Questi creduloni si ingannano. Ancora una volta tale interpretazione semplicistica è proprio<br />
tale, e quindi del tutto diversa dalla insidiosa sottigliezza giudaica.<br />
A prima vista, infatti, niente sembrerebbe più logico che<br />
[72] un accorto finanziere, un ricco commerciante o un importante industriale fossero i nemici naturali<br />
e acerrimi del comunismo. Errore ! Se gli industriali finanzieri e commercianti sono ebrei essi sono<br />
sicuramente comunisti, perche il socialismo comunista di Marx anche se nella sua sostanza ideologica e<br />
dottrinaria sembraessere il loro nemico, in realtà è l'unico mezzo che consente loro non soltanto di<br />
conservare la potenza e la ricchezza, ma anche di accaparrare quella degli altri, quella dei non ebrei, per<br />
intenderci, che essi ritengono di loro assoluta spettanza, detenuta indebitamente (e provvisoriamente)<br />
da chi non appartiene alla loro razza. Il ben noto scrittore ebreo Werner Sombart afferma :<br />
La principale caratteristica della religione ebrea è quella di essere una religione che<br />
nulla ha a che vedere con l'al di là; una religione, tanto per spiegarsi bene, unica nel suo genere<br />
ed essenzialmente terrestre. L'uomo non può sperimentare il bene o il male che in questo<br />
mondo. Se Dio vuole castigarlo o ricompensarlo non può farlo che nel corso della sua vita.<br />
Quindi è quaggiù, sulla terra, che il giusto deve prosperare e l'empio soffrire ( 18).<br />
E' inutile insistere, evidentemente, sulla differenzache scaturisce dalla contrapposizione di<br />
questi due modi di vedere e di pensare, per quanto riguarda la condotta dell'ebreo pio o del cristiano<br />
pio, nei riguardi dell'acquisizione della ricchezza. Mentre il cristiano pio che si è reso colpevole di<br />
usura, per esempio, è torturato sino alla morte e proprio in punto di morte dal rimorso e quando<br />
18 Werner Sombart, Les juifs et la vie économique.<br />
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