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COMPLOTTO CONTRO LA CHIESA - holywar!

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PINAY : Complotto contro la Chiesa<br />

morto recentemente, era ebreo ( 15).<br />

E' risaputo ormai che l'antisemitismo ostentato da Stalin non era altro che una mascheratura<br />

dei suoi veri sentimenti. Lo sterminio di ebrei (trotskisti) da lui ordinato per consolidare e assicurare il<br />

potere fu portato a termine da altri ebrei. In realtà, quindi, la lotta tra l'ebreo Trotsky e l'ebreo Stalin<br />

non fu altro che una con-<br />

[58] tesa tra bande ebree rivali per assicurarsi il governo comunista, da loro stessi creato ; ossia una<br />

vera e propria lite in famiglia. L'esame della seguente lista di Commissari degli Affari Esteri, rivela lo<br />

stile di Stalin : nei riguardi di taluni ebrei da lui ritenuti pericolosi all'esercizio del suo dominio<br />

personale.<br />

1. Maxim Maximovich Litvinoff, ministro sovietico degli Affari Esteri sino al 1939, data in cui<br />

venne sostituito da Molotov. In seguito occupò altissime cariche nello stesso ministero, sino alla sua<br />

morte, avvenuta nel febbraio del 1952. Litvinoff nacque in Polonia, figlio di un bankleark (agente di<br />

banca) ebreo, di nome Meer Genokh Moisevich Vallakh (Litvinoff). Durante la sua carriera ebbe modo<br />

di utilizzare diversi pseudonimi tra i quali Finkelstein, Ludwig, Nietz, Maximin Harryson, David<br />

Mordecay, Felix, e infine, quando divenne uno dei potenti nel regime comunista russo, adottò quello di<br />

Litvinoff o Litvinov. Allorquando Molotov, nell'anno 1939, lo sostitui, l'ebraismo occidentale e tutta la<br />

stampa giudaico-massonica, levarono alte, lamentose grida, osservando che la sostituzione era<br />

avvenuta in quanto Litvinoff era ebreo. Però nessuno disse che Litvinoff restò nel ministero stesso sino<br />

alla sua morte. Infatti perche dirlo se ciò politicamente non interessava ? Nelle memorie pubblicate<br />

dopo la sua morte, Litvinoff ha scritto che, secondo lui, niente sarebbe mutato nella Russia Sovietica<br />

dopo la scomparsa di Stalin.<br />

Stalin, com'è noto, mori un anno dopo Litvinoff, ma niente in realtà è cambiato, sia nei riguardi<br />

della politica interna che di quella estera.<br />

Ciò che in occidente viene definito in taluni circoli interessati, una svolta della politica<br />

dell'URSS, non è altro che un adeguato inganno propagandistico, determinato dalle necessità operative<br />

del piano ebreo di dominazione del mondo. Nulla è cambiato dalla morte di Stalin. Le ripercussioni si<br />

sono limitate ad una superficiale venatura di turbamento, dovuta unicamente all'improvvisa mancanza<br />

di un dittatore del calibro di Stalin (o di Lenin) : questo è tutto. I congiurati giudaico-massoni si<br />

dilettano oggi nel mostrare il nero corvo sovietico<br />

[59] comunista, dipinto con i colori brilIanti del pacifismo, della coesistenza, della umanizzazione<br />

eccetera ; ciò fanno allo scopo, si capisce, di non turbare il mondo e di fargli ritenere del tutto<br />

inoffensivo l'apparato comunista.<br />

Questa messa in scena idilliaca durerà sino al giorno in cui comparirà un altro dittatore della<br />

statura e del temperamento dei precedenti.<br />

Quando Litvinoff affermò che niente sarebbe cambiato con la morte di Stalin, egli sapeva molto<br />

bene ciò che diceva e Stalin non fu che uno dei tanti arteficie operatori della banda giudaica che dirige<br />

la vita e la politica dell'URSS.<br />

Litvinoff sapeva perfettamente che dopo la morte del « grande capo » un altro ebreo sarebbe<br />

comparso sicuramente alla ribalta per continuare l'opera di messa a punto del piano di dominazione<br />

mondiale, al quale collaborano Bulganin, Baruch, Reading, Thorez, Mendès-France, David Ben Gurion<br />

e molti, molti altri ebrei.<br />

Continuando a scorrere la lista degli ebrei presenti e operanti nel ministero degli Affari Esteri<br />

dell'URSS, troviamo :<br />

2. Andrés Ianuarevich Vishinsky, deceduto. Fu ministro degli Esteri russo prima della morte di<br />

Stalin e inseguito delegato permanente dell'Unione Sovietica all'ONU. Nell'esecuzione di questo ultimo<br />

mandato egli non ha mai perduto occasione alcuna per scagliare invettive o usare pesanti espressioni<br />

nei riguardi di Paesi non comunisti, tale e quale come quando era giudice popolare. Il suo nome ebreo<br />

era Abraham Ianuarevin.<br />

3. Yacob Malik, rappresentante sovietico in seno all'ONU, alto personaggio della gerarchia<br />

15 Traian Romanescu : op. cit.<br />

— 35 —

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