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PINAY : Complotto contro la Chiesa<br />
generoso sangue ispano-latino sfondavano tutte le porte della vita cristiana, non escluse le nobili<br />
famiglie e con le loro aperte pretese, arrivavano fino ad accostarsi al trono.<br />
« Ed a ciò li stimolava la loro innata audacia, unita alla lucida ponderatezza della loro<br />
stirpe ed audacemente cercavano nelle famiglie più illustri delle tribù di Giuda e di Levi le loro<br />
origini, come tradizionali e naturali depositarie del sacerdozio e del potere... Considerando ora<br />
particolarmente gli ebrei confessi (altro nome dato agli ebrei convertiti) dell'Aragona e della<br />
Castiglia, possiamo affermare che mentre i Mori di Spagna convertiti si accontentavano di essere<br />
rispettati nelle modeste condizioni in cui si trovavano al momento del battesimo, gli ebrei<br />
invece, una volta convertiti, invadevano tutte le gerarchie sociali e gli ambienti del mondo<br />
ufficiale. Nella alta Curia pontificia ed al servizio privato del Pontefice ; nei Consigli di Stato,<br />
tribunali e cancellerie ; nelle amministrazioni demaniali e nelle corti di giustizia ; nelle cattedre<br />
universitarie e rettorati ; sulle sedie vescovili ed abbaziali, nelle alte funzioni ecclesiastiche, essi<br />
sapevano chiedere ed ottenere dalla Corona feudi e contee, marchesati e baronie, mettendo col<br />
tempo in ombra i fasti dell'antica nobiltà ; dovunque ed in ogni circostanza lo sguardo sereno del<br />
ricercatore scopre quei fervidissimi neofiti che, per diversi aspetti si prestano tanto ad una<br />
ammirazione molto logica quanto a lunghi e fruttuosi studi. La loro iniziativa si manifestava ed<br />
imponeva in tutti i campi, dell'attività e dell'intelligenza : statisti, finanzieri, proprietari terrieri,<br />
guerrieri, prelati, teologi, giuristi, notai, medici, commercianti, industriali, artigiani, dappertutto<br />
poterono essere presenti gli ebrei convertiti, perche la loro ambizione non ammetteva limiti. » E<br />
terminata questa esposizione, lo storico si fa la seguente domanda : « La stirpe spagnola avrebbe<br />
potuto abdicare completamente di fronte all'insaziata ambi-<br />
zione destatasi nei nuovi cristiani, in seguito alla loro fortunata ammissione nella vita del<br />
cattolicesimo ? » ( 410).<br />
Riferendosi ai figli di Rabi Salomon Ha-Levi, che convertendosi prese il nome di Pablo de Santa<br />
Maria, prendendo gli ordini sacerdotali e giungendo alla carica di arcivescovo di Burgos, ricordate le<br />
onorificenze da lui ottenute da Alvar Garcìa de Santa Maria, scrive testualmente :<br />
« un riconoscimento analogo fu concesso al primogenito di Don Pablo, Gonzalo Garcia ;<br />
già nel 1412, questi infatti aveva ottenuto l'arcidiaconato di Briviesca. Nel 1414, venne eletto a<br />
rappresentare l'Aragona nel Concilio (Ecumenico) di Costanza. Per sua gloria, i padri di quel<br />
Concilio apprezzarono le sue doti ed egli aiutato da altre illuminate personalità espose e formulò<br />
la soluzione di problemi importantissimi e difficili che si dovevano formulare in quella suprema<br />
assemblea ; Il figlio Don Alfonso, nato dopo la figlia Maria, aveva appena venticinque anni<br />
quando ottenne il titolo di dottore e poco dopo quello di decano di Santiago e Segovia (Crònica<br />
di don Juan II, anno 1420, cap. 18°.) Bisogna ricordare che nella menzionata Cronaca viene<br />
costantemente chiamato, fino alla sua nomina a vescovo, decano delle Chiese di Bantiago e<br />
Segovia, il che dimostra che i due titoli gli appartenevano. Pietro, ancor giovane, aveva ottenuto<br />
la carica onorifica ed impegnativa di guardia della Persona Reale ». ( 411)<br />
Nel capitolo successivo dell'opera citata, lo storico José Amador de los Rios, riferendosi alla<br />
conquista di cariche della gerarchia ecclesiastica da parte degli ebrei convertiti fornisce osservazioni<br />
molto significative in proposito : « Nel capitolo precedente, abbiamo già detto come a seguito della<br />
libertà acquisita con la conversione, e per le loro capacità, ricchezze ed audacia naturale, in Aragona ed<br />
in Castiglia, i convertiti erano riusciti a prendere d'assalto le più alte gerarchie ecclesiastiche, dopo<br />
avere conquistato non soltanto le cariche statali ma anche tutte le gerarchie saciali » ( 412). Questa felice<br />
espressione di « conquistare d'assalto » le maggiori dignità ecclesiastiche è interessante per<br />
[526] la sua notevole attualità, in un momento come il nostro in cui gli elementi della quinta colonna al<br />
servizio del giudaismo, sono riusciti in alcune diocesi a prendere letteralmente d'assalto le dignità<br />
410 J. Amador de los Rios, op. cit., t. III, p. 12-16.<br />
411 Crònaca de don Juan II, anno 1420. Cap. XVIII.<br />
412 J. Amador de los Rios, op. cit., t. III, p. 20-1 e cap. II, p. 88.<br />
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