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PINAY : Complotto contro la Chiesa<br />
compilatore, Tejada Ramiro, si riferisce ad ebrei recidivi, ossia a quei cristiani che continuavano a<br />
praticare in segreto il giudaismo, malgrado avessero pro-<br />
[383] messo di emendarsi, dopo essere stati scoperti precedentemente in flagrante peccato di<br />
sacrilegio.<br />
Il suddetto Canone dice : « Si decreta che i figli e le figlie degli ebrei, affinché non siano<br />
coinvolti negli errori dei padri loro, vengano separati dalla loro compagnia, e consegnati ad un<br />
monastero o ad uomini e donne cristiani, che temano Dio, onde siano allevati nel culto della<br />
Fede ; e così meglio istruiti, proseguano da allora in poi nei costumi e nelle credenze » ( 259).<br />
La funzione affidata a questi antichi canoni è, come si vede, quella di distruggere la « quinta<br />
colonna » introdottasi nella Santa Chiesa ; un fine che si intese raggiungere sia castigando i falsi<br />
cristiani, sia impedendo che essi trasmettessero ai figli la loro fede clandestina. Costituiva infatti per la<br />
Chiesa, e lo costituisce tuttora, un grave pericolo, annoverare tra le sue fila membri della setta giudaica<br />
camuffati da buoni cattolici ; membri che non covavano, né covano, altra aspirazione che quella di<br />
distruggere il Cristianesimo.<br />
Questo significa, come ben si comprende, avere il nemico in casa, e nessuno ha mai discusso il<br />
diritto della società di estirpare di tra le sue mura i servizi spionistici delle potenze nemiche e nemmeno<br />
quello di bloccare i sabotatori. Le misure adottate dalla Santa Chiesa per difendersi dalla infiltrazione<br />
ebraica, che era diretta a distruggerla dal di dentro, anche se possono, a primavista, sembrare molto<br />
rigide, erano, in realtà, completamente giustificate dalla situazione ; cosi come lo sono quelle in questo<br />
senso, che adottano le nazioni moderne. Comunque la storia ha comprovato che anche allorquando il<br />
Giudaismo palese venne in molte nazioni espulso e proscritto, il cripto-giudaismo continuò da solo a<br />
proliferare sotto la maschera del Cristianesimo. E fu per questo che la condotta degli ebrei palesi<br />
apparentemente irreprensibile, venne però ritenuta nociva, inquanto essi mostravano una forte<br />
tendenza, ed esercitavano una innegabile suggestione, per la « giudaizzazione » novella di coloro che<br />
s'erano convertiti al Cristianesimo.<br />
[384]<br />
Nel suo Canone 62, il Santo Concilio rammentato, ha dettato norme atte ad allontanare anche<br />
questo pericolo. Recita infatti il Canone stesso :<br />
« Dei giudei battezzati che si riunirono con gli ebrei infedeli. E' noto che molte volte la<br />
compagnia dei cattivi corrompe i buoni. Con quanta più facilità corromperà coloro che già sono<br />
inclini al vizio ? Da ora in avanti, quindi, gli ebrei convertiti al cristianesimo non dovranno<br />
mantenere più alcun rapporto con coloro che non si sono convertiti ; onde non accada che siano<br />
da questi ultimi pervertiti ; chiunque per l'avvenire non eviterà la loro compagnia sarà punito<br />
nel seguente modo : se è ebreo battezzato consegnando lo ai Cristiani, e se non è battezzato<br />
frustandolo pubblicamente » ( 260).<br />
Il Canone 64 nega validità alla testimonianza non già del giudeo rimasto tale, bensi del<br />
cristiano cripto-giudeo.<br />
Sino ad allora la legislazione cristiana aveva negato la validità alla testimonianza dei giudei<br />
restati tali contro i cristiani, e quindi il Canone 64, detta un'innovazione, perché nega la validità della<br />
testimonianza anche del cristiano che segretamente pratica il giudaismo.<br />
Recita infatti il Canone 64 : « Non può essere fedele per gli uomini colui che è stato<br />
infedele a Dio, e pertanto quegli ebrei che si fecero cristiani e prevaricarono contro la Fede di<br />
Cristo, non debbono essere ammessi quali testimoni, anche se affermano d'essere cristiani ;<br />
perché così come sono sospetti nei riguardi della loro veritiera fede in Cristo, devesi del pari<br />
259 Juan Tejada y Ramiro, Collezione di Canoni citata., tomo II, p. 306.<br />
260 Juan Tejada y Ramiro, Collezione di Canoni citata., tomo II, p. 306-7.<br />
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