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ordinanze e sanzioni poc'anzi ci-<br />
PINAY : Complotto contro la Chiesa<br />
[381] tate furono infatti traslate nel « Fuero Juzco », promulgato con l'approvazione della Santa<br />
Chiesa ; nell'articolo XV del Titolo II, Libro XII della Legge 15, si ordina infatti :<br />
« Onde l'inganno degli ebrei, che è sempre da prevedersi, non abbia in alcun modo il<br />
potere di svilupparsi, né di fare quanto si propone. Per questo stabiliamo in questa Legge, che<br />
nessun uomo, di nessuna religione, né di nessun'ordine, né di alcun rango, né della nostra corte,<br />
né piccolo né grande, né di nessun popolo, non cerchi, né desideri, neanche con l'ansia del cuore,<br />
di proteggere gli ebrei che non vollero esser battezzati onde restare nella loro fede nei loro<br />
costumi. Né a quelli che son battezzati, di tornare alla loro perfidia, ne ai loro cattivi costumi.<br />
Nessuno osi difender loro col suo potere in nessuna cosa perché restino nella loro malvagità.<br />
Nessuno tenti di dar loro aiuto né per mezzo di ragione o di atti, perché vengano contro la Santa<br />
Fede dei Cristiani, né facciano alcuna cosa contro di questa, sia in segreto o in pubblico. E se<br />
qualcuno osasse farlo, sia esso Vescovo o Sacerdote, Ordinato o Laico, e può essere dimostrato<br />
che l'ha fatto, sia esso separato dalla compagnia dei cristiani e sia scomunicato dalla Chiesa e<br />
perda la quarta parte della sua fortuna in favore del Re» ( 257).<br />
Fu in questo modo che in quei critici tempi venne affrontata la situazione ; adottando sanzioni<br />
contro i complici del giudaismo in seno alla Chiesa e contro le Alte Gerarchie dello stesso Clero. E le<br />
sanzioni, si noti bene, vennero adottate dallo Stato Cattolico, ed ebbero l'incondizionata approvazione<br />
della Chiesa.<br />
Ritornando ai Canoni del Quarto Concilio di Toledo, trascriviamo ora quanto fu ordinato con il<br />
Canone 59, che si riferisce direttamente a quegli ebrei i quali, pur essendosi convertiti al Cristianesimo,<br />
vennero poi scoperti quali dediti alle segrete pratiche del giudaismo. In proposito il Canone suddetto<br />
reca testualmente :<br />
[382]<br />
« Molti ebrei praticarono per qualche tempo la Fede di Cristo, ma ora bestemmiandola,<br />
non soltanto osser-<br />
vano i riti giudaici, ma giungono persino ad assoggettarsi alla abominevole circoncisione. In<br />
presenza di questi fatti e sentito anche il pietosissimo e religiosissimo principe signor nostro Re<br />
Sisenando ; questo Concilio decreta che i trasgressori di questo genere già identificati e indotti a<br />
correggersi dalla autorità pontificale ; siano restituiti al culto cristiano, in modo che coloro che<br />
non si emendano volontariamente possano essere frenati col castigo sacerdotale. Per quanto<br />
riguarda la persona coloro che vennero circoncisi si ordina : se sono loro figli siano separati dalla<br />
compagnia dei padri ; e se servi, perl'ingiuria che venne commessa sul loro corpo, ottengano la<br />
libertà» ( 258).<br />
Dal canto loro anche Cecil Roth ed altri autori giudei, affermano che le conversioni stesse erano<br />
finte, e ciò coincide perfettamente con quanto annotato dallo storico gesuita Mariana e con il contenuto<br />
di molti documenti dell'epoca, di assoluta fedeltà. Non è invece dimostrato che il cristiano neoconvertito<br />
che praticava ancora i riti ebrei, fosse ritenuto, neanche nei primi tempi, un cristiano<br />
sincero...<br />
Promulgate queste necessarie leggi e fattasi vigilante l'attenzione delle autorità cristiane<br />
quanto venne accertato giustificò pienamente l'adozjone di queste : tutti gli israeliti convertiti al<br />
Cristianesimo, ed i discendenti di questi, si erano fintamente convertiti per convenienza, continuavano<br />
nella loro vecchia religione e trasmettevano le loro credenze di padre in figlio.<br />
Non può destare meraviglia, quindi, che il Canone 59, poc'anzi citato, abbia dettato misure atte<br />
ad evitare che i cripto-giudei, falsi convertiti, trasmettessero i loro insegnamenti ai discendenti, ossia<br />
abbia comandato che questi venissero separati dai padri. Sempre perseguendo lo stesso intento, il<br />
suddetto Santo Concilio approvò inoltre anche il Canone 60, quello che, nelle intenzioni del suo<br />
257 Fuero Juzgo, in latino e spagnolo, confrontato con i più antichi e preziosi codici della Reale Accademia spagnola, Madrid, 1815.<br />
258 Juan Tejada y Ramiro, Collezione di Canoni citata., tomo II.<br />
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