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COMPLOTTO CONTRO LA CHIESA - holywar!

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PINAY : Complotto contro la Chiesa<br />

milione e settecentomila vittime ( 5).<br />

Komin, nel Roul del 3 agosto 1923, fa le seguenti considerazioni :<br />

[15]<br />

« Durante l'inverno del 1920 la Russia comprendeva 52 governi, con 52 commissioni<br />

straordinarie (Ceke), 52 sezioni speciali, 52 tribunali rivoluzionari ; oltre ad innumerevoli Ceke<br />

di vigilanza, gruppi autotrasportati, tribunali ferroviari, tribunali delle truppe di<br />

sicurezza interna, tribunali mobili inviati per esecuzioni in massa nel luogo stesso del giudizio<br />

ecc. ».<br />

A questo lungo elenco di apparati di tortura occorre aggiungere le sezioni spcciali e 16 tribunali<br />

militari divisionali. In tutto sono oltre mille uffici funzionanti per operare crudeli sevizie e dare la<br />

morte.<br />

Tenuto presente che in quel periodo funzionavano anche altre commissioni, cosi dette<br />

cantonali, il conto aumenta. Successivamente crebbero i già numerosi governi dell'URSS : anche la<br />

Siberia, la Crimea e l'Estremo Oriente vennero conquistati. Il numero delle Ceke (le cosi dette<br />

commissioni) si sviluppò in proporzione geometrica. Attenendosi ai dati sovietici (nel 1920, quando<br />

infuriava il terrore le informazioni su questo, venivano date con una sorta di sanguinario orgoglio) si è<br />

potuta stabilire persino una cifra media giornaliera per tribunale, di esecuzioni decretate.<br />

La curva di queste esecuzioni ascende da uno a cinquanta nei grossi centri e raggiunge i cento<br />

assassinati al giorno nei centri da poco invasi dall'esercito rosso. L'andamento del terrore era infatti<br />

discontinuo : da fasi acute si passava a periodi di stasi. Ragion per cui le atroci statistiche del tempo<br />

fissano il numero medio di cinque vittime giornaliere per ogni tribunale. Tenuto conto che i tribunali<br />

erano oltre mille in tutto il territorio dell'URSS, le vittime, è chiaro, assommano a cinque mila nelle<br />

ventiquattr'ore. Il che conduce ad una cifra che si aggira sul milione e mezzo !<br />

Ricordiamo questo inaudito massacro, non perche sia il più spaventoso di tutti, ne il più atroce<br />

verificatosi in quel periodo, quale risultato della rivoluzione bolscevica, ma bensì perché, dopo 45 anni<br />

di questa carneficina, può essere che sia stata dimenticata la vera sostanza del comunismo, anche da<br />

coloro che pur avendo l'età della ragione all'epoca degli avvenimenti e vivendo tuttora, hanno<br />

pressoché dimenticato questa spaventosa tragedia, con la facilità con la quale purtroppo gli uomini<br />

dimenticano, non soltanto i fatti sgraditi che non li riguardano direttamente, ma persino anche quelli<br />

di cui furono vittime.<br />

[16]<br />

Il tempo ha disteso sulle atrocità di quegli anni una patina di pericoloso oblio. L'attività<br />

sanguinosa di cui misericordiosamente non abbiamo voluto approfondire la statistica, né i dettagli —<br />

come avremmo potuto e forse dovuto fare se non altro a scopo esegetico, almeno per quanto riguarda<br />

taluni recenti massacri — si è svolta, e si svolge ancora, tanto vicina a noi, che abbiamo udito e<br />

possiamo udire le grida di terrore dei torturati, il lamento degli accusati, i gemiti dei moribondi. E<br />

contro di noi sta la muta, paurosa, costante accusa dei morti.<br />

Basterà ricordare le recenti, spietate repressioni in Ungheria, in Polonia, nella Germania<br />

orientale ed a Cuba ; le massicce « purghe » verificatesi all'epoca di Stalin e la distruzione di milioni di<br />

cittadini operata dal governo comunista di Mao-Tse-Tung.<br />

A ciò occorre aggiungere il periodo in cui i comunisti dominarono alcuni paesi. Dalla<br />

insurrezione avvenuta in Germania nel 1918, fortunatamente soffocata, a capo della quale vi fu Hugo<br />

Hasse (insurrezione che trovò il suo terreno più fertile nella cosiddetta repubblica rossa della Baviera,<br />

formata nel 1919) alla dominazione di Bela-Kun che operò convulsamente in Ungheria nello stesso<br />

anno, alla guerra civile spagnola 1936-39, durante la quale i rossi, padroni di Madrid e di alcune<br />

provincie iberiche, assassinarono 12 Vescovi e oltre 12 mila tra sacerdoti, frati e monache ( 6). Quanto<br />

accadde durante quei periodi tremendi, in cui il marxismo dominò incontrastato, fu una vera e propria<br />

questo spaventoso agglomerato di cadaveri, di sangue e di lacrime, grava e incombe ancora sul<br />

5 Léon de Poncins, op cit.<br />

6 Una statistica delle vittime del comunismo è stata anche pubblicata dall'opuscolo Rivelazione d'interesse mondiale (Vermijon,<br />

Roma, 1957) il quale ha tratto le notizie dal giornale Russkaja Mysl, pubblicato in Francia, numero del 30 novembre 1947.<br />

— 12 —

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