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Gli arcipelaghi - Sardegna Cultura

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Recitavano un dramma del quale ancora non si erano<br />

udite che le prime insignificanti battute. Eppure<br />

già si sentiva un’inquietudine che non sfuggì neppure<br />

a noi, le più giovani. Era come se, dal suo primo apparire,<br />

insieme a lui avessimo sentito entrare la morte.<br />

Mamma continuava a sbucciare le patate e guardava<br />

l’uomo, aspettando che dicesse, ma senza chiederglielo,<br />

il motivo della visita. Non si domanda all’ospite<br />

perché sia venuto, bisogna dargli tempo. L’uomo era<br />

ancora un ospite.<br />

L’ombra era diventata all’improvviso più fitta e il<br />

ticchettio della sveglia sul camino mi pareva particolarmente<br />

alto e fastidioso. L’uomo fece col capo un<br />

breve cenno verso me e Daniela che sedevamo accanto<br />

al tavolo, con i quaderni e i libri aperti. Io avevo finito<br />

la scuola già da quattro anni, ma mi preparavo<br />

per corrispondenza a questo diploma nel quale mettevo<br />

tutte le mie speranze.<br />

Mamma ci mandò in cortile per cogliere del basilico.<br />

Sapevamo che ciò significava che dovevamo restar fuori<br />

sino a che non ci avesse chiamato. L’uomo portava un<br />

messaggio che non voleva dare in nostra presenza.<br />

Ubbidimmo a malincuore. Chiudemmo libri e quaderni<br />

e uscimmo lentamente, tendendo l’orecchio. Ma<br />

l’uomo continuò a tacere sino a che non fummo nel<br />

cortile che ora era colmo del vocio dei passeri che si<br />

contendevano lo spazio tra le foglie dell’edera e nei<br />

vani sotto le tegole.<br />

Ma più alto del vocio di cento e cento passeri, più<br />

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penetrante del grido del vento quando la tempesta<br />

infuria sulla terra, più terrificante del fragore del<br />

tuono, ci colpì l’urlo di mamma. Un urlo di bestia<br />

ferita nel quale a mala pena riconoscemmo la sua voce.<br />

I passeri tacquero e l’aria ne tremò tutta.<br />

Ci ritrovammo in cucina. Mamma scuoteva l’uomo<br />

per le spalle. Era grande e terribile mamma in quel<br />

momento, e l’uomo pareva essersi rimpicciolito e indebolito.<br />

All’improvviso mi pareva un vecchio.<br />

– Dilla tutta la verità! Dillo che la nostra casa è caduta!<br />

Dillo che è morto, e che voi l’avete ucciso, il<br />

mio bambino, la mia palma d’oro! Voi che lo sapevate<br />

in pericolo e non l’avete difeso…<br />

– Calmati, Lucia. È la volontà di Dio. Dio ci dà le<br />

sventure ma ci dà anche la rassegnazione. Tu sei religiosa<br />

e Dio ti darà la rassegnazione.<br />

All’implicita conferma dell’uomo, mamma era crollata.<br />

Era ridiventata piccola e singhiozzava, con le spalle<br />

accasciate, mentre l’uomo ora era gigantesco e forte<br />

e cercava goffamente di calmarla.<br />

Anche nonna si era levata in piedi e l’abbracciava.<br />

Nella confusione che all’improvviso aveva sconvolto<br />

la casa, le parole di nonna, stranamente scandite, vibrarono<br />

nell’aria come uno schiocco di frusta.<br />

– Come è vero Dio, qualcuno cancellerà col sangue<br />

queste lacrime!<br />

Anche quella sera babbo tornò a casa barcollante d’ubriachezza.<br />

Ma nessuno badava a lui. Come un estraneo<br />

si mise a sedere in un angolo vicino al forno, guar-<br />

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