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Gli arcipelaghi - Sardegna Cultura

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Parlo della necessità di avere gli occhi aperti e di<br />

guardare davvero nella bilancia, senza troppa fretta di<br />

usare la spada! Tu sai quanto e forse meglio di me che<br />

persona sia Oreste, tu sai che non è un sanguinario,<br />

che è un mite. Tu sai che Oreste è un ragazzo onesto<br />

e capace di vivere onestamente. Se non ci mettiamo<br />

noi a guastarlo. Tu sai anche che Oreste sino ad ora è<br />

stato una vittima, anche nel delitto di cui lo si accusa<br />

e di cui lo si fa responsabile, e che ha diritto a non esserlo<br />

più. Che ha diritto come tutti a una vita creativa<br />

e normale dove le sue buone qualità possano dar<br />

frutto. Credi che il carcere potrebbe dargliela, questa<br />

vita di cui ha bisogno e a cui ha diritto?<br />

Avevo difficoltà a trovare una risposta valida. Quella<br />

della giustizia superiore, del concetto socratico della<br />

legge, mi pareva in confronto alle argomentazioni che<br />

lui portava, altisonante e vuota. E ciò che cominciavo<br />

a vedere dentro di me era un caos in cui assiomatiche<br />

speranze e totalitari, retorici e astratti ideali si mescolavano<br />

tetramente a un mascherato, egoistico bisogno<br />

di quieto vivere. Capivo perché Pilato si era lavato<br />

le mani, quella volta. La legge del taglione forse<br />

gli repugnava, perché era un uomo relativamente civile.<br />

Ma accettava che altri l’applicasse, forse perché<br />

provare a impedirlo gli sarebbe costato una decisione<br />

rischiosa e perciò difficile da prendere. O forse perché<br />

neanche lui era riuscito a vedere chiaro dentro di sé.<br />

– Naturalmente non ti chiedo di deporre il falso, né<br />

di dire qualcosa che sia contro la tua coscienza. Nes-<br />

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suno, né i giudici né gli altri avvocati, ti chiederà se<br />

Oreste ha ucciso o non ha ucciso. Ciò che tu sai o non<br />

sai, a quel riguardo, non può in alcun modo costituire<br />

prova della sua colpevolezza o innocenza, e nessuno ti<br />

farà domande a questo proposito. Ciò che io ti chiedo<br />

di raccontare è solo ciò che tu personalmente hai avuto<br />

modo di osservare di lui. Non dovrai dire niente che<br />

tu non abbia visto con i tuoi occhi o sentito con le tue<br />

orecchie. Ciò che ti chiedo è di descrivere il ragazzo<br />

che per quasi un anno ha abitato a casa tua. Non ti<br />

chiedo neppure, e nessuno ti chiederà dei giudizi su di<br />

lui. Ma se qualcuno contro le mie previsioni ti chiedesse,<br />

puoi rifiutare di rispondere. Devi solo provare a<br />

ricordare com’era, quali mansioni aveva qui da voi e<br />

come le esplicava. Non voglio sapere che cosa sceglierai<br />

di dire e non ti sto chiedendo di voler essere convincente<br />

in favore del ragazzo. Ti chiedo solo di dire la<br />

verità: com’era, come si comportava nella vita quotidiana<br />

quel ragazzo, Oreste, che anni fa era al vostro<br />

servizio? Questo è tutto quello che ti chiedo per salvare<br />

una vita umana.<br />

Quali argomenti avrei potuto portare per rifiutarmi?<br />

Quello del rispetto socratico della legge o quello del<br />

mio egoismo? Del mio desiderio d’essere tenuta fuori<br />

dalla preistoria che ancora ci era contemporanea? Una<br />

preistoria che forse anch’io mi portavo dentro più di<br />

quanto non mi fosse gradito pensare e che perciò così<br />

appassionatamente respingevo?<br />

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