Gli arcipelaghi - Sardegna Cultura
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piana, quasi senza ombre, il ricordo della mia vita, allora,<br />
con Lorenzo. L’isola estesa e solitaria alla quale<br />
nessuno aveva il permesso d’accedere. Lo spazio che difendevo<br />
contro ogni minaccia vera o immaginaria, contro<br />
ogni intrusione, e nel quale neppure mamma per<br />
molto tempo aveva osato tentare irruzioni.<br />
Più che spazio però, forse era stato un alibi. Una<br />
fuga, forse, da quel mondo che era anche mio ma che<br />
così testardamente rifiutavo.<br />
L’ostinazione stessa del rifiuto era la prova della<br />
mia debolezza e dipendenza.<br />
Se solo fossi stata in grado di capire. E di abbandonarmi<br />
senza lottare.<br />
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Lo schiaffo<br />
Forse comare Solinas di Dolomè era fra i presenti. In<br />
quel gruppo indistinto di persone che i miei occhi<br />
percepivano senza veramente vederle. Certo, doveva<br />
esserci. Era il giorno in cui tutto si sarebbe deciso, non<br />
solo per Oreste ma anche e soprattutto per lei. A costo<br />
di vendersi lo scialle per pagarsi il biglietto di viaggio,<br />
non avrebbe rinunziato a essere lì.<br />
Io, da quando con quella rivelazione di cui sembrava<br />
così fiera mi aveva irrimediabilmente mescolato alla<br />
sua storia, non l’avevo più incontrata. O più precisamente,<br />
mi ero rifiutata di incontrarla.<br />
Avvertita da Don Marcellino, era arrivata a Trezene<br />
con la prima corriera del mattino il giorno dopo l’arresto<br />
di Oreste. Io avevo appena finito di vestirmi e mi<br />
preparavo a scendere in ambulatorio quando, da dietro<br />
i vetri della finestra, la vidi mentre attraversava la<br />
piazza. Avvolta da capo a piedi nel suo scialle nero, mi<br />
parve un grande uccello di malaugurio. Sentii di nuovo<br />
tutta la mia avversione che montava in superficie e<br />
stava per traboccare come la schiuma di un latte in<br />
ebollizione.<br />
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