Gli arcipelaghi - Sardegna Cultura

Ma era quello il tono che mamma era abituata ad
avere, con chiunque, quando qualcosa le andava per
traverso.
– Se si può essere più idioti e vigliacchi! – commentò
dopo aver sbattuto con violenza il telefono sulla forcella
come se con quel gesto volesse schiacciare un esercito
intero di preti, di carabinieri e di pusillanimi.
– Mi ha detto che “preferiva esser tenuto fuori” e,
solo quando ho minacciato di telefonare al vescovo, si è
deciso a promettere che avrebbe mandato la sorella ad
avvisare comare Solinas e che avrebbe “pregato per quel
povero ragazzo”. Pezzo d’imbecille! Figurarsi, l’impressione
che faranno ai giudici le sue preghiere!
Mamma fremeva d’indignazione e di disprezzo. La
sua solidarietà con Oreste e con comare Solinas di Dolomè
era scontata. Ma Lorenzo, come avrebbe reagito
Lorenzo? E che cosa avrebbe pensato di noi il padre di
Lorenzo, il giudice, il rappresentante di quella legge e
legalità secondo la quale Oreste era un delinquente,
colpevole di uno dei delitti più orrendi, e noi che l’avevamo
aiutato eravamo dei correi? Come, dopo di questo,
avrei mai più potuto guardarlo negli occhi? Era
questa la fine del mio matrimonio e del mio amore?
Il ritorno di Lorenzo, che attendevo sempre con impazienza,
questa volta avrei voluto rimandarlo, come
altre volte avrei voluto rimandare certi esami difficili e
inevitabili nei quali poi invece avevo sempre finito per
gettarmi, con la precipitazione e la cecità con la quale
ci si getta in un abisso ormai inevitabile.
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PARTE QUARTA
L’Isola e gli arcipelaghi
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