Gli arcipelaghi - Sardegna Cultura

molto buono, c’era la signorina Evelina, che era la figlia
dei padroni. E io me l’immaginavo come doveva
essere la dottoressa Rudas quando era bambina e ancora
non aveva tanto da fare e perciò aveva tempo d’essere
gentile anche con i suoi servi. Il Mississippi e l’Ohio
dovevano essere bellissimi.
Quel libro mi faceva piangere ogni volta che lo leggevo
e perciò dovevo nascondermi perché nessuno se
ne accorgesse.
A quella sera di pioggia e di tuoni a Dolomè non
pensavo quasi mai. Solo qualche volta la sognavo, ma
nel sogno c’era molto buio e capitavano cose strane, e
tutto andava diversamente.
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La cacciata dall’Eden
Quando quella mattina i due carabinieri in uniforme
bussarono alla nostra porta e vennero a prenderlo con
un mandato di cattura, avevamo quasi dimenticato che
ciò avrebbe potuto accadere.
Io mi ero abituata alla sua presenza e, dopo il primo
periodo in cui ero stata così inquieta, riuscivo a non
pensare a ciò che aveva fatto e mi ero convinta che Lorenzo
non sapesse niente e che perciò il suo amore e rispetto
per me e per mamma sarebbe rimasto immutato.
Non sapevo come era stato possibile, ma in tutti quei
mesi eravamo riusciti a evitare qualunque discorso che
avrebbe potuto condurci a una spiegazione riguardo a
Oreste. Così avevo finito per illudermi che Lorenzo non
sapeva e non avrebbe mai saputo niente di quell’orribile
storia.
Quel giorno però, alla vista dei carabinieri e del mandato
di cattura, capii che anche per me il momento
della verità e della grande prova era arrivato. Lorenzo
era a Milano, ma al suo ritorno sarei stata costretta a
dirgli che Oreste era stato arrestato e di che cosa era accusato.
E allo stesso tempo avrei dovuto confessargli
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