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Gli arcipelaghi - Sardegna Cultura

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a dargli dei piccoli incarichi nel suo ambulatorio e, quando<br />

gli sembrò abbastanza forte da sopportare un’uscita,<br />

cominciò a portarselo dietro anche in campagna,<br />

per le vaccinazioni e le visite. Ma non ci volle molto a<br />

capire che Oreste lo seguiva solo per ubbidienza, malvolentieri,<br />

e che era soprattutto a casa, nelle faccende<br />

domestiche, che preferiva rendersi utile.<br />

Silenzioso, sempre disponibile, puntualissimo e puntiglioso,<br />

imparava tutto rapidamente. In breve tempo<br />

fu capace d’aiutare in cucina, d’apparecchiare e servire<br />

a tavola, di riordinare e fare pulizie come una domestica<br />

finita.<br />

Era sorprendentemente libero da pregiudizi su quelli<br />

che sarebbero i compiti “femminili” e i compiti “maschili”<br />

così rigidamente distinti in questa nostra società<br />

dove un uomo preferirebbe reggersi i pantaloni<br />

con dei chiodi piuttosto che “umiliarsi” a prendere in<br />

mano ago e filo per cucirsi un bottone. Era come se, nonostante<br />

la sua modestia e mansuetudine, avesse una<br />

certezza nascosta ma incrollabile della propria valentia<br />

e virilità.<br />

Ancora non sapevo, o fingevo con me stessa di non<br />

sapere, dove questa certezza orgogliosa affondava le<br />

sue radici. Quando più tardi fui costretta a saperlo, il<br />

danno fu irrimediabile.<br />

182<br />

Un cielo pieno di rondini<br />

La dottoressa era stata così, non proprio sgarbata ma<br />

come infastidita, sin dal primo momento che mi aveva<br />

visto, il giorno del mio arrivo. E questo si poteva spiegarlo<br />

col fatto che era sempre tanto affaccendata, con<br />

l’ambulatorio e anche con un libro che, secondo quanto<br />

Euriclea in gran segreto mi aveva detto, stava scrivendo.<br />

Ma dopo la visita di mamma tutto era diventato<br />

peggio, come se non avesse più nemmeno tempo, o<br />

voglia, di guardarmi.<br />

Appena entrata, ancora prima di cominciare a bere il<br />

caffè, mamma subito si era messa a raccontare quello<br />

che avevo fatto, vantandomi per come ero riuscito a<br />

condurre tutto a termine senza farmi riconoscere.<br />

Ma più lei raccontava, più la dottoressa Rudas diventava<br />

rigida, con la faccia chiusa che pareva una statua. Io<br />

la guardavo angosciato e speravo che mamma la smettesse<br />

di vantarmi così, perché capivo che alla dottoressa<br />

Rudas non piaceva. Infatti, senza ascoltare la fine del discorso<br />

di mamma, e senza dir niente, se n’era uscita dalla<br />

stanza e aveva chiuso la porta dietro di sé.<br />

183

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