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Gli arcipelaghi - Sardegna Cultura

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irregolare. Lo auscultai e non ebbi dubbi. Una bronchite,<br />

una faringite e una rinite probabilmente cronica<br />

e in quel momento acuta, erano motivi più che sufficienti<br />

a giustificare la febbre. Ma quando il ragazzo<br />

s’alzò, m’accorsi che barcollava e gli chiesi di togliersi<br />

le scarpe e di mostrarmi i piedi.<br />

Ubbidì malvolentieri, mormorando delle frasi incomprensibili<br />

delle quali capii solo che “aveva camminato<br />

tanto”, “che forse non erano puliti”, che si vergognava<br />

di mostrarli.<br />

– La strada è lunga a farla a piedi, povero disgraziato…<br />

e con quel tempaccio! – Disse mia madre,<br />

come se parlasse d’un assente o d’un oggetto inanimato.<br />

Poi, rivolgendosi direttamente a lui, con la<br />

malagrazia che anche lei sfoderava quando temeva di<br />

commuoversi, continuò:<br />

– Non far perdere tempo alla dottoressa. Togliti le<br />

scarpe e ubbidisci!<br />

Il ragazzo sembrava abituato a ubbidire e s’affrettò<br />

quanto poteva con le dita tremanti attorno alle stringhe<br />

degli scarponi da campagna.<br />

La pianta dei suoi piedi e le dita erano tutta una piaga<br />

sanguinante che, per il momento, ripulii con dell’acqua<br />

ossigenata e avvolsi in pezze di garza.<br />

– Dammi una mano! – Ordinai a mia madre, e insieme<br />

lo trasportammo sino al letto nella cameretta<br />

degli ospiti. Ma non pesava molto. Era quasi un bambino.<br />

<strong>Gli</strong> diedi dei medicinali e chiesi a mia madre di<br />

fargli, o fargli fare da Euriclea, un pediluvio d’acqua<br />

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tiepida saponata. Dopo la chiusura dell’ambulatorio,<br />

sarei tornata a vederlo. Per ora non doveva muoversi.<br />

Mia madre mi seguì nell’andito e disse:<br />

– Comare Solinas mi chiede di tenerlo qui. A Dolomè<br />

per ora non deve tornare. Quando sarà guarito,<br />

Lorenzo potrà prenderlo a lavorare con sé. I Solinas sono<br />

intelligenti e onesti… e disgraziati. Bisogna aiutarli!<br />

Senza darmi tempo di rispondere, s’avviò a passi rapidi<br />

verso la cucina. Illa dixit, pensai fremendo di ribellione.<br />

Era lei che decideva che cosa si doveva fare o<br />

non fare. E ora anche Lorenzo doveva mettersi a suoi<br />

ordini. Lorenzo che sino a non molti mesi prima era<br />

un estraneo, e che per di più non era neanche del tutto<br />

isolano, doveva inchinarsi alla sua autorità di matriarca,<br />

prendere quel miserabile bambino al suo servizio,<br />

che ne avesse o non ne avesse bisogno, perché<br />

mia madre aveva decretato che “i Solinas sono disgraziati<br />

e perciò bisogna aiutarli”!<br />

Il mio buonumore di appena un’ora prima stava sparendo<br />

come se una nebbia avesse cominciato a velare la<br />

lucentezza del sole, e il mio malumore incipiente cresceva<br />

con la certezza che anche questa volta mamma<br />

l’avrebbe avuta vinta e che, ciò che era quasi peggio,<br />

almeno in parte aveva ragione.<br />

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