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Gli arcipelaghi - Sardegna Cultura

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sono stato io. Io ho sempre pensato, e detto quando era<br />

il caso di dirlo, che era stata una cosa bestiale e immotivata.<br />

Ciò che io feci invece era legittimo. Una legittima<br />

difesa, era la mia: io ero l’offeso, il colpito, e<br />

mi stavo difendendo come potevo.<br />

Io dovevo, a ogni costo, sapere per quale di quelle tre<br />

maledette strade il mio bestiame, tutto il mio bestiame,<br />

la mia unica ricchezza, il pane mio e della mia<br />

famiglia, la mia unica garanzia per la nostra vecchiaia,<br />

era scomparso. E se lui, il ragazzo, il solo che potesse<br />

dirmi per quale di quelle tre maledette strade si erano<br />

allontanati, non voleva parlare, era nel mio diritto<br />

adoperare quei mezzi che chiunque, anche la polizia,<br />

al mio posto avrebbe adoperato per fargli muovere la<br />

lingua. La colpa, caso mai, era di chi aveva messo lui,<br />

l’agnello innocente, in quel posto di lupi. La colpa era<br />

di quell’ubriacone buono a nulla del padre e di quell’ambiziosa<br />

pazza della madre che i figli li voleva pastori<br />

e proprietari, perché pastori e proprietari erano<br />

stati i loro antenati.<br />

Bel ragionamento! Come se non se ne siano viste altre<br />

di famiglie andate in rovina, e di figli di pastori diventati<br />

calzolai o barbieri o altro… Ahi, la spina del<br />

mio cuore! Anche mio figlio… che ne sarà di lui<br />

quando la vecchia quercia sarà crollata?<br />

Prete lo voleva la madre, e lui si era messo in mente<br />

di emigrare, perché qui “in questo paese incivile”,<br />

come si permetteva di dire, non ci poteva vivere.<br />

Quando partì militare, speravo che, lontano dalla ma-<br />

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dre che l’ha sempre viziato come una bambina, sarebbe<br />

diventato un uomo. Mi ritornò invece sciancato<br />

e profumato come una femmina di malaffare, che ancora<br />

a ripensarci mi scoppiano le vene delle tempie per<br />

la vergogna. Quale peccato, Dio mio, quale peccato ho<br />

commesso per essere punito così duramente nel mio<br />

unico figlio? Questa sì che è una trave nel mio occhio<br />

e una spada rigirata nel mio cuore, non quella di cui<br />

parla la bigotta che pretende mandarmi da quell’uomo<br />

in sottana per parlargli di cose che non lo riguardano<br />

e che sono peccato solo nella fantasia di una<br />

vecchia donna.<br />

Si gira e rigira nel letto sospirando, da allora, e ha<br />

raddoppiato le sue novene e le sue messe perché, come<br />

dice, “il peccato è grande, e dura dev’essere l’espiazione”.<br />

Facile parlare di peccato, di umanità, di giustizia.<br />

Ma come avrebbe fatto lei, come avremmo fatto noi,<br />

se non fossi riuscito a raggiungere i ladri e a riportare<br />

il bestiame nella nostra stalla? Le banche non perdonano<br />

e non parlano d’umanità. Neppure chiedendo<br />

l’elemosina di porta in porta saremmo riusciti mai a<br />

sollevare la testa, dopo un colpo come quello.<br />

Dovevo forse rassegnarmi a non ricevere aiuto dal ragazzo<br />

e rischiare, mentre seguivo una pista sbagliata,<br />

che con la complicità di quelle nuvole che da giorni<br />

andavano ammucchiandosi nel cielo e che stavano per<br />

sciogliersi in cateratte d’acqua, le nostre venti vacche<br />

di razza venissero ingoiate da qualche camion appo-<br />

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