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Gli arcipelaghi - Sardegna Cultura

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con la sua esperienza, non gli era stato neppure necessario<br />

che qualcuno gli dicesse quale direzione avevamo<br />

preso dopo il passo. Il temporale non era scoppiato e<br />

non c’era stata la pioggia che avevamo sperato cancellasse<br />

le nostre tracce. Per un uomo come zio Antonio<br />

Flores doveva essere stato un gioco scoprire quale strada<br />

avevamo preso, e raggiungerci.<br />

Così andò in ogni caso. Ci raggiunse, e il peggio fu<br />

che ci riconobbe, nonostante le maschere che ci eravamo<br />

affrettati a rimettere quando lo sentimmo arrivare<br />

al galoppo, e non c’era alcun dubbio con la velocità<br />

che aveva, che doveva essere lui o qualche altro<br />

molto interessato a raggiungerci. Cioè non è certo che<br />

riconobbe noi due altri, che forse non ci aveva mai visto<br />

prima. Ma il Falco lo conosceva bene e lo riconobbe<br />

di sicuro, perché fu a lui che sputò addosso<br />

quando, cambiando la voce e l’accento, il Falco gli<br />

disse che potevamo discutere un abbuono e che lui poteva<br />

riprendersi una parte delle vacche.<br />

<strong>Gli</strong> sputò addosso e non disse neppure una parola di<br />

risposta, mentre cominciava a gridare per far voltare le<br />

vacche che gli ubbidivano come se lo riconoscessero. E<br />

quello sputo fu la causa della tragedia che seguì perché<br />

il tempo che aveva perduto e che ci aveva fatto perdere,<br />

il Falco poteva anche sopportarlo, sono gli incerti di<br />

queste imprese: se riescono riescono, se non riescono<br />

pazienza. Ma un’offesa, e per di più meritata, come<br />

quella, l’aveva fatto impazzire d’umiliazione. Purtroppo<br />

io non avevo capito sino a che punto, e perciò non<br />

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avevo provveduto a salutare la bella compagnia e a tornarmene<br />

a casa, senza correre altri rischi. E quello fu il<br />

mio errore.<br />

Ma ora dovevo stare attento a non fare altri errori.<br />

Dovevo tenere la testa fredda e non lasciarmi leggere<br />

da nessuno i pensieri che avevo in testa. L’importante<br />

era sapere da quale parte era arrivato il colpo che aveva<br />

abbattuto il Falco. Perché io alla storia della vergine<br />

vendicatrice non ci credevo. E non credevo neppure<br />

che all’improvviso zio Antonio Flores, che aveva riavute<br />

tutte e venti le sue belle vacche, avesse deciso di<br />

rischiare di finire in carcere i suoi giorni, per prendersi<br />

il gusto di fare la festa a un uomo al quale aveva sputato<br />

addosso di fronte a testimoni, e che perciò per lui<br />

non valeva più di un pidocchio.<br />

L’unico interesse che zio Antonio Flores poteva avere<br />

di far fuori il Falco era quello di eliminare uno che<br />

lui aveva offeso di fronte a testimoni e che perciò un<br />

giorno o l’altro poteva vendicarsi. E se era così, anche<br />

io e l’altro eravamo in pericolo, perché avevamo assistito<br />

all’offesa e dunque conoscevamo il movente.<br />

Ma zio Antonio Flores non si poteva proprio dire<br />

che fosse piccolo e magro come una ragazza… Chi allora?<br />

Suo figlio neppure, non poteva essere. Lui sì era<br />

piccolo, ma non si poteva certo dire che fosse magro<br />

ed era anche mezzo sciancato, e tutti l’avrebbero riconosciuto<br />

mentre si allontanava dopo aver sparato. Per<br />

non contare che era più pauroso di una donna - e chi<br />

meglio di me poteva saperlo? - e per fare quello che<br />

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