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I FISICI E IL RISORGIMENTO - Società Italiana di Fisica

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I <strong>FISICI</strong> E <strong>IL</strong> <strong>RISORGIMENTO</strong><br />

Na<strong>di</strong>a Robotti<br />

Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> - Università <strong>di</strong> Genova<br />

XCVII Congresso Nazionale della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong><br />

XCVII Congresso Nazionale della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong><br />

L’Aquila, 26-30 settembre 2011


Quest’anno ricorre il 150° anniversario dell’Unità d’Italia<br />

Come contributo alle celebrazioni <strong>di</strong> questa data importante,<br />

nell’ambito nell ambito del Congresso della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>,<br />

parleremo dei rapporti intercorsi tra i Fisici Italiani<br />

dell’Ottocento e il Risorgimento.<br />

Infatti vi è stato, seppur in mo<strong>di</strong> e in tempi <strong>di</strong>versi, un<br />

coinvolgimento generale dei nostri Fisici nelle vicende<br />

Risorgimentali, che ha riguardato l’insieme degli Stati in cui<br />

era allora sud<strong>di</strong>visa l’Italia.<br />

In questa relazione, sulla base <strong>di</strong> documenti d’archivio, oltre<br />

che <strong>di</strong> testi d’epoca d’epoca, cercheremo <strong>di</strong> ricostr ricostruire ire le linee generali<br />

<strong>di</strong> questi rapporti nel periodo tra il 1815 (Congresso <strong>di</strong><br />

Vienna) e il 1861 (Regno d’Italia). d Italia).


In particolare, affronteremo i seguenti temi * :<br />

1. La <strong>Fisica</strong> <strong>Italiana</strong> nell’Ottocento<br />

22. I Fisici patrioti<br />

3. Le Riunioni degli Scienziati Italiani (1839-1847)<br />

4. I Fisici alla Guerra (1848-1859) ( )<br />

5. I Fisici in Parlamento (1860-1861)<br />

6. Conclusioni<br />

* M.Leone, A.Paoletti, N.Robotti, “I Fisici e il Risorgimento”, Il<br />

Nuovo Saggiatore, 27, 2011.


1. La <strong>Fisica</strong> <strong>Italiana</strong> nell’Ottocento<br />

Nell’Ottocento la figura del Fisico appare ben definita dal<br />

punto <strong>di</strong> vista istituzionale. In genere si trattava <strong>di</strong> Professori<br />

universitari universitari, su cattedre <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> <strong>Fisica</strong>, la cui denominazione denominazione, prima<br />

dell’Unità d’Italia, variava fortemente a seconda dello Stato (da<br />

“<strong>Fisica</strong> sc Sublime”, Sub e , “<strong>Fisica</strong> sc teorico-sperimentale”, eo co spe e e , a “<strong>Fisica</strong> sc<br />

Sperimentale” e analoghe)<br />

Questa figura era era, invece invece, molto meno definita dal punto <strong>di</strong><br />

vista della formazione: oltre che “Fisici” (laureati), spesso erano<br />

Architetti, , Me<strong>di</strong>ci, , Ingegneri gg o ad<strong>di</strong>rittura auto<strong>di</strong>datti.<br />

La comunità dei Fisici (alcune decine <strong>di</strong> persone su una<br />

popolazione <strong>di</strong> circa 26 milioni <strong>di</strong> abitanti abitanti, per lo più conta<strong>di</strong>ni)<br />

era <strong>di</strong>stribuita pressappoco su tutte le Università dei sette Stati<br />

in cui all’epoca era sud<strong>di</strong>visa l’Italia, oltre che all’”Imperial<br />

Regio Museo <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> e Storia Naturale” <strong>di</strong> Firenze.


Le cattedre più p significative: g<br />

Torino, Genova e Cagliari<br />

(Regno <strong>di</strong> Sardegna)<br />

Pavia e Padova<br />

(Regno Lombardo Veneto),<br />

Parma e Modena<br />

(relativi Ducati)<br />

Pi Pisa e Siena Si<br />

(Granducato <strong>di</strong> Toscana)<br />

Ferrara Ferrara, Bologna, Bologna Urbino Urbino,<br />

Roma<br />

(Stato Pontificio)<br />

Napoli, Palermo e Catania<br />

(Regno delle due Sicilie).<br />

Cartina dell’Italia, sud<strong>di</strong>visa in Stati (1815)


La fisica italiana, , nel periodo p <strong>di</strong> cui ci stiamo occupando, p , ha<br />

prodotto risultati <strong>di</strong> grande valore e con impatto internazionale.<br />

Non era cioè una <strong>Fisica</strong> <strong>di</strong> “provincia”.<br />

(D (Da tenerconto che, h eccetto lla MMeccanica, i lla Fi <strong>Fisica</strong> i era ancora<br />

tutta da “scoprire”)<br />

Inoltre, molti nostri fisici furono membri delle più importanti<br />

Accademie scientifiche europee p (Royal ( y Societyy <strong>di</strong> Londra, ,<br />

Academie des Sciences <strong>di</strong> Parigi, Akademie der Wissenschaften<br />

<strong>di</strong> Berlino, e altre).<br />

I principali risultati ottenuti dai Fisici italiani riguardavano<br />

prevalentemente l’Elettromagnetismo l Elettromagnetismo, l’Ottica l Ottica, ll’Astronomia Astronomia,<br />

la Teoria atomica-molecolare.


Com’è noto, le gran<strong>di</strong> scoperte fatte nell’Ottocento in<br />

Elettromagnetismo non sono state realizzate in Italia.<br />

Tuttavia, sono invece italiane alcune loro importanti<br />

applicazioni.<br />

Nel 1825, ad esempio, Leopoldo Nobili (1784-1835) inventò<br />

uno strumento fondamentale nella storia<br />

dell’Elettromagnetismo:<br />

il “Galvanometro astatico” che era lo strumento per<br />

il Galvanometro astatico , che era lo strumento per<br />

misurare le correnti elettriche più sensibile mai costruito.


Galvanometro astatico <strong>di</strong> Nobili (1827)<br />

(Museo <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> “Giovanni Boato”, Università <strong>di</strong> Genova)


Leopoldo Nobili<br />

( Trasilico in Garfagnana 1784,<br />

Firenze 1835)


Una grande realizzazione, anch’essa tutta italiana, è<br />

la macchina <strong>di</strong>namo-elettrica, ideata dal pisano<br />

Antonio Pacinotti (1841 (1841-1912) 1912) a partire dal 1859 1859, che<br />

sarà alla base della <strong>di</strong>namo, (poi brevettata e prodotta<br />

industrialmente dus e e da d Zénobie é ob e Gramme G e a Parigi g nel e<br />

1870).<br />

Per questa invenzione Pacinotti, nel 1901, veniva<br />

nominato Membro Onorario della prestigiosa<br />

Institution of Electrical Engineers <strong>di</strong> Londra Londra,<br />

(onorificenza, questa, assegnata all’epoca a soli altri<br />

tre scienziati, , tra i quali q Lord Kelvin). )


Antonio Pacinotti<br />

fotografato nel 1901 con<br />

la sua “macchinetta”<br />

“Descrizione <strong>di</strong> una macchinetta<br />

elettro-magnetica del dott.<br />

Antonio Pacinotti”, Il Nuovo<br />

Cimento, 19 (1863)


“<br />

La “macchinetta” <strong>di</strong> Pacinotti (Università <strong>di</strong> Pisa)<br />

(Per gentile concessione <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Luperini )


Importanti furono anche i <strong>di</strong>spositivi ottici <strong>di</strong> precisione<br />

(quali (q l’Obiettivo ad immersione, , il Prisma a visione <strong>di</strong>retta, ,<br />

il Microscopio catottrico) ideati dal fisico modenese<br />

Giovanni Battista Amici (1786-1863).<br />

Grazie ad essi, interi campi della <strong>Fisica</strong> (Spettroscopia<br />

stellare) e della Biologia (Istologia e Batteriologia) hanno<br />

potuto crescere ed affermarsi.


Mi i i <strong>di</strong> A i i (1834)<br />

Microscopio catottrico <strong>di</strong> Amici (1834)<br />

(Museo <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> “Giovanni Boato”, Università <strong>di</strong> Genova)


Da ricordare assolutamente i risultati ottenuti, nel 1832, dal<br />

parmense Macedonio Melloni (1798-1854) nel campo della<br />

<strong>Fisica</strong> dei raggi infrarossi ( “calore ra<strong>di</strong>ante”), che<br />

<strong>di</strong>mostravano l’identità tra questi raggi e la luce.<br />

A questi ti risultati i lt ti Melloni M ll i era giunto i t utilizzando tili d un nuovo<br />

strumento, il “termomoltiplicatore”, (formato<br />

dall’accoppiamento dall accoppiamento tra un nuovo tipo <strong>di</strong> pila termo termo-elettrica elettrica e<br />

il galvanometro astatico <strong>di</strong> Nobili) da lui ideato assieme a<br />

Nobili.<br />

Per queste sue scoperte Melloni riceveva nel 1834 la Medaglia<br />

Rumford della Royal Society.<br />

Society


Banco <strong>di</strong> Melloni per lo stu<strong>di</strong>o del calore raggiante<br />

(Ruhmkorff , Parigi 1840) (Museo <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> “Giovanni Boato”, Università <strong>di</strong> Genova)


Altri gran<strong>di</strong> risultati che vanno ricordati sono quelli <strong>di</strong><br />

Carlo Matteucci (1811-1868) riguardo ai meccanismi <strong>di</strong><br />

funzionamento del nervo e all’elettricità animale, animale che<br />

posero le basi <strong>di</strong> un nuovo settore della scienza, ora noto<br />

come co e Elettrofisiologia.<br />

e o s o og<br />

Matteucci fu premiato dall’Academie des Sciences <strong>di</strong><br />

Parigi nel 1842, e dalla Royal Society <strong>di</strong> Londra nel 1844.


Carlo Matteucci<br />

Carlo Matteucci<br />

(Forlì 1811-Livorno 1868)


Altre figure <strong>di</strong> risonanza internazionale furono quelle dell dell’<br />

astronomo Reale del Regno <strong>di</strong> Sardegna Giovanni Plana<br />

(1781-1864) , premiato con la Medaglia Copley della Royal<br />

Society <strong>di</strong> Londra (1834) e con la Medaglia d’oro della Royal<br />

Astronomical Society (1840), del piemontese Amedeo<br />

AAvogadro d (1776 (1776-1856), 1856) a cui i si i deve d la l famosa f “legge” “l ” e del d l<br />

novarese Ottaviano Fabrizio Mossotti (1791-1863).<br />

Mossotti, va ricordato, oltre che come famoso astronomo (fu<br />

membro, dal 1832, della Royal Astronomical Society <strong>di</strong> Londra)<br />

anche come grande fisico teorico, in particolare per la sua<br />

teoria sulle forze intermolecolari, (che fu alla base <strong>di</strong><br />

importanti lavori la ori <strong>di</strong> Faraday).<br />

Farada )


Pubblicata durante l’esilio e de<strong>di</strong>cata al “suo caro amico” Plana<br />

(“Archivio Mossotti” , Biblioteca Universitaria, Pisa)


Giovanni Plana<br />

(Voghera, 1781 – Torino, 1864)


Amedeo Avogadro<br />

g<br />

(Torino 1776-Torino 1856


2. I Fisici patrioti<br />

Dopo questa carrellata, passiamo ora ad analizzare quali sono<br />

stati i Fisici maggiormente coinvolti nelle vicende<br />

risorgimentali e quale è stato il loro ruolo.<br />

Un dato emerso è che i Fisici più famosi a livello<br />

internazionale, e non solo loro, hanno tutti contribuito alle<br />

vicende risorgimentali, pagando, in molti casi, il loro impegno<br />

politico non solo con l’allontanamento dall’insegnamento, ma<br />

anche con ll’esilio esilio.<br />

Questo fenomeno ha riguardato pressoché tutte le più<br />

Q g p p<br />

importanti Università italiane.


Ricor<strong>di</strong>amo ad esempio, dopo i moti del 1821:<br />

• Amedeo Avogadro, che, a Torino, per aver manifestato “scarso<br />

attaccamento” al governo g del Regno g <strong>di</strong> Sardegna, g , nel 1822 vide<br />

soppressa la sua cattedra e soltanto nel 1834 poté ritornare<br />

all’insegnamento;<br />

• Ottaviano Fabrizio Mossotti, che, nel 1823, per “sospette<br />

frequentazioni sovversive sovversive” dovette abbandonare Milano (primo<br />

astronomo alla Specola) e fu costretto a un lungo periodo <strong>di</strong> esilio<br />

(Londra, ( , Buenos Aires, , Torino, , Corfù), ), durato fino al 1840.<br />

• Giovanni Plana, che a Torino pur avendo appoggiato i moti del<br />

Giovanni Plana, che a Torino pur avendo appoggiato i moti del<br />

1821, grazie alla sua autorevolezza scientifica, non subì alcuna<br />

conseguenza.


Nota della “Alta Polizia” sulla “Condotta politica e religiosa” <strong>di</strong> Plana durante<br />

i moti del 1821 in Piemonte : “AMBIGUA”.<br />

“il Professore Plana non è certamente affetto al R. governo: tale puranco si<br />

<strong>di</strong>mostrò co’ suoi <strong>di</strong>scorsi nei passati p trambusti. La Giunta, G , attesi li rari <strong>di</strong> lui<br />

talenti, il poco numero <strong>di</strong> scolari, la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> rimpiazzarlo degnamente, ha<br />

già proposto <strong>di</strong> conservarlo, previa una seria rimostranza dal governo, e sotto<br />

vigilanza” vigilanza (Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Torino, Torino Alta Polizia, Polizia Deliberazioni della<br />

Commissione Superiore <strong>di</strong> Scrutinio).


Dopo i moti del 1830-31 pagarono per il loro impegno politico:<br />

• Macedonio Melloni: che, nel marzo 1831, “per aver fatto parte<br />

del Governo Provvisorio” <strong>di</strong> Parma”, Parma” fu costretto a lasciare<br />

Parma e andare in esilio all’estero (Dole, Ginevra, Parigi)<br />

• Leopoldo Nobili: che, nel 1831, per aver partecipato ai moti <strong>di</strong><br />

Modena, fu costretto a lasciare Reggio Emilia e trasferirsi a<br />

Firenze, presso l’“Imperial Regio Museo <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> e Storia<br />

Naturale”<br />

• Francesco Orioli (1785-1856), che, nell’aprile del 1831, per<br />

essere stato “Ministro della Pubblica Istruzione nello Stato delle<br />

Province Unite” dovette abbandonare Bologna ed andare in<br />

esilio a Parigi


• Giovanni Battista Amici, che, per essere stato Prefetto della<br />

Pubblica Istruzione Istruzione”, , nel Governo provvisorio <strong>di</strong> Modena , “fu fu<br />

costretto a lasciare Modena e trasferirsi a Firenze presso<br />

l’I.R.Museo <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> e Storia Naturale.<br />

• Silvestro Gherar<strong>di</strong> (1802-1879), che a Bologna, nel 1831, per<br />

aver ftt fatto parte t dlG del Governo Provvisorio, P i i in i qualità lità <strong>di</strong> Maggiore M i<br />

della Guar<strong>di</strong>a Civica e colonnello comandante della Legione<br />

Studentesca, fu sospeso dall’insegnamento.<br />

dall insegnamento.


Dopo p i moti del 1848 e la pprima Guerra d’In<strong>di</strong>pendenza p<br />

pagarono nuovamente:<br />

• Macedonio Melloni, che, una volta tornato dall’esilio in<br />

Francia (1837), e <strong>di</strong>ventato Direttore dell’Osservatorio<br />

Vesuviano <strong>di</strong> Napoli, Napoli a causa della sua attività patriottica, patriottica<br />

nel 1849 fu destituito da tutte le cariche pubbliche.<br />

Morirà dopo pochi anni a Napoli, <strong>di</strong> colera, senza aver mai<br />

più ricevuto nessun incarico.


(Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Napoli)<br />

Memorandum della Polizia Borbonica<br />

sui i Professori P f i Universitari U i it i (1849): (1849)<br />

“Cavaliere D. Macedonio Melloni.<br />

Notabilità europea <strong>di</strong> ultraliberalismo,<br />

amico intimo e corrispondente de’ più<br />

famosi ra<strong>di</strong>cali, e cospiratori p<br />

contemporanei; egli, nelle ultime<br />

sovversioni del Regno, comunque non<br />

abbia trasmodato in atti <strong>di</strong> manifesta<br />

fellonia, pure fece parte del Circolo<br />

Costituzionale, propugnò e <strong>di</strong>ffuse i<br />

principi della Giovine Italia Italia, fece<br />

proposta nel Consiglio <strong>di</strong> Pubblica<br />

Istruzione per l’or<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> un<br />

BBattaglione tt li Universitario, U i it i che h avrebbe bb<br />

avuto per destino la guerra <strong>di</strong><br />

Lombar<strong>di</strong>a; ⇒<br />

“Cattivo”


(Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Napoli)<br />

Decreto <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando II<br />

(Caserta 6 novembre 1849)<br />

con cui Melloni viene “<strong>di</strong>messo” da<br />

Direttore dell’Osservatorio<br />

VVesuviano i <strong>di</strong> <strong>di</strong>N Napoli li


Anche Silvestro Gherar<strong>di</strong> pagò nuovamente per il suo<br />

impegno politico. politico<br />

Per aver fatto parte della Repubblica Romana come<br />

Per aver fatto parte della Repubblica Romana come<br />

Ministro della Pubblica Istruzione, nel luglio del 1849,<br />

dovette emigrare dallo Stato Pontificio e rifugiarsi a<br />

Genova.


Repubblica p Romana, ,<br />

7 aprile 1849<br />

Nomina del<br />

“Citta<strong>di</strong>no Gherar<strong>di</strong>” a<br />

“Ministro interino<br />

dell’Istruzione ’ i pubblica” i ”<br />

firmata, per il Triumvirato, da<br />

Aurelio Saffi<br />

(Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Roma)


(Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Roma)<br />

Repubblica Romana<br />

Decreto (2 maggio 1849)<br />

del Triumvirato<br />

(G.Armellini-G.Mazzini-<br />

A. Saffi),<br />

della cui esecuzione “è<br />

incaricato il Ministro della<br />

pubblica istruzione”,<br />

con cui venivano abolite le<br />

tasse universitarie, , definite<br />

“vera multa messa<br />

sull’ingegno”


Nei fatti del 1848-49 furono anche coinvolti :<br />

• Giovanni Cantoni (1818-1897) che per aver partecipato alle<br />

cinque i giornate i <strong>di</strong> Milano, Mil ddovette poi irifugiarsi if i i in i Canton C<br />

Ticino<br />

• Gilberto Govi (1826-1889) che, per aver fatto parte del<br />

Governo Provvisorio Veneto e aver combattuto nella battaglia g<br />

<strong>di</strong> Sorio contro gli Austriaci, riparò, esule, in Francia.<br />

• Gi Giovanni i Alessandro Al d MMajocchi j hi (1795 (1795-1854) 1854) che, h per lle<br />

sue<br />

attività <strong>di</strong> patriota, dovette fuggire dalla Lombar<strong>di</strong>a e<br />

riparare in Piemonte Piemonte.


Ricor<strong>di</strong>amo infine la partecipazione alla prima<br />

Guerra d’In<strong>di</strong>pendenza p <strong>di</strong> molti “Fisici toscani”<br />

(Battaglione Universitario Toscano) che comunque<br />

non ebbe alcuna conseguenza sulle loro vicende<br />

personali, data la nota posizione <strong>di</strong> sostegno espressa<br />

inizialmente dal Granduca Leopoldo II <strong>di</strong> Toscana.


Dunque, a seguito dei coinvolgimenti politici, a partire dal<br />

1830, si assiste sia all’emigrazione all emigrazione <strong>di</strong> alcuni Fisici da uno<br />

Stato ad un altro della Penisola, in particolare, verso la<br />

Toscana (Firenze e Pisa), al riparo del tollerante governo <strong>di</strong><br />

Leopoldo II, sia alla loro emigrazione all’estero.<br />

TTutti tti questi ti spostamenti, t ti pur creando d gravi i <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong>ffi ltà<br />

personali, ebbero, molto spesso, risvolti positivi sia nel<br />

rafforzamento o nella creazione <strong>di</strong> Istituzioni scientifiche,<br />

sia nello sviluppo della <strong>Fisica</strong> stessa.


Ad esempio, con la loro emigrazione a Firenze, dopo i<br />

moti del 1831, , Nobili e Amici contribuirono in modo<br />

determinante allo sviluppo scientifico e tecnico dell’I.R.<br />

Museo <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> e Storia Naturale, <strong>di</strong>retto dal fisico<br />

Vincenzo Antinori (1792-1865).


I.R. Museo <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> e <strong>di</strong> Storia Naturale (palazzo Torrigiani)


Altrettanto importante fu per l’Università <strong>di</strong> Pisa, dove era<br />

già presente il fisico-patriota Luigi Pacinotti (padre del più<br />

famoso Antonio) l’arrivo <strong>di</strong> Mossotti e Matteucci, che portò<br />

alla formazione <strong>di</strong> una comunità <strong>di</strong> fisici <strong>di</strong> altissimo livello<br />

e all’aggregazione <strong>di</strong> un non comune centro motore<br />

patriottico.


( Inaugurazione Congresso Nazionale S.I.F. 2007 )


Riguardo all’emigrazione forzata all’estero, questo nuovo stato<br />

<strong>di</strong> “esule”, in cui molti dei nostri Fisici si sono ritrovati, in<br />

alcuni casi, ha favorito il raggiungimento <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> risultati.<br />

E’ il caso <strong>di</strong> Macedonio Melloni e dei suoi stu<strong>di</strong> sul “calore<br />

ra<strong>di</strong>ante”. ra<strong>di</strong>ante .<br />

Melloni, quando, a seguito dei moti del 1830-31, dovette<br />

abbandonare Parma, portò con sé il “suo termomoltiplicatore”<br />

(con il quale aveva appena iniziato i suoi esperimenti sulla<br />

trasmissione del calore ra<strong>di</strong>ante) e si trasferì, trasferì (dopo un breve<br />

periodo passato nella piccola citta<strong>di</strong>na francese <strong>di</strong> Dole), a<br />

Ginevra, , dove risiedeva il fisico g ginevrino Pierre Prévost, ,<br />

famoso proprio per i suoi stu<strong>di</strong> sul calore ra<strong>di</strong>ante.


La scelta <strong>di</strong> Ginevra fu per Melloni una scelta formidabile.<br />

Ospitato nei Laboratori del fisico Auguste De La Rive,<br />

presso l’Académie de Genève, Melloni giunse nel giro <strong>di</strong><br />

meno <strong>di</strong> un anno a risultati strepitosi, <strong>di</strong> cui abbiamo detto.


Macedonio Melloni<br />

(1798-1854) ( )<br />

E.Capocci,<br />

“Necrologia. Macedonio Melloni”.<br />

Reale Tipografia pg<br />

Militare. s.d..


Il termomoltiplicatore che ha viaggiato con Melloni<br />

(Parma (Parma, Dole, Dole Ginevra) e che poi… poi è arrivato a Napoli<br />

Museo <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>-Università Federico II <strong>di</strong> Napoli<br />

p<br />

(dal Sito Web del Museo)


“Termomoltiplicatore <strong>di</strong> Melloni” (Ruhmkorff , Parigi 1840)<br />

e o o t p cato e d e o ( u o , a g 8 0)<br />

(Museo <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> “Giovanni Boato”, Università <strong>di</strong> Genova)


In altri casi, , l’esilio all’estero, , in particolare p in ppaesi<br />

ancora in<br />

via <strong>di</strong> sviluppo, favorì significativamente la crescita scientifica<br />

e culturale <strong>di</strong> questi stessi paesi.<br />

E’ il caso <strong>di</strong> Ottaviano Mossotti che nel novembre del 1827,<br />

dopo essersi rifugiato prima in Svizzera e poi a Londra Londra, si<br />

trasferì in Argentina, dove ricoprì la cattedra <strong>di</strong> “<strong>Fisica</strong><br />

Esperimental” p all’Università <strong>di</strong> Buenos Aires.<br />

Mossotti rimase in questo paese per ben sette anni.


Ottaviano Fabrizio<br />

Mossotti<br />

(Novara 1791- Pisa 1863)


L’influenza L influenza <strong>di</strong> Mossotti sulla nascita della <strong>Fisica</strong> in Argentina fu<br />

determinante.<br />

NNon solo l ffondò dò una scuola l <strong>di</strong> <strong>di</strong>Fi <strong>Fisica</strong>, i fformando d un valido lid gruppo<br />

<strong>di</strong> studenti argentini che si <strong>di</strong>stingueranno, poi, nel portare<br />

avanti la <strong>Fisica</strong> in Argentina. Argentina<br />

Ma realizzò, anche, un Osservatorio astronomico, con annessa<br />

sezione i meteorologica, i ( (dove effettuò ff ò una serie i <strong>di</strong> iosservazioni, i i<br />

pubblicate poi su importanti riviste internazionali) gettando così<br />

le basi dell’Astronomia dell Astronomia e della Meteorologia in Argentina<br />

Bellissima la documentazione nell’” Archivio Mossotti“<br />

(Biblioteca Universitaria <strong>di</strong> Pisa), or<strong>di</strong>nata da Giovanni Polvani<br />

negli anni ‘40 e che testimonia la vita <strong>di</strong> grande scienziato <strong>di</strong><br />

Mossotti “esule” esule .


Nel 1835, quando aveva ormai raggiunto in Argentina una<br />

posizione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>ssimo prestigio scientifico e anche politico,<br />

<strong>di</strong> fronte all’offerta, ricevuta grazie all’interessamento <strong>di</strong><br />

Plana, della Direzione della Pontificia Specola <strong>di</strong> Bologna,<br />

Mossotti lasciò l’Argentina l’Argentina, alla volta olta dell’Italia. dell’Italia<br />

Purtroppo l’offerta l offerta non venne mantenuta e quin<strong>di</strong> dovette<br />

riprendere la sua vita <strong>di</strong> esule (Torino e Corfù).<br />

Soltanto nel 1840 Mossotti trovò finalmente una sistemazione<br />

in Italia, come Professore <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> dell’Università <strong>di</strong> Pisa e<br />

come tale lo ritroveremo a capo del Battaglione Universitario<br />

Toscano.


3. Le Riunioni degli g Scienziati Italiani (1839-1847) ( )<br />

Il Risorgimento dei Fisici italiani non fu esclusivamente una<br />

storia <strong>di</strong> esuli o <strong>di</strong> battaglioni universitari.<br />

Almeno in parte parte, l’unità politica della patria fu anche costruita<br />

cercando <strong>di</strong> far nascere l’idea <strong>di</strong> una scienza nazionale, che<br />

andasse oltre i vari stati e staterelli in cui era sud<strong>di</strong>visa ll’Italia Italia<br />

Il primo e più importante tentativo in questo senso, e che vide i<br />

Fisici tra i principali protagonisti, fu l’organizzazione delle<br />

nove Riunioni degli Scienziati Italiani.


Queste Riunioni, si tennero annualmente tra il 1839 e il<br />

1847 iin città ittà <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse, scelte lt nei i principali i i li Stati St ti Italiani, It li i ad d<br />

eccezione dello Stato Pontificio, apertamente ostile<br />

all’iniziativa all iniziativa, per motivi politici. politici<br />

(Il papa pp Gregorio g VII non solo pproibì “agl’impiegati<br />

g p g<br />

pontifici,” <strong>di</strong> partecipare alle Riunioni “sotto pena <strong>di</strong><br />

perdere l’impiego”, ma ad<strong>di</strong>rittura vietò la celebrazione <strong>di</strong><br />

una “M “Messa Solenne”, S l ” all’apertura ll’ t delle d ll Riunioni).<br />

Ri i i)


Ideatore e promotore p delle Riunioni fu il naturalista<br />

Carlo Luciano Bonaparte (Principe <strong>di</strong> Canino e <strong>di</strong><br />

Musignano, nipote <strong>di</strong> Napoleone) che, nell’ottobre del<br />

1838, con l’appoggio i fondamentale dei ifisici iiiGi Giovanni i<br />

Battista Amici e Vincenzo Antinori, ottenne dal<br />

Granduca Leopoldo II <strong>di</strong> Toscana l’autorizzazione l autorizzazione ad<br />

organizzare una prima “Riunione” , da tenersi a Pisa nel<br />

1839, , tra il primo p<br />

e il 15 settembre.


Giovanni Battista Amici<br />

(Modena, 1786- Firenze 1863)<br />

Vincenzo Antinori<br />

(Firenze, 1792- Firenze 1865)


Pi Prima Ci Circolare l<br />

“Prima Lettera Circolare”, (Firenze 28 marzo 1839) per la convocazione della<br />

( )p<br />

Riunione <strong>di</strong> Pisa (Archivio Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL)<br />

⇐<br />


Le Riunioni successive si tennero rispettivamente a Torino,<br />

Firenze Firenze, Padova, Padova Lucca, Lucca Milano, Milano Napoli, Napoli Genova e Venezia ela e la<br />

loro organizzazione venne affidata <strong>di</strong> anno in anno a comitati<br />

locali, , in cui spiccava p la presenza p dei fisici italiani.<br />

Alle Riunioni erano invitati, oltre che i professori universitari,<br />

anche “i cultori delle scienze matematiche e naturali naturali, gli ufficiali<br />

civili o militari del Genio, gli ingegneri delle miniere e i membri<br />

delle principali società scientifiche italiane italiane”. .<br />

Le “Riunioni” ebbero un’ adesione veramente massiccia : ad<br />

esempio, i a Pisa Pi si iebbero bb 421 iiscritti itti , a NNapoli li 1666 1666, a VVenezia i<br />

1300.<br />

I partecipanti provenivano da tutti gli Stati d’Italia (escluso lo<br />

Stato Pontificio)


⇒<br />

Riunioni strutturate in Sezioni: tra cui<br />

“ Chimica Chimica, <strong>Fisica</strong> e Scienze Matematiche”<br />

Biblioteca Universitaria. Pisa


“Regolamento Generale”, approvato a Pisa, (15 ottobre 1839)<br />

Biblioteca Universitaria. Pisa


Biblioteca Universitaria. Pisa<br />

Fissata la durata delle<br />

Riunioni:<br />

”…non dovrà mai oltrepassare i<br />

quin<strong>di</strong>ci giorni”<br />

Tutte le Riunioni (settembreottobre)<br />

me<strong>di</strong>amente 14-15 giorni :<br />

tempo lunghissimo<br />

Pisa 1-15 ottobre 1839<br />

Torino 16-30 settembre 1840<br />

Firenze, 15-30 settembre 1841<br />

Padova 15 15-29 29 settembre 1842<br />

Lucca 15-30 settembre 1843<br />

Milano 12-27 settembre 1844<br />

Napoli 20 settembre settembre-5 5 ottobre 1845<br />

Genova 14-29 settembre 1846<br />

Venezia 14-24 settembre 1847<br />

(hi (chiusa in i anticipo ii per motivi ii<br />

politici )


Le nove Riunioni degli Scienziati Italiani rappresentarono<br />

un evento straor<strong>di</strong>nario per l’Italia.<br />

Come commenterà un Congressista (1843) :<br />

“Per la prima volta olta si affermava afferma a solennemente l’unità l’ nità della<br />

patria, comparivano Piemonte e Sicilia, Napoli e Toscana, per<br />

confondersi nel nome sacro dd’Italia.” Italia.<br />

E questo, ricor<strong>di</strong>amolo, fu dovuto anche ai Fisici Italiani


Le Riunioni degli Scienziati Italiani, grazie alla partecipazione<br />

<strong>di</strong> pressoché tutti i principali Fisici italiani dell’epoca, dell’epoca<br />

rappresentarono la prima occasione importante per pensare<br />

alla <strong>Fisica</strong> su scala nazionale, , superando p “quelle q ggare e qquelli<br />

o<strong>di</strong> municipali che furono sempre la peste della nostra Italia”<br />

(Pareto 1847)<br />

Di questo spirito nuovo testimoniano, ad esempio, alcuni<br />

progetti progetti, spiccatamente unitari unitari, <strong>di</strong>scussi durante le sezioni <strong>di</strong><br />

<strong>Fisica</strong>.


Progetto <strong>di</strong> un nuovo “Corso <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>”<br />

Questo progetto (nato a Firenze, 1841) mirava a costruire un<br />

“nuovo corso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>” affiancato da “un testo<br />

comune”, ” che h ffosse con<strong>di</strong>viso <strong>di</strong> i da d ttutti tti i Fisici Fi i i Italiani. It li i<br />

Per la realizzazione del progetto venne istituita (Genova 1846)<br />

una Commissione rappresentativa <strong>di</strong> tutti gli Stati Italiani,<br />

compreso lo Stato Pontificio (non presente) , che annullava <strong>di</strong><br />

ftt fatto ogni ib barriera i tra t i vari iStti Stati e assomigliava ili curiosamente i t a<br />

un “Parlamento scientifico” da Italia unita.<br />

“Regno <strong>di</strong> Napoli: Melloni e Palmieri; Stati Romani: Gherar<strong>di</strong> e Pianciani;<br />

Stati <strong>di</strong> Toscana: Mossotti, Matteucci, Amici, Antinori e Luigi Pacinotti; Stati<br />

Estensi: Marianini; Stati <strong>di</strong> Parma: Cassiani; Stati Sar<strong>di</strong>: Botto e Bancalari;<br />

Regno Lombardo-Veneto: Belli, Perego, Majocchi, Magrini, Zantedeschi e<br />

Bellani.”


“Un piano nazionale per la <strong>Fisica</strong> terrestre ed atmosferica”<br />

Questo progetto, che andava al <strong>di</strong> là dei confini tra gli Stati<br />

d’Italia, d Italia, prevedeva “un un piano <strong>di</strong> osservazioni metereologiche<br />

contemporanee, fatte in vari punti della penisola con<br />

istrumenti comparabili e descritte con un linguaggio comune”<br />

(Pisa 1839)<br />

Per la sua realizzazione venne istituita, istituita per iniziativa <strong>di</strong><br />

Antinori (Padova, 1842) una Commissione “nazionale”.<br />

I risultati furono presentati al Congresso <strong>di</strong> Milano (1844)<br />

sotto forma <strong>di</strong> “Archivio meteorologico centrale italiano”.<br />

Ancora non si era fatta l’Italia ma, grazie alle Riunioni , e ad<br />

Antinori, era nato un primo “Archivio italiano”.


Un piano per una “metrologia italiana”<br />

(Milano, 1844) In una “Sezione Riunita <strong>di</strong> Agronometria e<br />

Tecnologia, g , e <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> e Matematica”, , veniva sollevata, ,<br />

soprattutto dai Fisici, la necessità <strong>di</strong> avere “un sistema <strong>di</strong> pesi e<br />

misure, uniforme per tutta l’Italia, che potesse tendere a<br />

<strong>di</strong>ventare i universale”. i ”<br />

Questo problema verrà risolto al Congresso <strong>di</strong> Napoli (1845).<br />

Dopo un confronto tra i vari sistemi in uso negli Stati d’Italia,<br />

alla fine, “il sistema metrico detto francese” (quello decimale)<br />

veniva i giu<strong>di</strong>cato i <strong>di</strong> “come “ più iù <strong>di</strong> ogni ialtro l conveniente” i ” e veniva i<br />

scelto all’unanimità come “il sistema metrico nazionale”, da<br />

adottarsi nei futuri Congressi. Congressi<br />

E così, attraverso “l’unità dei pesi e delle misure”, un’altra<br />

unità ità veniva i stabilita t bilit tra t gli li Stati St ti d’Italia.<br />

d’It li


La scelta del sistema<br />

metrico decimale come<br />

sistema nazionale si<br />

ttrasformerà f àiin una delle d ll<br />

prime leggi del Regno<br />

d’Italia d Italia (28 luglio 1861)


Il progetto <strong>di</strong> creare un’Italia un Italia unita, almeno culturalmente e<br />

scientificamente, venne affrontato dai Fisici italiani durante<br />

le Riunioni, anche in riferimento al problema delle Riviste e<br />

delle Accademie scientifiche.<br />

La frammenta frammentazione ione politica dell’Italia aveva a e a fatto sì che non<br />

esistesse né un agile canale <strong>di</strong> pubblicazione <strong>di</strong> memorie <strong>di</strong><br />

<strong>Fisica</strong> e <strong>di</strong> altre scienze naturali, che andasse oltre i confini<br />

dei vari Stati d’Italia, né un’Accademia delle Scienze<br />

“Nazionale”, del tipo <strong>di</strong> quelle esistenti in Francia o in<br />

Germania.


L’esigenza L esigenza <strong>di</strong> avere a <strong>di</strong>sposizione “un un giornale giornale” <strong>di</strong> respiro<br />

nazionale trovò un primo sbocco negli “Annali <strong>di</strong> Chimica,<br />

<strong>Fisica</strong> e Matematica”, pubblicati per iniziativa del fisico<br />

Giovanni Alessandro Majocchi a partire già dal 1841.<br />

Gli “Annali” <strong>di</strong> Majocchi, Majocchi ttuttavia, tta ia non si ri rivelarono elarono una na<br />

soluzione duratura, in quanto interruppero le pubblicazioni<br />

nel 1845.<br />

Nel frattempo, però, era sorta, una Rivista destinata a<br />

maggior fortuna.


Nel 1844 Matteucci e il chimico Raffaele Piria riuscirono a far<br />

pubblicare il mensile “Il Cimento”, che uscì fino al 1847, per<br />

riprendere definitivamente le pubblicazioni nel 1855, 1855 col<br />

titolo <strong>di</strong> “Il Nuovo Cimento”.<br />

L’elenco degli autori del primo Volume della nuova rivista<br />

comprendeva Fisici praticamente <strong>di</strong> tutti gli Stati d’Italia, e<br />

mostrava quanto l’esigenza <strong>di</strong> avere un giornale nazionale<br />

fosse particolarmente sentita da questa comunità.<br />

Di fatto, la nuova rivista si trasformerà gradualmente in una<br />

pubblicazione p esclusivamente <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, , tanto da <strong>di</strong>ventare nel<br />

1897 organo della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, fondata nello<br />

stesso anno.


Primo numero (1855)<br />

Confluito nella serie<br />

”The European Physical<br />

JJournal” l”<br />

A, B, C, D, E, AP, ST, H,<br />

Plus Plus.


Riguardo al problema delle Accademie in Italia,<br />

(caratterizzate (<br />

da una natura essenzialmente<br />

“provinciale” ) poco dopo la Riunione <strong>di</strong> Venezia (1847)<br />

emerse la proposta <strong>di</strong> Matteucci <strong>di</strong> trasformare la<br />

“<strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> delle Scienze <strong>di</strong> Modena”<br />

in una qualificata Accademia Nazionale delle Scienze,<br />

competitiva con le maggiori Accademie Europee Europee, a cui<br />

sarebbero state associate, come sue sezioni locali, le<br />

Accademie scientifiche sparse p<br />

nei vari Stati Italiani.


Progetto <strong>di</strong> Matteucci (Archivio Accademia dei XL)


Conclusione del documento:<br />

“Mi dorrei acerbamente, se<br />

stimato il mio progetto quale<br />

io lo considero, considero do dovessi essi<br />

vederlo perduto per non<br />

sapere una volta, noi che ci<br />

<strong>di</strong>ciamo Italiani, spogliarci<br />

delle piccole glorie<br />

provinciali, facendone il<br />

sacrifizio ad una grande,<br />

stabile stabile, vera nazionale”<br />

(<strong>di</strong>cembre 1847)


Inviato alla <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> delle Scienze <strong>di</strong> Modena,<br />

questo progetto venne affossato.<br />

QQuelle ll che h Matteucci M tt id definiva fi i le l “piccole “ i l glorie l i<br />

provinciali” non riuscirono a essere superate.<br />

Comunque l’appello all’unità scientifica, lanciato da<br />

Matteucci, fu un vero Manifesto per l’”unità d’Italia”.


4. I Fisici alla Guerra (1848-1859)<br />

TTrascorso qualche l h mese ddall’ultima ll’ lti Ri Riunione i <strong>di</strong> Venezia, V i<br />

caratterizzata da un’atmosfera “già percorsa dai fremiti<br />

rivoluzionari ed unitari unitari” del Risorgimento, Risorgimento si giunse all all’anno anno<br />

1848, e anche i Fisici italiani imbracciarono le armi.<br />

Comunque non era la prima volta che ciò accadeva.<br />

Già nel l 1831, 1831 con l’esplosione l’ l i dei d i moti ti in i Emilia E ili Romagna, R<br />

venne istituita la legione studentesca “Pallade”, con Gherar<strong>di</strong><br />

nominato colonnello. Artefice dell dell’iniziativa iniziativa era Orioli.<br />

Durante il Governo provvisorio, la Pallade riuscì a riprendere il<br />

controllo <strong>di</strong> una citta<strong>di</strong>na, Argenta, che era stata ricondotta<br />

sotto l’or<strong>di</strong>ne pontificio.


Silvestro Gherar<strong>di</strong><br />

Francesco Orioli<br />

(V ll 1785 R 1856)<br />

(L (Lugo 1802 – Fi Firenze 1879) (Vallerano 1785 – Roma1856)


L’esperienza dei Battaglioni Universitari e il ruolo centrale che<br />

in essi ebbero i Fisici Fisici, furono particolarmente significativi in<br />

occasione dei moti del 1848, e in relazione al Battaglione<br />

UniversitarioToscano.<br />

Con decreto del Granduca <strong>di</strong> Toscana, il 10 novembre 1847<br />

venne iistituita tit it lla Guar<strong>di</strong>a G <strong>di</strong> Universitaria, U i it i composta t dda ttutti tti i<br />

professori e gli studenti (“ad eccezione degli ecclesiastici, dei<br />

malati e dei minori <strong>di</strong> se<strong>di</strong>ci anni anni”) ) delle Università <strong>di</strong> Siena e<br />

<strong>di</strong> Pisa e della Scuola Me<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> Firenze.<br />

Secondo il Regolamento, “i professori <strong>di</strong>ventavano capitani, gli<br />

aiuti tenenti e gli studenti militi”.<br />

L’addestramento alle tattiche militari fu affidato a un veterano<br />

delle guerre napoleoniche, Enrico Molinari, nominato Aiutante<br />

Maggiore.


Divisa della Guar<strong>di</strong>a Universitaria Toscana<br />

Divisa della Guar<strong>di</strong>a Universitaria Toscana<br />

( Gherardo Nerucci, “Ricor<strong>di</strong> Storici del Battaglione Universitario Toscano.”)


Allo scoppio della prima guerra <strong>di</strong> In<strong>di</strong>pendenza, il 9<br />

marzo 1848 un gruppo <strong>di</strong> volontari <strong>di</strong> questa Guar<strong>di</strong>a,<br />

(complessivamente 308 uomini su un totale <strong>di</strong> 800 effettivi)<br />

si costituì a Pietrasanta in 6 compagnie compagnie, “<strong>di</strong> cui 4 <strong>di</strong> pisani e<br />

2 <strong>di</strong> senesi”, e prese il nome <strong>di</strong> Battaglione Universitario<br />

Toscano.<br />

Comandante del Battaglione era Mossotti<br />

(all’epoca cinquantasettenne).<br />

Oltre a Mossotti, Mossotti facevano parte del Battaglione anche<br />

Luigi Pacinotti, col grado <strong>di</strong> Capitano, e Riccardo Felici<br />

(1819-1902), ( ), brillante allievo <strong>di</strong> Mossotti, , col ggrado<br />

<strong>di</strong><br />

Tenente. Matteucci era invece Commissario civile.


Ottaviano Fabrizio Mossotti<br />

Comandante del Battaglione<br />

Universitario Toscano.<br />

( Gherardo Nerucci,<br />

“Ricor<strong>di</strong> Storici del Battaglione<br />

Universitario Toscano alla Guerra<br />

ddell’In<strong>di</strong>pendenza ll’I <strong>di</strong> d <strong>Italiana</strong> It li del d l<br />

1848” (Prato, 1891))


Il 22 marzo del 1848 il Battaglione, con alla testa Mossotti, si<br />

<strong>di</strong>rigeva verso i campi <strong>di</strong> battaglia in Lombar<strong>di</strong>a, perunirsi alle<br />

truppe toscane. A Reggio Emilia, però, arrivava l’or<strong>di</strong>ne<br />

granducale <strong>di</strong> tornare in<strong>di</strong>etro in<strong>di</strong>etro.<br />

I volontari si rifiutarono <strong>di</strong> ripiegare e si congiunsero ai regolari<br />

piemontesi p e napoletani, p , e così il mattino del 29 maggio gg il<br />

Battaglione partecipò ad un’azione militare presso il ponte <strong>di</strong><br />

Curtatone contro l’esercito austriaco (maresciallo Radetzky).<br />

Come riferito da Mossotti nel suo Rapporto al Conte De<br />

Laugier, (Generale comandante delle truppe toscane), sebbene<br />

“tutti intrepidamente pugnarono”, il Battaglione, “per la<br />

grande superiorità <strong>di</strong> forze del nemico”, subì gravi per<strong>di</strong>te e<br />

ricevette l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> ritirarsi su Goito.<br />

L’esito, sanguinoso, dell’azione è riportato nello schema<br />

, g , p<br />

contenuto nel rapporto <strong>di</strong> Mossotti (l’unico con una tabella!!)


Cronaca della Battaglia (1854)


Tabella: “5 morti, 3 feriti gravi, 12 feriti leggeri, 18 perduti”


Leopoldo Pilla<br />

(Venafro 1805 - Curtatone 1848)<br />

Professore <strong>di</strong> Geologia g<br />

dell’Università <strong>di</strong> Pisa,<br />

capitano della prima<br />

compagnia del Battaglione<br />

Universitario, caduto a<br />

Curtatone


Pietro Senno “I Toscani a Curtatone” 1861<br />

Pietro Senno I Toscani a Curtatone , 1861<br />

(Collezione Ente Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> Firenze)


Comunque, nonostante il risultato tragico, la coraggiosa<br />

resistenza del Battaglione Universitario Toscano, assieme<br />

a quella ll dei d i regolari l i napoletani, l i consentì ì all’esercito ll’ i<br />

piemontese <strong>di</strong> riorganizzarsi e <strong>di</strong> vincere nella battaglia<br />

del giorno successivo a Goito Goito.<br />

Mossotti, “per aver guidato spontaneo ove maggiore era<br />

, p g p gg<br />

il bisogno e il pericolo” veniva insignito il 28 giugno 1848<br />

della Medaglia d’Onore d’Argento.


Significativo è quanto Carlo Matteucci, scriveva da Milano, il 6<br />

giugno del 1848, al suo amico Michael Faraday a Londra:<br />

“E’ da gran tempo che non ho vostre notizie; noi siamo alla<br />

guerra, ed io vi sono sino al collo. Per due mesi ho fatto il<br />

commissario, i i ed d ora fo f il <strong>di</strong>plomatico. <strong>di</strong> l ti Gridate G id t ai i quattro tt venti ti per<br />

l’Inghilterra, affinchè il vostro Governo faccia cessare questa<br />

ingiusta guerra. Pensate che tutti gli studenti dell dell’Università Università <strong>di</strong><br />

Pisa coi loro professori si sono battuti come leoni il 29 maggio.<br />

Abbiamo perduto da quin<strong>di</strong>ci a venti studenti dei migliori con il<br />

povero Pilla. Pensate, amico mio, che Piria, Mossotti, i migliori<br />

amici vostri in Italia, possono da un istante all’altro essere uccisi<br />

da codesti orribili Croati Croati. So bene che voi potete rispondermi con<br />

flemma troppo inglese: “ma lasciate fare la guerra ai soldati”. Sta<br />

bene, ma noi siamo e vogliamo essere tutti soldati soldati”. .


Il Battaglione Universitario Toscano non rappresentò l’unica<br />

esperienza in materia <strong>di</strong> partecipazione <strong>di</strong>retta ad azioni militari<br />

da parte <strong>di</strong> Fisici nel Risorgimento.<br />

L’8 aprile 1848, ad esempio, fu istituito il Battaglione<br />

Universitario Bolognese, comandato da Gherar<strong>di</strong>, che affrontò le<br />

ttruppe austriache t i h che h avanzavano su BBologna. l<br />

L’anno successivo, con decreto del 3 febbraio 1849, fu invece<br />

L anno successivo, con decreto del 3 febbraio 1849, fu invece<br />

istituito il Battaglione Universitario Romano, in <strong>di</strong>fesa della<br />

Repubblica Romana (Ministro della Pubblica Istruzione della<br />

Repubblica era lo stesso Gherar<strong>di</strong>, che nel frattempo si era<br />

spostato da Bologna a Roma)


Nel decennio 1849-1859, successivo alla fine della Prima Guerra<br />

d’In<strong>di</strong>pendenza, d In<strong>di</strong>pendenza, furono poste le basi per una soluzione della<br />

questione italiana, concertata a livello europeo, e fondata<br />

sull’alleanza tra Regno <strong>di</strong> Sardegna e Francia.<br />

Si giunse così, nell’aprile del 1859 allo scoppio della Seconda<br />

GGuerra d’In<strong>di</strong>pendenza d’I <strong>di</strong> d che h vide id contrapposte t t l’ l’alleanza ll franco- f<br />

piemontese e l’Austria.<br />

Anche a tale conflitto parteciparono alcuni Fisici, sebbene in<br />

numero minore che in precedenza. Ricor<strong>di</strong>amo in particolare<br />

Antonio Pacinotti.<br />

Pacinotti Pacinotti, che era studente <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> all’Università <strong>di</strong> Pisa, Pisa<br />

interruppe gli stu<strong>di</strong> e partecipò alla Guerra come sergente<br />

volontario a Goito, nelle vicinanze della battaglia <strong>di</strong> Solferino e<br />

San Martino.


Antonio Pacinotti<br />

in <strong>di</strong>visa da sergente<br />

GG.Marconi, Marconi LL. Puccianti Puccianti,<br />

G.Polvani,<br />

“A “Antonio t i PPacinotti. i tti La L vita it e<br />

l’opera” .<br />

Onoranze nazionali ad A.<br />

Pacinotti a cura della Conf. Naz.<br />

Fascista Professionisti ed Artisti<br />

(1934)


Secondo quanto q da lui stesso raccontato in seguito, g , anche in<br />

queste circostanze ebbe modo <strong>di</strong> riflettere sulla sua<br />

macchina <strong>di</strong>namo-elettrica (la “macchinetta”) che stava già<br />

progettando. d<br />

In particolare la <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un fascio <strong>di</strong> fucili vicino al<br />

quale era seduto gli suggerì l’idea <strong>di</strong> aggiungere<br />

esternamente delle sporgenze p g al suo anello ( (noto ppoi<br />

come<br />

l’anello <strong>di</strong> Pacinotti).


“Archivio Pacinotti”, Università <strong>di</strong> Pisa<br />

Racconto <strong>di</strong> Pacinotti (1885):<br />

“ero a Goito seduto sopra un ciglio<br />

vicino ai fasci dei fucili, quando<br />

pensai per la prima volta ad<br />

aumentare l’influenza magnetica<br />

della calamita fissa col fare nel ferro<br />

<strong>di</strong> esso (dell’anello) delle sporgenze<br />

che riempissero gli intervalli che i<br />

rocchetti avrebber lasciato fra loro<br />

dal lato esterno dell’anello”<br />

precisando i d che h “ “nella ll notte tt<br />

stessa non avemmo battaglia,<br />

ma soltanto avemmo un falso<br />

allarme”.


Negli g anni 1859-60, , che seguirono g alla vittoria della<br />

Seconda Guerra d’In<strong>di</strong>pendenza, la costruzione dell’unità<br />

d’Italia procedette spe<strong>di</strong>ta, anche attraverso l’intenso<br />

llavorio i <strong>di</strong>plomatico <strong>di</strong> l i a cui iparteciparono i alcuni l iFi Fisici. i i<br />

Tra questi, questi segnaliamo segnaliamo, Matteucci Matteucci, inviato inviato, nel 1859, 1859 da<br />

Bettino Ricasoli (Ministro dell’Interno del Governo<br />

provvisorio p toscano), ), a trattare con Napoleone p III e<br />

Gherar<strong>di</strong>, che, fu inviato a trattare anch’egli con<br />

Napoleone III, affinché non ostacolasse l’annessione della<br />

RRomagna al lPi Piemonte, t e anche h con Vitt Vittorio i Emanuele E l II<br />

affinché accettasse il voto <strong>di</strong> annessione delle popolazioni<br />

romagnole romagnole.


5. Fisici in Parlamento (1860-1861) ( )<br />

Il 17 marzo del 1861 veniva proclamato il Regno d’Italia.<br />

Del Senato del Regno fecero parte, tra gli altri, Plana (già<br />

Senatore nel Regno <strong>di</strong> Sardegna dal 13 aprile 1848) 1848),<br />

Matteucci (18 marzo 1860) e Mossotti (20 gennaio 1861).<br />

Alla Camera dei Deputati, il 9 aprile 1860 venne nominato<br />

Gherar<strong>di</strong>.


La presenza <strong>di</strong> Fisici nelle Istituzioni non si limitò tuttavia al<br />

Senato o alla Camera, ma arrivò anche al Governo, nella<br />

persona <strong>di</strong> Matteucci.<br />

Matteucci, già il 5 giugno, come Senatore, aveva presentato un<br />

“progetto p g <strong>di</strong> legge gg pper<br />

il rior<strong>di</strong>namento dell’istruzione<br />

superiore” che attribuiva al Governo ogni competenza in<br />

materia e prevedeva un accentramento <strong>di</strong> investimenti in<br />

poche gran<strong>di</strong> iUniversità, i i à a scapito i delle “i “imperfette” f ”<br />

Università minori.<br />

L’obiettivo <strong>di</strong> Matteucci era quello <strong>di</strong> creare<br />

“pochi e completi centri d’istruzione superiore, nei quali siano<br />

raccolti i migliori elementi, cioè gli insegnanti più celebri, le<br />

collezioni ll i i più iù ricche, i h le l dotazioni d i i annuali li più iù ampie”<br />

i ”


Il 31 marzo 1862, Matteucci fu nominato Ministro della<br />

Pubblica Istruzione nel primo governo Rattazzi (che<br />

seguiva al Governo Cavour e a quello Ricasoli).<br />

Le ssue e precedenti idee <strong>di</strong> <strong>di</strong>vennero ennero “legge del Regno”. Regno”<br />

Oltre ad alcuni provve<strong>di</strong>menti quali l’istituzione del<br />

Oltre ad alcuni provve<strong>di</strong>menti quali l istituzione del<br />

Politecnico <strong>di</strong> Milano e il rior<strong>di</strong>no della Scuola Normale<br />

Superiore <strong>di</strong> Pisa, il 14 settembre dello stesso anno<br />

Matteucci emanò per Regio Decreto un Regolamento<br />

generale sull’Università.


Regio Decreto sul ”Regolamento universitario” (14 settembre 1862


Questo Regolamento prevedeva la sud<strong>di</strong>visione delle Università<br />

in due categorie (<strong>di</strong> Primo e<strong>di</strong>Secondo e <strong>di</strong> Secondo grado) e un loro<br />

trattamento economico <strong>di</strong>fferenziato.<br />

Le Università <strong>di</strong> Primo grado (sei in tutto: Torino, Pavia,<br />

Bologna, Pisa, Napoli, Palermo) erano le sole alle quali veniva<br />

riconosciuto i i t il il<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto itt <strong>di</strong> attribuire tt ib i il titolo tit l <strong>di</strong> laurea l agli li studenti. t d ti<br />

L’8 L8 <strong>di</strong>cembre <strong>di</strong>cembre 1862, tuttavia, cadeva il governo Rattazzi, e gran<br />

parte della riforma veniva vanificata dai governi successivi.<br />

La presenza dei Fisici nelle istituzioni non finì, comunque, con<br />

l’Unità d’Italia, ma proseguì negli anni successivi: ricor<strong>di</strong>amo ad<br />

esempio, i i iS Senatori t iPi Pietro t Blaserna, Bl AAntonio t i GGarbasso, b OOrso<br />

Mario Corbino (Ministro della Pubblica Istruzione e Ministro<br />

dell’Economia) dell Economia) e, infine, come ultimo, il nostro carissimo Giorgio<br />

Salvini (Ministro dell’Università e Ric. Sci. nel Governo Dini)


6. Conclusioni<br />

La panoramica sino a qui presentata, presentata se ovviamente non esaurisce<br />

il tema del rapporto tra Fisici e Risorgimento, dovrebbe però<br />

essere sufficiente, ,q quanto meno, , a trasmetterne lo spirito. p QQuesti<br />

nostri Fisici dell’Ottocento, pur essendo immersi in una ricerca <strong>di</strong><br />

alto livello scientifico, non hanno trascurato il loro impegno civile<br />

e morale, considerando un loro dovere la partecipazione alle sorti<br />

dell’italia. Due sono le conclusioni principali che emergono.<br />

La prima è che la storia del Risorgimento sarebbe incompleta<br />

senza un’adeguata considerazione dei contributi che i Fisici, e più<br />

iin generale l gli liscienziati, i i ti <strong>di</strong>edero <strong>di</strong> d sia i come singoli, i li sia i come<br />

collettività alle vicende risorgimentali.<br />

Come si è visto questi contributi andavano dalla partecipazione<br />

alla vita politica e istituzionale fino al tentativo <strong>di</strong> far nascere<br />

un’Italia n’Italia unita nita dal punto p nto <strong>di</strong> vista ista scientifico e culturale.<br />

c lt rale


U Un’altra ’ lt conclusione l i che h possiamo i ttrarre è che h una<br />

storia della <strong>Fisica</strong> nell’Italia dell’Ottocento, non<br />

sarebbe totalmente comprensibile se si prescindesse<br />

dalle vicende del Risorgimento.<br />

Infatti solo andando a stu<strong>di</strong>are le vicissitu<strong>di</strong>ni<br />

risorgimentali si riescono a mettere in piena luce fatti<br />

come il grande d sviluppo il scientifico i tifi dell’Università d ll’U i ità <strong>di</strong><br />

Pisa o alcuni gran<strong>di</strong> risultati scientifici ottenuti dai<br />

nostri Fisici.


Un’ultima considerazione, forse doverosa, riguarda l’impatto<br />

delle vicende risorgimentali sulle istituzioni religiose.<br />

In particolare, nel 1848 la Repubblica Romana espulse la<br />

Compagnia dei Padri Gesuiti, della quale faceva parte un<br />

Astronomo destinato a lasciare una traccia indelebile nella<br />

storia della Spettroscopia stellare:<br />

Padre Angelo Secchi (1818-1878).<br />

Esule negli g Stati Uniti, , al mutare della situazione politica, p ,<br />

l’Astronomo gesuita poté tornare in Italia e assumere la carica<br />

<strong>di</strong> Direttore dell’Osservatorio del Collegio Romano.<br />

Riguardo a questa vicenda è significativo quanto scrisse il<br />

Car<strong>di</strong>nale e Astronomo Pietro Maffi: “forse forse senza ll’esilio esilio il<br />

padre Secchi non sarebbe stato il padre Secchi”.<br />

E anche questo fu il Risorgimento.<br />

Risorgimento

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