UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PAVIA - Giurisprudenza - Università ...

cfr. art. 38, 2° co., Cost.) in cui i lavoratori possono incorrere: si pensi, ad
esempio, al sistema pensionistico. Tale branca del diritto ha assunto una
notevole autonomia scientifica e didattica. Proprio per questo non viene
normalmente ricompresa nei corsi di diritto del lavoro, salvi alcuni cenni
essenziali per la piena comprensione della materia.
1.3. Le fonti di disciplina dei rapporti di lavoro.
L’assetto delle fonti di disciplina dei rapporti di lavoro è del tutto peculiare.
Oltre alla legge ed al contratto individuale (che naturalmente non è fonte di
diritto in senso tecnico) ritroviamo l’istituto del contratto collettivo, che è
ad un tempo contratto ed atto normativo. Di esso si tratterà
approfonditamente nel 3° capitolo.
Per quanto riguarda la legge, deve ricordarsi che a fianco della legge statale
si trova la legge regionale. Con la l. cost. 18 ottobre 2001, n. 3,
modificativa del Titolo V, Parte II, della Costituzione, in particolare
dell’art. 117 (1°, 2°, 3°, 4° co.), il legislatore costituzionale ha invertito
l’attribuzione delle competenze legislative tra Stato e Regioni, attribuendo
competenza legislativa generale alle Regioni ed enumerando –
individuandole dunque specificamente – le materie riservate alla
competenza legislativa statuale.
Per quanto riguarda il diritto del lavoro, questa riforma è importante perché
viene riservata alla competenza concorrente Stato-Regioni la materia della
“tutela e sicurezza del lavoro”. Tale espressione, secondo un’opinione,
sarebbe talmente ampia da far ritenere che l’intero diritto del lavoro possa
essere oggetto della competenza concorrente Stato-Regioni. Muovendo
tuttavia dalla considerazione che, ai sensi dell’art. 117, lett. l), Cost.,
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L’assetto
delle fonti del
diritto del
lavoro: legge
e contratto
collettivo
Legge statale
e legge
regionale