UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PAVIA - Giurisprudenza - Università ...

nome di “protocolli”, generalmente finalizzati, come si è detto, alla
definizione delle politiche dei redditi.
Il primo, più significativo, accordo di concertazione è quello del 22 gennaio
1983. Anche il famoso Protocollo del 23 luglio 1993 è un accordo di
concertazione, perché contiene, non solo una parte relativa alle RSU e agli
assetti della contrattazione collettiva, ma anche una parte che specifica gli
impegni, assunti dal Governo, in materia di politica fiscale, di politica
tariffaria, etc.
Nel 1998 con il cd. “Patto di Natale” (stipulato il 22 dicembre) addirittura il
metodo concertativo viene delineato come strutturale: vi si prevede infatti
che, per le materie di politica sociale che comportino un impegno a carico
del bilancio dello Stato, il Governo proceda ad un confronto preventivo con
le parti sociali, stabilendo anche il termine per la formulazione di
valutazioni ed eventuali proposte collettive. Sostanzialmente tutte le
decisioni che attengono alla politica sociale dovrebbero, in base
all’accordo, passare attraverso questo tavolo concertativo.
Il Libro bianco sul mercato del lavoro dell’ottobre 2001 (che contiene le
linee di politica del lavoro del governo allora in carica) adotta, nei confronti
della concertazione, un atteggiamento ambiguo. Da un lato, preferisce
usare l’espressione dialogo sociale in luogo dell’espressione abituale
“concertazione”, mutuando la nuova terminologia dal contesto comunitario.
In effetti, il Trattato istitutivo della Comunità europea, modificato con il
Trattato di Amsterdam nel 1999, prevede che, prima di assumere una
qualsiasi iniziativa di tipo legislativo in materia di politica sociale, la
Commissione convochi le associazioni sindacali europee dei lavoratori e
dei datori di lavoro, chiedendo se non intendano adottare esse stesse una
disciplina di natura contrattual-collettiva. Questa eventuale disciplina
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Dalla
concertazione
al dialogo
sociale