UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PAVIA - Giurisprudenza - Università ...

un problema di ordine interpretativo, essendo necessario stabilire l’esatto
significato della nozione “sindacato maggiormente rappresentativo”; ii) un
problema di legittimità costituzionale in relazione al combinato disposto
degli artt. 3 e 39 Cost., a causa del trattamento differenziato riservato ad
alcuni sindacati (quelli maggiormente rappresentativi) rispetto agli altri.
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Per quanto concerne la nozione di sindacato maggiormente
rappresentativo, il problema sorge perché il legislatore italiano, a
differenza di altri, che pure vi fanno riferimento, non indica i criteri per
accertare la rappresentatività sindacale. Essi sono, dunque, frutto della
elaborazione dottrinale e giurisprudenziale.
Il primo criterio è quello quantitativo (numero degli iscritti). Ma oltre al
criterio quantitativo si fa riferimento anche a criteri di tipo qualitativo:
ampiezza e diffusione delle strutture organizzative del sindacato, esercizio
dell’attività di autotutela, consistente nell’effettiva partecipazione alla
stipulazione dei contratti collettivi (v. infra), nonché nella partecipazione
alla trattazione e risoluzione delle controversie individuali e collettive di
lavoro.
I criteri qualitativi, in aggiunta a quello quantitativo rappresentato dal
numero degli iscritti, si spiegano perché danno rilievo alla anzianità di
impianto e, dunque, alla serietà del sindacato.
E’ da segnalare l’enfasi posta sull’effettività della partecipazione alla
stipulazione dei contratti collettivi: essa si spiega con il fatto che spesso il
contratto collettivo viene stipulato da alcuni sindacati, mentre altri sindacati
si limitano a sottoscriverlo per adesione. Ebbene, l’accreditamento, cioè il
riconoscimento come effettiva controparte contrattuale da parte del datore
di lavoro o dell’associazione dei datori di lavoro non può che essere
considerato un importante indice di rappresentatività del sindacato.
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Maggior rappresentatività