UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PAVIA - Giurisprudenza - Università ...

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20.05.2013 Views

2.2. Struttura del sindacato in Italia. Storicamente, si sono concretamente configurati due grandi modelli organizzativi del sindacalismo: il sindacato di mestiere (secondo l’espressione inglese, craft union), che associa i lavoratori svolgenti la stessa attività (ad es., sindacato dei tipografi); il sindacato per ramo d’industria. In questo secondo modello, il sindacato organizza i lavoratori secondo il tipo di attività esercitata dal datore di lavoro (ad es. il sindacato dei lavoratori metalmeccanici, che associa i dipendenti delle imprese metalmeccaniche, indipendentemente dal tipo di mestiere svolto da ciascun lavoratore). La seconda forma organizzativa è tradizionalmente prevalente in Italia, anche se non sono mai mancati i sindacati di mestiere (ad es. il sindacato dei dirigenti d’azienda, i sindacati dei piloti dell’aviazione civile, ecc.). Il nostro ordinamento è caratterizzato da una situazione di pluralismo sindacale su base ideologica. Le tre principali confederazioni sindacali sono CGIL, CISL, UIL, nate dalla scissione della CGL unitaria. Dalla CGL unitaria è dapprima (nel 1948) fuoriuscita la componente cattolica, per costituire la CISL e, successivamente (nel 1949), la componente repubblicana e socialista, per costituire la UIL. Oltre alle tre confederazioni storiche, tendenzialmente caratterizzate da unità di azione, deve ricordarsi la CISNAL, oggi UGL, sindacato legato ai partiti della destra politica. Accanto al sindacato confederale, abbiamo un arcipelago, non ben conosciuto, di sindacati cosiddetti autonomi (nel senso che non aderiscono 26 Sindacato di mestiere e per ramo di industria I sindacati confederati e i sindacati cd. autonomi

ad alcuna delle tradizionali confederazioni sindacali), rispetto ai quali non è raro trovarsi di fronte a sindacati di mestiere. Quanto alla struttura organizzativa dei sindacati, le tre confederazioni storiche, le uniche di cui conosciamo struttura ed ordinamento interno, sono strutturate secondo una linea verticale ed una linea orizzontale. Per quanto riguarda la prima, alla base vi sono le rappresentanze sindacali aziendali, che rappresentano i lavoratori iscritti al sindacato in ciascuna unità produttiva. Le rappresentanze sindacali aziendali confluiscono nel sindacato provinciale; i sindacati provinciali nel sindacato regionale e i sindacati regionali nel sindacato nazionale. Per quanto attiene alla linea orizzontale, tutti i sindacati provinciali di categoria confluiscono in una struttura organizzativa unica che assume diverse denominazioni a seconda della confederazione sindacale (Camera del lavoro per la CGIL, Unione sindacale territoriale per la CISL e Camera sindacale per la UIL), che a sua volta confluisce in una struttura regionale. Le federazioni nazionali di categoria e le strutture orizzontali regionali confluiscono, infine, nella confederazione sindacale (sindacato a struttura complessa, o di secondo grado) che è “somma” di tutte. L’articolazione della struttura organizzativa secondo una linea verticale ed una linea orizzontale risponde ad una differenziazione di funzioni nell’ambito del sindacato. La struttura verticale definisce le linee rivendicative sindacali nell’ambito di una categoria (ad es. i metalmeccanici), mentre quella orizzontale definisce le linee di azione valide per tutte le associazioni di categoria (metalmeccanici, tessili, chimici, ecc.) che aderiscono alla medesima confederazione. Nel nostro Paese si registra una situazione di pluralismo sindacale anche per quanto riguarda i datori di lavoro, tuttavia non su base ideologica, 27 Le strutture organizzative delle tradizionali confederazioni sindacali Il sindacalismo dei datori di lavoro, in particolare degli imprenditori

ad alcuna delle tradizionali confederazioni sindacali), rispetto ai quali non è<br />

raro trovarsi di fronte a sindacati di mestiere.<br />

Quanto alla struttura organizzativa dei sindacati, le tre confederazioni<br />

storiche, le uniche di cui conosciamo struttura ed ordinamento interno,<br />

sono strutturate secondo una linea verticale ed una linea orizzontale.<br />

Per quanto riguarda la prima, alla base vi sono le rappresentanze sindacali<br />

aziendali, che rappresentano i lavoratori iscritti al sindacato in ciascuna<br />

unità produttiva. Le rappresentanze sindacali aziendali confluiscono nel<br />

sindacato provinciale; i sindacati provinciali nel sindacato regionale e i<br />

sindacati regionali nel sindacato nazionale.<br />

Per quanto attiene alla linea orizzontale, tutti i sindacati provinciali di<br />

categoria confluiscono in una struttura organizzativa unica che assume<br />

diverse denominazioni a seconda della confederazione sindacale (Camera<br />

del lavoro per la CGIL, Unione sindacale territoriale per la CISL e Camera<br />

sindacale per la UIL), che a sua volta confluisce in una struttura regionale.<br />

Le federazioni nazionali di categoria e le strutture orizzontali regionali<br />

confluiscono, infine, nella confederazione sindacale (sindacato a struttura<br />

complessa, o di secondo grado) che è “somma” di tutte.<br />

L’articolazione della struttura organizzativa secondo una linea verticale ed<br />

una linea orizzontale risponde ad una differenziazione di funzioni<br />

nell’ambito del sindacato.<br />

La struttura verticale definisce le linee rivendicative sindacali nell’ambito<br />

di una categoria (ad es. i metalmeccanici), mentre quella orizzontale<br />

definisce le linee di azione valide per tutte le associazioni di categoria<br />

(metalmeccanici, tessili, chimici, ecc.) che aderiscono alla medesima<br />

confederazione.<br />

Nel nostro Paese si registra una situazione di pluralismo sindacale anche<br />

per quanto riguarda i datori di lavoro, tuttavia non su base ideologica,<br />

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Le strutture<br />

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delle<br />

tradizionali<br />

confederazioni<br />

sindacali<br />

Il<br />

sindacalismo<br />

dei datori di<br />

lavoro, in<br />

particolare<br />

degli<br />

imprenditori

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