UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PAVIA - Giurisprudenza - Università ...

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Capitolo II I SOGGETTI DEL <strong>DI</strong>RITTO SINDACALE 2.1. Il principio di libertà sindacale. L’art. 39 Cost. si apre con la solenne affermazione: “l’organizzazione sindacale è libera”. Il primo problema che si pone è in quale rapporto si trovi l’art. 39 rispetto all’art. 18 che sancisce il diritto di libertà di associazione. In proposito, si ritiene che le due norme si trovino in un rapporto di genere a specie. L’art. 39 Cost. rappresenta una norma speciale rispetto all’art. 18 Cost. Tale rapporto di specialità emerge con maggior evidenza se consideriamo che nell’art. 39 si sancisce la libertà, non di associazione, ma di organizzazione sindacale. Ci possono essere, infatti, forme organizzative diverse dalle associazioni; e pure esse ricevono protezione dalla norma costituzionale. Il termine organizzazione è specificato dal predicato “sindacale”. Che cosa sia “sindacale” non si può stabilire sulla base di una mera analisi lessicale della norma costituzionale. Si ritiene giustamente che la norma faccia rinvio a dati di tipicità sociale; ed in base a questi dati di tipicità sociale si può ritenere sindacale “ogni atto o attività che sia diretta all’autotutela di interessi connessi a relazioni giuridiche in cui sia dedotta l’attività di lavoro” (G. Giugni). Ci si è domandati se, oltre i lavoratori subordinati, anche i lavoratori autonomi siano titolari della libertà sindacale di cui all’art. 39 Cost.: siano cioè ricompresi nel suo campo di applicazione. La risposta deve essere positiva – ed è normalmente positiva – per i lavoratori autonomi che svolgono a favore del committente un’attività di tipo personale e duratura trovandosi nei suoi confronti in una condizione di sottoprotezione 22 Libertà di organizzazione sindacale ex art. 39 e libertà di associazione ex art. 18 Cost. Libertà di organizzazione sindacale e lavoratori autonomi
paragonabile a quella dei lavoratori parasubordinati. Ad esempio, nessuno dubita che siano titolari di libertà sindacale ex art. 39 Cost. gli agenti di commercio ex artt. 1742 ss. c.c. e in generale i lavoratori cd. parasubordinati (ad es. i medici convenzionati con il servizio sanitario nazionale). Il primo comma dell’art. 39 Cost. è una norma immediatamente precettiva e bidirezionale, contenendo un nucleo di garanzie sia nei confronti dello Stato, sia nei confronti del datore di lavoro. Dal punto di vista contenutistico, esso sancisce un insieme di garanzie sia per gli individui sia per gli stessi gruppi (sindacali) organizzati. Per quanto riguarda, innanzitutto, i singoli, esso implica la libertà di costituire un’organizzazione sindacale, di aderirvi e di svolgere attività di proselitismo (cd. libertà sindacale positiva). Ci si è chiesti se l’art. 39, 1° co., comprenda anche la libertà sindacale cd. negativa, vale a dire quella di non aderire ad alcuna associazione sindacale. Alla questione è stata data tendenzialmente risposta positiva. Il problema si è posto perché nella normativa dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) (Convenzioni n. 87/1948 e n. 98/1949, entrambe ratificate nel nostro paese con legge 23 marzo 1958, n. 367) viene menzionata la libertà positiva, ma non quella negativa. L’OIL, infatti, ha dovuto tenere conto dell’esperienza di Paesi anglosassoni, soprattutto gli USA, che conoscono le cd. clausole di sicurezza sindacale. Si tratta di clausole, contenute nei contratti collettivi, che prevedono, quale condizione per l’assunzione, l’iscrizione dei lavoratori ai sindacati (cd. closed shop), oppure l’adesione successiva all’assunzione (cd. union shop) quale condizione per il mantenimento dell’impiego. E’ da segnalare, al riguardo, che la Corte europea dei diritti dell’uomo, con sentenza 13 agosto 1981, caso Young, James e Webster, in un caso riguardante il Regno Unito ha affermato 23 Il contenuto del principio di libertà sindacale per i singoli Libertà sindacale positiva e negativa Le clausole di sicurezza sindacale
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