UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PAVIA - Giurisprudenza - Università ...

qualsiasi meccanismo di risoluzione autoritativa dei conflitti cd.
giurisdizionali tocca in misura più o meno rilevante questa libertà.
Va da sé che l’art. 39, seconda parte, seppure inattuato, non è privo di
effetti giuridici: esso impedisce, infatti, al legislatore ordinario di attribuire
efficacia erga omnes ai contratti collettivi con un meccanismo diverso da
quello descritto. Da ciò i problemi di legittimità costituzionale ad esempio
sollevati per il recente art. 8, d.l. n. 138, conv. nella l. n. 148 del 2011.
Il fatto che il legislatore ordinario non abbia mai proceduto ad attuare le
previsioni dell’art. 39 Cost. non significa che egli non sia mai intervenuto
in materia sindacale.
L’intervento principale è indubbiamente costituito dal cd. “Statuto dei
diritti dei lavoratori”, ossia la legge 20 maggio 1970, n. 300. Lo Statuto dei
lavoratori contiene una parte (segnatamente il titolo III) funzionale alla
promozione dell’attività sindacale all’interno delle imprese, promozione
che si realizza mediante la previsione di una serie di diritti in capo alle
rappresentanze sindacali aziendali. Il legislatore intende così sostenere
l’attività sindacale nelle imprese, senza però regolare il sindacato.
Ulteriore caratteristica che emerge dalla legislazione postcostituzionale in
materia sindacale è il sostegno ai sindacati maggiormente rappresentativi
e, più di recente, a quelli comparativamente più rappresentativi. Nozioni,
queste, attraverso cui il legislatore seleziona alcuni sindacati al fine
dell’attribuzione di particolari diritti o prerogative (v. infra, cap. II, parr. 4
e 5).
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La valenza
della II parte
dell’art. 39
Cost., pur
inattuata
Il sostegno
del sindacato
nella legislazione
postcostitu-
zionale;
il cd. Statuto
dei lavoratori
Il sostegno dei
sindacati
maggiormente
rappresentativi