UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PAVIA - Giurisprudenza - Università ...

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assicurato tale rapporto, lo sciopero è legittimo: Corte cost. 3 agosto 1976, n. 222). Il concetto di prestazione indispensabile, che qualcuno chiama impropriamente “servizio minimo”, deriva proprio dall’idea della Corte costituzionale secondo la quale, all’interno del servizio pubblico, non tutte le prestazioni debbono ritenersi indispensabili per la garanzia dei diritti della persona costituzionalmente tutelati. Una volta chiarito che la l. n. 146/1990, all’art. 2, impone, oltre all’obbligo del preavviso, anche la garanzia delle prestazioni indispensabili, ci si chiede come esse vadano determinate. Ovviamente non era pensabile che il legislatore fissasse analiticamente le prestazioni indispensabili per ciascun singolo servizio pubblico: esso rinvia dunque a “fonti secondarie”, segnatamente ai contratti collettivi, in coerenza con la natura di “legge contrattata” del provvedimento. La prestazione indispensabile è, quindi, concretamente determinata dai contratti collettivi, di qualsiasi livello: si può trattare di un contratto nazionale o di un contratto aziendale. Può configurarsi un obbligo a trattare per raggiungere l’accordo sulle prestazioni indispensabili previsto nella legge; il che però non significa certo che si sia in presenza di un obbligo a contrarre, essendo ovviamente possibile che le parti non riescano a concludere un accordo per la determinazione delle prestazioni indispensabili. In caso di mancato accordo, nella versione originaria della legge, si determinava una situazione di vuoto normativo che finiva per essere colmato, ancora una volta, dai giudici. È pur vero che, già nella legge n. 146 del 1990, era stata prevista l’istituzione di una “Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali” (composta da 9 membri nominati dal Presidente della 138 La determinazione delle prestazioni indispensabili Mancata fissazione in via contrattuale delle prestazioni indispensabili e ruolo della Commissione di Garanzia
Repubblica, tra esperti in materia di diritto costituzionale, di diritto del lavoro e di relazioni industriali); tuttavia, al fine di garantire l’applicazione della legge, la Commissione non aveva alcun potere normativo, non potendo sostituirsi al mancato accordo tra le parti, a meno che non fossero entrambe a richiedere alla medesima l’emissione di un lodo per la fissazione delle prestazioni indispensabili. In base al testo originario della l. n. 146/1990, cioè, la Commissione aveva solo compiti di proposta, di stimolo e di verifica della congruità degli accordi raggiunti, ma non aveva il potere di sostituirsi al mancato accordo tra le parti. Il vuoto è stato colmato con la legge n. 83 del 2000 attraverso il conferimento alla Commissione di garanzia, non solo del potere di valutare la congruità degli accordi raggiunti in relazione agli obiettivi che si prefigge la legge, ma anche del potere di sostituirsi al mancato accordo tra le parti, adottando quella che l’art. 13 della l. n. 146/1990, denomina regolamentazione “provvisoria”. Insomma, la Commissione di garanzia, per indurre le parti a raggiungere un accordo, fa una propria proposta di regolamentazione. Se le parti collettive non raggiungono l’accordo, adotta una regolamentazione provvisoria. La l. n. 83/2000 ha poi introdotto ulteriori obblighi che possono essere considerati collaterali rispetto ai due obblighi fondamentali del preavviso e dell’erogazione delle prestazioni indispensabili. In particolare, devono essere previste (nei contratti o negli accordi collettivi che fissano le prestazioni indispensabili) procedure di raffreddamento e di conciliazione, obbligatorie per entrambe le parti, da esperirsi prima della proclamazione dello sciopero. Se le parti non intendono avvalersi delle procedure di raffreddamento e di conciliazione contenute negli accordi o nei contratti collettivi, è previsto un tentativo di conciliazione presso la Prefettura o il Comune, nel caso di scioperi nei servizi pubblici di rilievo locale, o presso 139 Le procedure di raffreddamento e di conciliazione
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2.8. La rappresentanza sindacale az
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4.3. La titolarità del diritto di
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Alcuni per la verità hanno ritenut
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cfr. art. 38, 2° co., Cost.) in cu
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della sua organicità. Le uniche le
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Contemporaneamente, anche i datori
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collettivo dotato, per previsione l
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i contratti collettivi stipulati fi
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Peraltro, anche la CGIL ha in segui
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qualsiasi meccanismo di risoluzione
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paragonabile a quella dei lavorator
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Per quanto concerne i datori di lav
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provinciale, ovvero della sola assi
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trovare disciplina nelle altre form
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un problema di ordine interpretativ
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possono costituire rappresentanze s
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D’altro canto, venendo soppressa
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effettiva; e il sindacato meramente
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essendo numerosi i rinvii operati d
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Esaminiamo in primis il requisito d
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Per lungo tempo, i consigli di fabb
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In proposito occorre ricordare che,
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convivono però le caratteristiche
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Capitolo III IL CONTRATTO COLLETTIV
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La qualificazione del contratto col
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All’interno del contratto collett
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sistema di contrattazione cd. non v
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Nel momento in cui il lavoratore e
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3.4.1. (segue) Le operazioni estens
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contenuta nel contratto individuale
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Ma, a ben vedere, questa operazione
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La Corte costituzionale, investita
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quanto stabilito dal contratto coll
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Col che non si sono risolti tutti i
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conforma solamente dall’esterno,
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Impegno interconfederale 21 settemb
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