UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PAVIA - Giurisprudenza - Università ...

3.13.2. La fattispecie “condotta antisindacale”.
L’art. 28 St. lav. mira a reprimere “i comportamenti diretti ad impedire o
limitare l’esercizio della libertà e dell’attività sindacale nonché del diritto
di sciopero”.
All’indomani dell’entrata in vigore dello Statuto, era stata sostenuta la tesi
secondo cui solo la violazione dei diritti sindacali previsti dallo statuto al
Titolo III del medesimo sarebbe stata reprimibile attraverso questo
procedimento.
Tale tesi è stata abbandonata rapidamente, in quanto la definizione della
fattispecie contenuta nell’art. 28 è solo teleologicamente e non
strutturalmente determinata (la legge fa riferimento a “comportamenti
diretti a impedire o limitare…”). Qualsiasi comportamento oggettivamente
idoneo a impedire o limitare la libertà o l’attività sindacale, nonché
l’esercizio del diritto di sciopero rientra nella fattispecie di cui all’art. 28.
Sarebbe dunque arbitrario limitare l’utilizzazione della norma alla sola
violazione dei diritti sindacali specificamente sanciti dallo Statuto dei
lavoratori.
V’è ancora controversia in dottrina e in giurisprudenza in merito alla
rilevanza o meno dell’elemento soggettivo, ossia dell’intenzionalità della
condotta datoriale. La tesi più corretta appare comunque quella per cui
rientrano nella fattispecie “condotta antisindacale” tutti i comportamenti
obiettivamente idonei a ledere i beni protetti dalla norma,
indipendentemente dalla prova di uno specifico elemento intenzionale del
datore di lavoro.
Va tuttavia chiarito che non tutti i possibili comportamenti illegittimi del
datore di lavoro sono, per ciò solo, antisindacali. Può infatti aversi un
comportamento illegittimo – ad esempio il licenziamento di un lavoratore –
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Fattispecie
solo
teleologica-
mente e non
struttural-
mente
determinata
La rilevanza
dell’elemento
intenzionale