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UNIVERSIDADE FEDERAL DE SANTA CATARINA - PGET - UFSC

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lingue romaniche e anche della lingua russa, grazie alle traduzioni<br />

francesi. La capacità di citare o alludere ad autori classici nel complesso<br />

gioco degli intesti di questo autore è stata sottolineata nell‘analisi fatta<br />

di O Anjo Rafael. Spesso questa peculiarità dello stile narrativo del<br />

nostro autore ha dato origine ad analisi comparative con i testi degli<br />

autori di cui se ne riscontravano presenze, senza però che sia stata<br />

tralasciata, da parte della critica, l‘originalità con cui Machado<br />

riutilizzava i testi da cui attingeva. Ciò gli ha permesso un modo tutto<br />

suo di scrivere, rendendo difficile una sua catalogazione letteraria e che<br />

lo può far considerare un autore originalissimo sia nei suoi romanzi che<br />

nei suoi racconti.<br />

O Anjo Rafael, racconto scritto nel 1869 quando ancora<br />

Machado non aveva ripubblicato nessuna raccolta dei suoi romanzi, si è<br />

rivelato comunque sorprendente nella sua complessità di trame e che si<br />

rivelano solo ad un‘attenta lettura. Una panoramica delle opinioni che<br />

determinati autori hanno espresso circa la loro concezione del genere<br />

racconto ha mostrato che per alcune caratteristiche si tratterrebbe più di<br />

un romanzo breve (forse la sua divisione in XIV capitoli ne è già un<br />

indizio). La mancanza di un finale a sorpresa con cui i racconti scritti<br />

dalla fine dell‘800 possono essere riconosciuti sembra un altro segnale<br />

abbastanza evidente.<br />

Nel testo, in cui il tema del doppio appare già dominante, così<br />

come in altri suoi racconti posteriori e oggi più famosi, è la lettura che si<br />

nasconde sotto la trama superficiale a sorprendere. Il bene ed il male<br />

identificati nell‘angelo e nel diavolo del racconto biblico non hanno più<br />

ragione di essere nella filosofia dell‘uomo dell‘800, dell‘uomo<br />

hegeliano, ormai maturo e libero da tali concetti infantili. Così il diavolo<br />

in questo racconto di Machado è in realtà nominato esclusivamente per<br />

annunciarne la morte dal maggiore Tomàs, il personaggio ―doppio‖ che<br />

si crede un angelo e che appare un diavolo al giovane ospite. E, una<br />

volta che il diavolo è morto, lo stesso angelo non avrà più ragione di<br />

essere, tornandosene dopo poco in cielo. Il diavolo e l‘angelo non più<br />

come entità separate come nel Vecchio Testamento, l‘uno contro Dio e<br />

l‘altro che lo serve, ma come entità dentro un essere doppio. Ma il<br />

viaggio-redenzione del protagonista e narratore Antero allude più a<br />

quello di Dante nella Divina Commedia, e sono vari i riferimenti<br />

disseminati lungo il testo.<br />

Il racconto si è rivelato, così, l‘esempio di una complessa rete di<br />

intesti ed intertesti che, citando Torop, possono essere vere e proprie

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