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UNIVERSIDADE FEDERAL DE SANTA CATARINA - PGET - UFSC

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258<br />

ospedale psichiatrico. Si è arrivati quindi al punto in cui viene<br />

identificato il contenuto ―tradotto‖ dal nostro scrittore dentro la forma<br />

che aveva scelto di imitare, quella del Libro di Tobia e che raccontava la<br />

storia di una viaggio che salverà un giovane dal suicidio e che lo porterà<br />

ad ottenere un‘importante somma di denaro ed una moglie. Un altro<br />

contenuto nella stessa storia?<br />

Se chi cerca di suicidarsi è per i cristiani un peccatore destinato<br />

alle pene dell‘inferno, per l‘uomo della fine del secolo XIX,<br />

rappresentato da Antero, il suicida è una persona affettata da una<br />

malattia mentale o, più esattamente, da una monomania suicida. La<br />

medicina forense prova che i malati mentali non sono responsabili dei<br />

loro atti, che sono persone che perdono la coscienza, non distinguono tra<br />

il bene e il male. In O anjo Rafael Celestina, nata con i primi ospedali<br />

psichiatrici in Brasile, è colei che possiede ―essa confiança da inocência<br />

e do pudor, essa confiança de quem não suspeita o mal e só conhece o<br />

bem‖ (cap. VIII). L‘innocenza degli esseri non contaminati dalla<br />

civilizzazione, come la ragazzina appunto, che era cresciuta in quella<br />

casa senza sapere niente del mondo fuori di lì. Lei sa che suo padre è<br />

angelo, sa che esiste il cielo, ma non sospetta del diavolo.<br />

―Monomaniaco pacifico‖ è la definizione medica che il dott.<br />

Antero fa della fissazione che il maggiore ha nel credersi l‘angelo<br />

Raffaele, ma in realtà è lui il malato monomaniaco suicida che percorre<br />

il suo viaggio-incubo, nello stile di Hoffman, dentro un ospedale<br />

psichiatrico, al quale lui stesso si è destinato quando ha voluto togliersi<br />

la vita: ―Ao mesmo tempo que fazia estas reflexões, lançava mão da<br />

pistola, e olhava para ela com um certo orgulho. - Aqui está a chave que<br />

me vai abrir a porta deste cárcere, disse ele‖ (italico mio) (cap. I); che<br />

bisogna interpretare nel senso di aprire le porte per entrare in un carcere<br />

e non uscire dal carcere della vita in cui si sente rinchiuso.<br />

L‘ospedale psichiatrico nasceva come una grande speranza<br />

della medicina per la cura dei criminali i cui atti erano considerati<br />

irresponsabili, generati da malattie mentali, ma era anche il luogo in cui<br />

erano rinchiusi i portatori delle cosiddette ―nevrosi‖, tra le quali,<br />

all‘epoca del racconto e per molti anni ancora, l‘epilessia.<br />

Nelle biografie di Machado de Assis non sfugge quasi mai<br />

l‘indicazione che questa malattia aveva per anni, fino alla sua morte,<br />

tormentato lo scrittore carioca. È stato già detto che l‘epilessia era<br />

considerata dai medici della sua epoca come una malattia mentale e ciò<br />

deve aver sicuramente interessato e forse preoccupato questo grande

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