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UNIVERSIDADE FEDERAL DE SANTA CATARINA - PGET - UFSC

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stato di ansia. La struttura narrativa, a volte lenta e spossante, come la<br />

lunga attesa di Antero prima di essere ricevuto dal maggiore, il<br />

susseguirsi di capitoli che sembrano inutili ai fini della storia narrata e<br />

la descrizione di spazi claustrofobici provocano quasi un malessere<br />

durante la lettura. Questi spazi sono delimitati da cancelli, portoni e<br />

porte, all‘inizio sempre aperti e poi immediatamente richiusi a chiave<br />

dopo il passaggio di Antero; poi con il passare dei giorni saranno aperti<br />

e chiusi senza più le chiavi e, infine, viene lasciato allo stesso giovane la<br />

facoltà di aprirli e chiuderli do solo. Questi percepisce la restrizione<br />

della sua libertà forse ancor prima del lettore, stimolato in un primo<br />

momento a fare attenzione ad altri particolari. Ma Antero nel capitolo III<br />

dice al servo che lo aveva accompagnato in quella casa: ―Mas, enfim,<br />

estou ansioso por falar a esse major que não conheço, e que me tem<br />

preso sem que eu saiba por que motivo‖. A cui il servo risponde, con<br />

tono offeso, che il suo padrone ―deu-lhe quarto, cama, dá-lhe um<br />

almoço; creio que isto não é tê-lo preso‖, frase che rivela con i tratti del<br />

sarcasmo machadiano, la descrizione di un carcere come luogo in cui si<br />

priva la persona della libertà di muoversi, a prescindere dal fatto che vi<br />

sia praticata o no qualche forma più esplicita di maltrattamenti.<br />

È importante sottolineare che le impressioni qui registrate sono<br />

quelle sorte quasi intuitivamente, originate dalla lettura veloce alla<br />

rincorsa degli sviluppi dei ―fatti‖ raccontati, quelli con cui Machado<br />

diverte i lettori e, allo stesso tempo, si diverte con loro. Altre possibili e<br />

sorprendenti letture si sono poi rivelate, stimolate da quelle frasi e<br />

parole che, messe lì come per caso, sono invece altrettante porte<br />

d‘ingresso per accedere ad altre storie ed alla Storia, intesa come<br />

avvenimenti storici marcanti che Machado de Assis, il creatore di questa<br />

struttura a rete della stesura, ha deciso di registrare, a suo modo, per i<br />

posteri 83 . Torniamo di seguito all‘analisi del racconto.<br />

Mentre il maggiore Tomàs ha un‘apparenza poco piacevole<br />

Celestina, sua figlia, è descritta come un vero angelo o meglio, come<br />

indicato dallo stesso narratore, una Madonna:<br />

Era, com efeito, um rosto angélico; transluzia-lhe<br />

83 Gledson, profondo conoscitore anche delle cronache e delle opere di finzione di Machado de<br />

Assis, sottolinea ― [o] desprezo que tinha por certa história oficial‖ (GLEDSON, 2003, p. 304)<br />

dello scrittore di Rio de Janeiro e come probabilmente le letture di Schopenhauer lo abbiano<br />

influenzato in questo senso giacché, come lo stesso critico inglese ricorda ―este filósofo ousou<br />

pensar que a história não tinha sentido, e que, como disciplina, se aproximava mais à ficção do<br />

que à ciência‖ (p. 315).

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